Ritorniamo con un nuovo approfondimento dedicato al Natale in Umbria, concentrandoci su uno degli aspetti più emblematici e affascinanti delle festività: la gastronomia tradizionale.

In questa tappa del nostro viaggio tra i sapori natalizi umbri, mettiamo sotto i riflettori un protagonista indiscusso delle tavole festive: i secondi piatti natalizi. Vi guideremo alla scoperta di ricette che, oltre a deliziare il palato, sono un patrimonio gastronomico che da generazioni arricchisce le celebrazioni natalizie. Piatti che raccontano storie di famiglia, legami profondi con il territorio e l’autentica identità culinaria di una regione che custodisce gelosamente tradizioni straordinarie.

Siete pronti a scoprire i segreti della cucina natalizia umbra? Continuate a seguirci per un nuovo affascinante tuffo nelle tradizioni più vere di questa terra.

Il cappone in brodo

Spesso alternato ad un altro piatto tradizionale della regione, come il bollito di carne mista, il cappone è una delle pietanze natalizie più amate e diffuse in Umbria, apprezzato tanto come primo piatto, con i tipici cappelletti in brodo di cappone, quanto come secondo.

La carne di cappone, cucinata in brodo, risulta particolarmente morbida, ideale per essere accompagnata da delle salse d’accompagnamento. L’ideale, dopo una lunga e sapiente cottura, è servirlo con una salsa verde o una mostarda, che esaltano ulteriormente il suo gusto ricco e avvolgente.

Cotechino e lenticchie

Tra i piatti più rappresentativi delle festività natalizie in Umbria, il cotechino con le lenticchie è un vero e proprio simbolo, particolarmente diffuso durante la Cena della Vigilia e il Cenone di San Silvestro, dove spesso si alterna a piatti come lo zampone o le salsicce in umido, un altro grande classico della gastronomia natalizia regionale.

La tradizione di consumare cotechino e lenticchie a Capodanno è strettamente legata a antiche credenze popolari che lo vedono come simbolo di prosperità e fortuna per l’anno nuovo. Una tradizione che affonda le radici nell’Antica Roma, quando si pensava che le lenticchie, per la loro forma simile a monete, fossero portatrici di buon auspicio e abbondanza economica. Si credeva che mangiare lenticchie al suono della mezzanotte potesse garantire un anno prospero e ricco di denaro.

Per una preparazione ideale, è consigliabile utilizzare un cotechino artigianale, evitando quello precotto, per un risultato ancor più gustoso. Il cotechino va bucherellato, avvolto in un canovaccio e cotto per un paio d’ore in acqua. Le lenticchie, precedentemente messe in ammollo, andranno cotte in un soffritto di carota, sedano, cipolla e olio, arricchite con gli odori che preferite – preferibilmente alloro, timo e rosmarino – fino a raggiungere la consistenza desiderata. Una volta pronte, servite il cotechino affettato sopra un letto di lenticchie.

La galantina di pollo

Anche se spesso protagonista degli antipasti, in molte famiglie umbre la galantina di pollo trova spazio anche come secondo piatto, accanto a classici come le salsicce in umido e il cotechino con le lenticchie.

La galantina di pollo, amata tanto dai bambini quanto dagli adulti, è una delle scelte ideali per il pranzo festivo, grazie alla sua consistenza tenera e al sapore inconfondibile della carne. Sebbene la ricetta tradizionale preveda l’uso del pollo disossato, non è raro trovarla preparata anche con altre carni, come il cappone, a seconda delle varianti familiari.

La carne viene farcita con una miscela di carni miste, uova, aromi e spezie, per poi essere cotta lentamente e dolcemente nel brodo. Sebbene non si tratti di una preparazione particolarmente complessa, la galantina richiede pazienza e attenzione ai dettagli, dalla delicata operazione di disossamento alla formazione del rotolo. Una volta cucinata, va lasciata raffreddare completamente prima di essere tagliata e servita, affinché non si rompa e al taglio possa conservare all’interno della stessa fetta tutto il suo delizioso ripieno.