Mancano 7 giorni al ballottaggio che risolveranno le elezioni di Perugia in favore di una tra Margherita Scoccia e Vittoria Ferdinandi. Le due candidate a sindaco, rispettivamente per centrodestra e centrosinistra, che hanno polarizzato il voto del primo turno vuotando gli altri tre candidati al ruolo di primo cittadino. È stato un 1vs1 che però non si è risolto in favore di una o dell’altra, con ambedue appaiate ad un 50% vicino ma non raggiunto. Si va dunque al ballottaggio, domenica 23 e lunedì 24, spareggio finale di una campagna elettorale lunga e non priva di momenti topici e di tensione. E così è ancora.

Ferdinandi e Scoccia, a Perugia continuano gli scontri incrociati

È stata una campagna elettorale vera, franca, giocata colpo su colpo e senza riserve. Lo scontro, anche acceso talvolta, ha comunque creato un dibattito cittadino acceso e coinvolgente. Dalle grandi opere – come il nodo di Perugia o il Metrobus – alle questioni più di posizionamento politico. Un confronto a 360 gradi che continua ad alimentarsi anche a pochi giorni dal voto.

Ferdinandi: “Da destra una campagna di delegittimazione”

La candidata sindaco di centrosinistra, Vittoria Ferdinandi, è passata all’attacco nelle ore recenti scrivendo in una nota: “La destra continua a promuovere una campagna elettorale fatta di strumentalizzazioni e delegittimazioni dell’avversario, provando a schiacciarci su posizioni estremiste che sono solo frutto di fantasia strumentali. Invece di interrogarsi sul perché i cittadini hanno espresso un giudizio così severo e negativo sulla giunta uscente, non rinnovando la fiducia a metà degli assessori si continua ad attaccare, come se da una parte ci fossero i sogni e dall’altra solide realtà. E, allora parliamo di queste solide realtà”.

Inoltre, Ferdinandi, ha contestato il metodo adottato dal centrodestra in queste settimane parlando di una “Campagna di delegittimazione”. Quando invece: “La nostra campagna elettorale è stata già un modello plastico di quello che vorrà essere il nostro metodo di governo, basato sull’ascolto, sulla partecipazione, sulla capacità e le competenze di fare sintesi e di tradursi in proposte concrete. Viene fatta volutamente confusione tra estremismo e radicalità. La radicalità significa avere il coraggio e assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Scelte legate alla propria visione, che è quella che è mancata drammaticamente in tutti questi anni, per cui Perugia è stata amministrata come un condominio. Il nostro governo porterà davvero una nuova stagione in cui Perugia non sarà solo di tutti, ma anche per tutti e tutte”.

Coalizione Scoccia: “Decidere tra ideologie e concretezza”

Dall’altra parte, anche la coalizione di Margherita Scoccia – per mezzo delle 8 liste che l’hanno sostenuta al primo turno – è intervenuta per alimentare il fuoco dello scontro. In una nota si parla delle elezioni del 23 e 24 giugno come di uno: “Spartiacque per la città di Perugia. Un possibile punto di non ritorno. Attraverso questo voto i cittadini hanno una straordinaria responsabilità: andare avanti in maniera affidabile verso il progresso oppure far ripiombare la città in un passato caratterizzato dall’ideologia estremista, superata da secoli”.

E ancora, sul modo di condurre la campagna nella coalizione avversaria, è stato detto che “Da una parte c’è chi parla di anime, sogni e di presunti diritti alla felicità, dall’altra invece c’è una comunità che con Margherita Scoccia ha duramente lavorato per far arrivare a Perugia progetti milionari e investimenti che hanno restituito ricchezza e fiducia. I perugini possono scegliere: l’estremismo contro la responsabilità. I sogni e le favole contro i progetti reali. L’ideologia contro la concretezza. Il passato contro lo sviluppo. In queste elezioni i cittadini di Perugia hanno una grandissima responsabilità: avranno l’opportunità di scegliere se andare avanti con una Perugia finalmente unita che grazie al buon governo guarda al futuro con fiducia ed ottimismo, oppure di consegnarsi ad un’alternativa estremista e fortemente ideologizzata che ha l’obiettivo di spaccare in due la città”.