22 May, 2025 - 16:35

Sanità privata in Umbria, sciopero e pressing sulla Regione: consegnato il documento con le richieste

Sanità privata in Umbria, sciopero e pressing sulla Regione: consegnato il documento con le richieste

La protesta è uscita dalle corsie, dai centri medici e dai laboratori e ha fatto tappa davanti all’Assemblea legislativa dell’Umbria. Con uno sciopero nazionale e un presidio regionale, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno dato voce a infermieri, operatori socio sanitari, tecnici, amministrativi ed educatori della sanità privata, chiedendo con forza il rinnovo immediato dei contratti Aris Aiop e Aris Rsa, fermi in alcuni casi da oltre 13 anni. Ma il messaggio, in Umbria, è andato ben oltre la rivendicazione salariale: nel cuore della protesta c’è un appello preciso alle istituzioni regionali, accompagnato da un documento dettagliato e protocollato ufficialmente presso l’Assemblea legislativa.

Il documento, consegnato dai sindacati al termine della manifestazione in piazza Italia, contiene una serie di richieste mirate a colmare le attuali lacune del sistema sanitario privato accreditato umbro, con l’obiettivo dichiarato di stabilire regole trasparenti e strumenti di confronto istituzionale continuativi.

Le richieste alla Regione: un tavolo permanente, trasparenza nei fondi e clausole sociali nei contratti

Tra le priorità individuate dai sindacati vi è l’apertura di un tavolo permanente regionale con le organizzazioni sindacali, le direzioni delle strutture accreditate, l’assessorato alla sanità e le rappresentanze datoriali Aris e Aiop. “L’Umbria – spiegano i promotori – è una delle poche regioni prive di uno spazio stabile di confronto sulle condizioni lavorative e organizzative del settore accreditato. Una carenza che si traduce in disuguaglianze e opacità, a discapito sia dei lavoratori che dei cittadini”.

Il documento chiede anche che, nei rapporti di accreditamento e convenzione, vengano introdotte clausole sociali vincolanti: condizioni che obblighino le strutture ad applicare i contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. Parallelamente, si propone l’istituzione di un sistema di monitoraggio regionale sull’utilizzo delle risorse pubbliche da parte degli enti privati e sulla mobilità passiva, con l’obiettivo di ridurre sprechi e valorizzare chi investe nel lavoro e nella qualità dei servizi.

L’applicazione della legge regionale 2/2024 ancora ferma: “Così si paralizza il settore”

Un punto particolarmente critico è la mancata attuazione della legge regionale 2 del 2024, che avrebbe dovuto definire un quadro normativo chiaro per il sistema sanitario accreditato. “La legge è stata approvata ma rimane lettera morta – denunciano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e senza la sua piena attuazione non è possibile garantire una gestione integrata, trasparente e orientata alla qualità. I lavoratori restano invisibili, pur essendo fondamentali per la tenuta del sistema sanitario regionale”.

Secondo i sindacati, l’inapplicabilità della legge ha effetti concreti sulla quotidianità delle strutture e del personale, a partire dalla frammentazione contrattuale. In Umbria, le oltre 200 strutture accreditate operano con modelli gestionali e normativi disomogenei, e spesso in assenza di una vera governance pubblica.

Servizi minimi e diritto di sciopero: “Serve un protocollo per evitare il caos”

Altro tema centrale sollevato nel documento è l’assenza, nella regione, di un protocollo condiviso sui servizi minimi essenziali in caso di sciopero. Una carenza che, secondo i sindacati, mina sia il diritto costituzionale alla protesta sia la continuità dell’assistenza sanitaria. “Non è accettabile che, a ogni sciopero, ci si debba inventare da capo cosa garantire e come – affermano –. Serve un accordo stabile che tuteli tutti, utenti e operatori. È una questione di civiltà istituzionale”.

L’appello alla Regione è chiaro: riconoscere formalmente l’importanza del lavoro nella sanità privata accreditata, aprire spazi di confronto strutturati e adottare scelte politiche che superino la logica dell’emergenza.La sanità privata non può essere un comparto parallelo governato senza regole. Le istituzioni regionali hanno il dovere di garantire equità, trasparenza e dignità a chi lavora ogni giorno per la salute dei cittadini”.

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Federico Zacaglioni
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