Lo sciopero dei lavoratori della ristorazione collettiva ha visto un’intensa partecipazione anche a Terni delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende aderenti alle associazioni datoriali Anir e Angem. Lo sciopero nazionale è stato proclamato dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che denunciano l’atteggiamento irresponsabile e sconsiderato di alcune imprese nei confronti dei loro dipendenti. 

Sciopero dei lavoratori della ristorazione collettiva: le motivazioni

Secondi i sindacati, le aziende della ristorazione collettiva, riunite nelle associazioni datoriali Anir e Angem, stanno adottando una posizione estremamente dura e intransigente nei confronti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che chiedono il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre tre anni. 

A più di tre anni dalla scadenza del Ccnl e ad un anno dalla ripresa del negoziato, le imprese della ristorazione collettiva associate ad Anir e Angem minacciano chi vuole arrivare ad un rinnovo in grado di garantire condizioni salariali dignitose alle lavoratrici e ai lavoratori del settore”, spiegano i sindacati. Aggiungono poi: “La mobilitazione è stata proclamata dopo la diffida che le imprese aderenti ad Anir e Angem hanno sottoscritto nei confronti dei sindacati per invitarle a non intraprendere azioni per il rinnovo del Contratto nazionale”.

Questo contratto nazionale interessa circa 1 milione di lavoratori in tutta Italia e oltre 10.000 soltanto in Umbria, una regione duramente colpita dallo sciopero odierno

Secondo le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, queste imprese hanno inviato una formale diffida alle stesse sigle sindacali, intimando loro di non intraprendere alcuna azione volta al rinnovo del CCNL del comparto. Una mossa che i sindacati definiscono un vero e proprio “ricatto” nei confronti dei lavoratori che rivendicano condizioni salariali e normative più dignitose.

Gli effetti non si sono fatti attendere, con la chiusura della mensa dell’Ast, la più grande azienda della regione, che ha causato così importanti disservizi per i dipendenti.  I sindacati sottolineano come questo comportamento sia ancora più grave in un contesto economico fortemente compromesso dall’impennata inflattiva degli scorsi anni e dal conseguente aumento del costo della vita. 

Questa situazione sta pesantemente gravando sulle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti del settore della ristorazione collettiva.  A sostegno dello sciopero, i sindacati hanno organizzato un presidio a Terni, di fronte alla sede di Authentica Spa, una delle aziende leader del settore. 

Questa iniziativa rappresenta un forte segnale di protesta contro l’atteggiamento intransigente delle associazioni datoriali, che secondo i sindacati stanno infliggendo l’ennesima umiliazione alle lavoratrici e ai lavoratori.  

Grande adesione nazionale dello sciopero 

La massiccia adesione allo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende della ristorazione collettiva aderenti ad Anir e Angem è stata una chiara dimostrazione della forza e della determinazione di questo importante settore occupazionale. Con una media di partecipazione superiore al 70% a livello nazionale, e punte anche del 100% in alcuni singoli appalti, il fermo della attività lavorative nelle mense scolastiche ha avuto un impatto significativo. Migliaia di dipendenti hanno preso parte attiva alle manifestazioni e ai presidi organizzati in tutta Italia a livello locale, dando voce alle loro richieste e istanze.

La mobilitazione mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di un rinnovo contrattuale che garantisca condizioni di lavoro dignitose e adeguate retribuzioni per i dipendenti della ristorazione collettiva, in un momento così delicato e sfidante per il loro settore.

Lo sciopero di 8 ore e di un intero turno lavorativo rappresenta, quindi, una azione di protesta “necessaria” secondo i sindacati, di fronte all’intransigenza delle aziende che, nonostante siano trascorsi oltre 3 anni dalla scadenza del contratto e un anno dalla ripresa delle trattative, rifiutano categoricamente di procedere al rinnovo del CCNL, negando così ai lavoratori del settore della ristorazione collettiva il diritto ad avere condizioni salariali e normative adeguate.