24 May, 2025 - 15:30

Scintille nel PD di Gubbio: il congresso infiamma la base e divide il partito. Dibattiti infuocati, insulti in chat, accuse incrociate

Scintille nel PD di Gubbio: il congresso infiamma la base e divide il partito. Dibattiti infuocati, insulti in chat, accuse incrociate

«Il PD di Gubbio continua a fibrillare con divisioni e diatribe praticamente all’ordine del giorno». Così Vivo Gubbio il quotidianio telematico diretto da Massimo Boccucci ha descritto, con lucida sintesi, la situazione interna al Partito Democratico locale, sempre più lacerato da frizioni personali, posizionamenti tattici e scontri ideologici. Un conflitto che, da settimane, non trova più contenimento nelle sedi istituzionali o nelle riunioni riservate, ma si riversa nella chat ufficiale del partito, dove un centinaio di iscritti si confrontano – e talvolta si scontrano – senza filtri.

Il clima precongressuale, che in teoria dovrebbe essere occasione di confronto aperto e democratico, si è trasformato in una sorta di microguerra intestina, in cui ogni parola diventa potenzialmente esplosiva.

Una doppietta di incontri che incendia la base

Il casus belli si è manifestato in seguito all’annuncio di due incontri pubblici ravvicinati, entrambi organizzati nella sede del partito in via di Porta Romana. Il primo è fissato per il 28 maggio, dedicato al tema dei referendum, argomento divisivo tanto nella sinistra quanto all’interno dello stesso PD. Il secondo, il giorno seguente, vedrà protagonista Carlo Emanuele Trappolino, ex parlamentare e candidato alla segreteria regionale del partito, affiancato da figure di peso come Sandro Pasquali, sindaco di Passignano sul Trasimeno, Alessia Tasso, Marco Cardile, Raffaello Di Benedetto e Gianni Fiorucci della Cgil.

«Un’accelerazione forzata che rischia di compromettere il clima di trasparenza e serenità necessario al congresso», ha commentato Ubaldo Casoli, anch’egli indicato come possibile candidato alla segreteria cittadina, che pure sostiene Trappolino a livello regionale.

Casoli vs Commissione: scontro sulla gestione

La critica di Casoli non ha risparmiato la commissione traghettatrice incaricata di guidare il partito fino al congresso. Un organo composto da Raffaello Di Benedetto, Federico Panfili, Morena Bigini, Simone Cappannelli, Elena Tomarelli e Marco Morelli. Il malcontento ha riguardato non solo la tempistica ravvicinata degli eventi, ma anche la scarsa chiarezza sul numero dei tesserati aventi diritto al voto nelle mozioni congressuali.

Un’accusa che ha fatto saltare i nervi a Marco Morelli, ex assessore nella giunta Stirati e oggi in campo con il Partito Socialista, che ha risposto con toni durissimi contro Casoli, dando il via a uno scambio di accuse che ha rapidamente infiammato la già turbolenta chat del partito.

Una chat al vetriolo

Quella che avrebbe dovuto essere una piattaforma di dialogo interno, si è trasformata in un’arena digitale, dove le argomentazioni politiche si sono alternate a battute al vetriolo, recriminazioni personali e veri e propri insulti.

«In certi momenti – ha fatto notare un iscritto – sembrava di essere più in uno scontro da bar che in una discussione tra membri di un partito democratico». A peggiorare la situazione, l’intervento di chi, più che preoccuparsi del clima interno, ha espresso il timore che un giornalista venisse a conoscenza del caos e lo rendesse pubblico.

La paura della verità e l’ironia amara della base

«La più grossa preoccupazione sembrava diventata quella di evitare che un cronista ne scrivesse», riporta Vivo Gubbio, sottolineando il paradosso: in un partito che si definisce democratico, il problema non è tanto la confusione interna, quanto il fatto che se ne parli all’esterno.

Un iscritto ha ironizzato amaramente: «Forse chi teme la stampa dovrebbe fare la tessera di un noto supermercato, magari vicino al partito, non quella di un’organizzazione politica». Una battuta che, pur nella sua leggerezza, denuncia una distorsione evidente della cultura democratica e il disagio crescente della base.

Trappolino, Pasquali e la nuova mappa delle alleanze

Al centro del ciclone si trova Carlo Emanuele Trappolino, che con la sua candidatura regionale sta ridisegnando le alleanze interne al partito umbro. Il sostegno esplicito ricevuto da parte di Sandro Pasquali, di esponenti sindacali e di volti noti della sinistra eugubina come Alessia Tasso e Marco Cardile, sta polarizzando il dibattito.

La fronda che lo appoggia cerca di imprimere una svolta netta, mentre altre anime del partito temono un progetto egemonico, che – a loro dire – avrebbe l’obiettivo di «ridurre il pluralismo interno». Una tensione che non è solo tattica, ma anche ideologica.

Una comunità politica in cerca d’identità

La vicenda evidenzia una crisi profonda di identità e di metodo all’interno del PD eugubino. Se da un lato la base si mobilita e partecipa, dall’altro le modalità del confronto sembrano sempre più segnate da personalismi, sospetti, e una sfiducia reciproca corrosiva.

Il congresso dovrebbe essere l’occasione per una ripartenza, ma il rischio è che si trasformi in un ulteriore momento di frattura, a meno che non si ricostruisca un quadro di fiducia e di ascolto reciproco.

Tra passione politica e ferite aperte

Non tutto è negativo, tuttavia. La vivacità della discussione, per quanto esasperata, dimostra che il partito non è morto, che esiste ancora una base appassionata, che ha voglia di dire la sua, che si confronta e si espone.

«Forse questo caos è il prezzo da pagare per avere una comunità politica viva», ha dichiarato una giovane iscritta. Ma allo stesso tempo, ha aggiunto: «Essere vivi non significa urlare. Significa saper ascoltare e costruire».

Verso il congresso: quale futuro per il PD di Gubbio?

In attesa del congresso locale, le prospettive restano incerte e frammentate. Le mozioni devono ancora essere formalizzate, il corpo elettorale chiarito, le strategie definite. Ma una cosa è certa: il PD di Gubbio ha di fronte una sfida epocale.

Sarà capace di superare le spaccature e rigenerarsi come comunità politica, oppure si consumerà nell’ennesimo regolamento di conti personale?

«Un partito che litiga è un partito che vive», recita un vecchio adagio. Ma vivere non basta. Bisogna anche saper decidere, includere, costruire. Perché un partito è tale solo se è più grande delle sue correnti e dei suoi risentimenti.

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Mario Farneti
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