A Città di Castello, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, lancia un avvertimento secco: bisogna potenziare la sicurezza negli ospedali. “Dobbiamo stare attenti perché in un contesto complesso e moderno i dati sanitari hanno anche un valore economico e possono diventare qualcosa di cui i malintenzionati possono impossessarsi,” ha dichiarato. A sostegno della ricandidatura della presidente regionale Donatella Tesei, Schillaci si è mostrato fermo sull’urgenza di proteggere quello che non è solo un archivio di cartelle cliniche, ma un vero e proprio tesoro a rischio.
In un mondo dove le informazioni mediche si trasformano sempre più in moneta sonante, la sanità diventa un terreno di caccia per i criminali digitali.
Schillaci e il potenziale dei dati per la salute: una risorsa che guarda al futuro
Per Schillaci, i dati sanitari non sono solo statistiche. “Ricordo sempre – ha proseguito – che i dati sanitari hanno un valore fondamentale perché da questi si possono avere sviluppi importanti soprattutto per capire l’andamento futuro delle malattie.” Raccogliere e studiare questi dati significa identificare popolazioni vulnerabili e calibrare le terapie per i bisogni specifici, un valore che va ben oltre la singola diagnosi. Il ministro parla di un sistema sanitario che, senza prevenzione, rischia di collassare sotto il peso di costi e necessità crescenti.
L’obiettivo, dice Schillaci, non è solo aumentare gli anni di vita, ma la loro qualità. “Non possiamo non investire in prevenzione,” afferma, quasi a voler scuotere i presenti. L’Italia è seconda solo al Giappone per longevità, ma la vera sfida è evitare che questa statistica si traduca in anni di malattia. La prevenzione, in questo senso, è l’unico investimento che ripaga a lungo termine, sia in termini di salute pubblica sia di sostenibilità economica.
Medicina territoriale e digitale: l’Umbria punta sulla prossimità
Non solo prevenzione, ma anche un sistema sanitario che si avvicina ai cittadini. L’innovazione della sanità passa dalla medicina territoriale, e l’Umbria emerge come esempio, grazie agli investimenti del Pnrr. “L’Umbria su questo è capofila di investimenti con il Pnrr che stanno andando avanti molto bene,” dice Schillaci. La digitalizzazione può fare la differenza, permettendo a zone più isolate di accedere a servizi essenziali e riducendo la disparità di trattamento tra le aree urbane e rurali. È una medicina di prossimità che punta a rendere la cura accessibile a tutti, in particolare ai cittadini più fragili, spesso i più trascurati.
L’autonomia differenziata è un fatto, presente da oltre vent’anni, ma non per questo priva di critiche. Schillaci descrive un sistema sanitario nazionale in cui le regioni viaggiano a ritmi diversi. “L’autonomia differenziata in sanità esiste dal 2001,” afferma, ammettendo che esistono disparità territoriali. Secondo il ministro, l’autonomia può avere senso solo se riesce ad aiutare le regioni in difficoltà a migliorare, altrimenti non è altro che un modo per consolidare disuguaglianze già esistenti.
Tesei e la sanità territoriale: investimenti locali per un sistema vicino ai cittadini
La presidente Donatella Tesei, intervenuta durante l’incontro, ha espresso con convinzione la sua visione di una sanità che non sia solo accessibile, ma vicina, concreta e integrata nelle realtà locali. L’obiettivo è quello di creare una rete di assistenza capillare, in grado di rispondere alle esigenze delle comunità in ogni angolo della regione, unendo innovazione e tradizione.
Il progetto si traduce in nuove strutture pensate non come grandi ospedali, ma come “case” della salute: luoghi di cura inseriti nel tessuto urbano e territoriale, dove le persone possano trovare risposte senza doversi allontanare dal proprio ambiente quotidiano. Tesei ha chiarito che non si tratta solo di edificare, ma di recuperare, di ridare vita a edifici esistenti, integrandoli con l’ambiente circostante e preservando il territorio. “Stiamo costruendo non solo fisicamente le strutture, – ha spiegato – anche riutilizzando quelle vecchie senza consumo di suolo.”