Michele Milli, fisioterapista, campione di judo e appassionato di trekking ed arrampicata, si sta preparando per una delle imprese più audaci della sua vita: scalare il Monte Bianco, la cima più alta d’Europa. Nonostante la cecità, acquisita in seguito a un incidente di caccia a 23 anni, Michele non ha mai smesso di sfidare i propri limiti. Recentemente ha completato una prova generale sul Monte Rosa, superando il Colle del Lys a 4.300 metri, in condizioni meteorologiche estreme.

La recente avventura di Michele sul Monte Rosa è stata una tappa fondamentale nella preparazione alla scalata del Monte Bianco. Insieme ai suoi compagni, ha affrontato temperature percepite intorno ai -20 gradi e venti che soffiavano a quasi 70 chilometri orari, condizioni che rendevano la neve simile a proiettili sul viso. Nonostante queste difficoltà, Michele ha descritto l’esperienza come positiva, affermando di essersi sentito fisicamente e mentalmente in forma.

Sfidare il Monte Bianco, un’impresa impegnativa aggravata dalla cecità

“Non mi è sembrato vero di essere oltre i quattromila metri, mi aspettavo una sensazione diversa”, ha dichiarato Michele da Gressoney, di ritorno a Umbertide. Questo test, seppur durissimo, è stato un passo importante verso l’obiettivo principale.

Scalare il Monte Bianco non è un’impresa da prendere alla leggera, soprattutto per qualcuno che deve affrontare una sfida come la cecità. La preparazione di Michele include mesi di allenamento fisico e mentale, attrezzature specifiche e la guida di esperti. Daniele Caratelli, amico di lunga data e compagno di molte avventure, è al suo fianco in questa impresa. Insieme, hanno già scalato molte delle vette più alte d’Italia, nel quadro del progetto “In the dark”, creato per dimostrare che la disabilità non costituisce un ostacolo insormontabile.

La storia di Michele è un viaggio dall’ombra alla luce. Dopo aver perso la vista in un incidente di caccia, ha trascorso mesi in ospedale sperando in un recupero che non è mai arrivato. Trovandosi a un bivio, ha scelto di non arrendersi. Grazie al sostegno di amici e familiari, ha deciso di rimboccarsi le maniche e ricostruire la sua vita. Il motto di Michele, “tutto è possibile”, è diventato la sua guida, portandolo a superare sfide che sembravano insormontabili. Il progetto “In the dark” rappresenta questo spirito indomabile, mostrando che con determinazione e supporto, le barriere possono essere abbattute.

La preparazione per scalare il Monte Bianco non si limita alle prove sulle alte vette. Michele e Daniele si allenano regolarmente salendo e scendendo più volte il Monte Acuto, vicino a Umbertide, che è diventato il loro campo di allenamento. Questo allenamento rigoroso è essenziale per abituare il corpo alle fatiche dell’alta montagna, dove l’ossigeno è rarefatto e le condizioni meteorologiche possono cambiare rapidamente.

Durante la scalata del Monte Rosa è stato affiancato dai suoi fedeli amici

Durante la scalata del Monte Rosa, Michele era in numerosa compagnia. Oltre a Daniele Caratelli, erano presenti ragazzi di Novara insieme con Luca, un milanese con un seguito di 250.000 follower sul suo sito dedicato agli amanti delle escursioni in montagna.

L’obiettivo finale di Michele è scalare il Monte Bianco, portando il vessillo con lo stemma della Regione Umbria. Questa sfida non sarà facile. Oltre all’altezza considerevole, Michele e il suo team dovranno affrontare il vento forte e la rarefazione dell’ossigeno. La preparazione sul Monte Rosa è stata solo un assaggio delle difficoltà che incontreranno. Tuttavia, la determinazione di Michele e la solida preparazione fisica e mentale che sta seguendo, lasciano sperare in un esito positivo.

L’impresa di Michele Milli è un potente esempio di forza e determinazione. La sua storia ispira non solo coloro che affrontano disabilità, ma chiunque si trovi a fronteggiare ostacoli nella propria vita. Michele dimostra che con la giusta mentalità e il supporto adeguato, è possibile superare le sfide più difficili.

La presenza di amici e sostenitori come Daniele Caratelli è fondamentale per Michele. Questa rete di supporto non solo fornisce assistenza pratica durante le scalate, ma anche il sostegno emotivo necessario per affrontare le avversità.

La preparazione di Michele Milli per scalare il Monte Bianco è una testimonianza della forza dello spirito umano. Nonostante le condizioni avverse e la cecità, Michele continua a spingere i propri limiti, dimostrando che la disabilità non è una barriera insormontabile.