Michele Sarli, 63 anni, è il nuovo segretario del Partito Democratico di Gubbio. Milanese d’origine, ma con radici umbre ben salde, madre eugubina, vive a Gubbio da quando aveva 18 anni.
“Qui ho trovato l’amore, mi sono sposato con Nicoletta Bettelli, figlia di Giannino per chi lo ricorda”, racconta. Due figli, Laura e Matteo: lei vive e lavora in Germania, dove discute una tesi di dottorato e percepisce uno stipendio triplo rispetto all’Italia; lui lavora nel mondo della moda, con Brunello Cucinelli.
Professionista poliedrico, Sarli ha lavorato per enti ministeriali, è docente alle superiori e consulente finanziario: “Il privato mi ha insegnato un approccio concreto, pragmatico, che piace anche ai miei studenti”.
Dopo le ultime elezioni comunali a Gubbio, che hanno visto il centrosinistra perdere storicamente il governo cittadino, Sarli punta il dito con decisione: “Non è tutto merito della destra, ma molto è demerito nostro. Ci siamo trovati a un mese dal voto a cercare un progetto comune, quando era troppo tardi”.
Il segretario non usa giri di parole: “Il PD di Gubbio è stato ridotto a comitato elettorale. Bisogna tornare alla normalità della vita di partito: organismi che si incontrano, assemblee aperte ai simpatizzanti, discussioni reali e condivise”.
Per Sarli, la vera rivoluzione è tornare alla democrazia interna: “Sembra una rivoluzione, ma è solo normalità. Partecipazione, confronto, analisi dei temi: tutto questo è mancato. E la gente ci ha puniti”.
E porta un esempio chiaro: “Alle europee PD al 26%, alle comunali uguale. Ma cinque anni fa era 8%: il segnale c’era. Non lo abbiamo colto. Gli elettori ci chiedevano un cambiamento profondo. Ora tocca a noi rispondere”.
“Dobbiamo aprire il partito alla città”, spiega. “Organizzare eventi pubblici, parlare di ambiente, lavoro, energia, diritti. E farlo con lenti valoriali: equità, solidarietà, attenzione ai più deboli. Questo è il nostro DNA”.
Sarli pensa a un PD che sappia attrarre competenze: “Invitare professionisti, artisti, studiosi. Non solo politica, ma cultura politica. Solo così si torna credibili”.
“Dobbiamo ricostruire i Giovani Democratici”, afferma con decisione, “una struttura autonoma, dove possano formarsi, discutere, proporre idee”. E lo stesso discorso vale per le donne: “La Conferenza delle donne democratiche è ferma. Va rilanciata: i temi di genere non possono essere trascurati”.
Per Sarli, fare politica richiede competenza: “Formazione costante per iscritti e simpatizzanti. Serve analisi dei temi, confronto, sintesi. E serve farlo in modo strutturato, non improvvisato”.
L’idea è chiara: “Solo dopo aver ricostruito un partito autorevole si può pensare a un progetto di centrosinistra. Non servono fusioni a freddo, ma un percorso vero, condiviso”.
“Non basta scegliere un candidato civico per non scontentare nessuno. Serve costruire una visione, un progetto comune. Così si trovano anche le persone giuste da portare nei consigli, anche regionali e nazionali”.
Sarli sogna un PD eugubino capace di influenzare la politica umbra: “Siamo la quinta città dell’Umbria. Possibile che non siamo in grado di produrre idee, pensiero politico? Dobbiamo ripartire dal merito, non dai compromessi”.
“Il modello del leader solitario non funziona. Non in un partito democratico. Il mio compito è facilitare, non comandare”. E chiude con un affondo internazionale: “Anche grandi potenze sono oggi guidate da uomini soli al comando: è un modello pericoloso, non democratico”.
Il messaggio è chiaro: non servono scorciatoie. “Tutto questo non nasce scegliendo un candidato all’ultimo minuto. Serve un percorso. Serve una comunità”.
Sarli chiude con un appello alla città: “Il Partito Democratico c'è. Deve solo tornare a essere ciò che è sempre stato: casa di pensiero, discussione, valori. E soprattutto, partecipazione”.