Il restauro della pala d’altare “Sant’Ubaldo incontra il Barbarossa” rappresenta un evento di grande importanza culturale per la città di Gubbio, non solo per il valore artistico dell’opera, ma anche per il profondo significato storico che essa incarna. La tela del pittore Ciro Ferri, risalente al 1683 circa, raffigura uno dei momenti più importanti della storia eugubina: l’incontro tra Sant’Ubaldo, vescovo di Gubbio, e l’imperatore Federico Barbarossa, un episodio che, secondo la tradizione, salvò la città dalla distruzione.

L’incontro tra Sant’Ubaldo e Federico Barbarossa è uno dei momenti più emblematici della storia di Gubbio. Correva l’anno 1155, quando l’imperatore del Sacro Romano Impero, Federico I di Hohenstaufen, detto il Barbarossa, discese in Italia con l’intenzione di rafforzare la sua autorità sui territori italiani. Dopo aver messo a ferro e fuoco diverse città dell’Italia centrale, Gubbio temeva di subire la stessa sorte. Le cronache dell’epoca raccontano di un Barbarossa determinato a far valere il suo potere, senza mostrare pietà per chi si opponesse alla sua volontà.

Sant’Ubaldo, vescovo di Gubbio e figura di grande carisma spirituale e politico, si fece avanti per incontrare l’imperatore e cercare di negoziare la salvezza della città. La tradizione narra che Sant’Ubaldo, con il suo portamento dignitoso e il suo spirito di pace, riuscì a convincere Barbarossa a risparmiare Gubbio. Per dimostrare la sua gratitudine e ammirazione, l’imperatore donò al vescovo una preziosa coppa d’argento, simbolo di rispetto e segno della clemenza imperiale. Questo incontro è ancora oggi uno dei simboli della storia di Gubbio, rappresentando la forza della fede e anche della diplomazia di fronte alla violenza e alla guerra.

“Sant’Ubaldo incontra il Barbarossa” fu commissionata nel XVII secolo al pittore Ciro Ferri

La pala d’altare “Sant’Ubaldo incontra il Barbarossa” risale al XVII secolo, quando la figura di Sant’Ubaldo era ormai diventata simbolo di protezione e guida spirituale per la città di Gubbio. Realizzata da Ciro Ferri, pittore romano allievo del celebre Pietro da Cortona, l’opera rappresenta in modo iconografico il leggendario incontro tra il vescovo e l’imperatore.

L’opera, conservata presso la chiesa della Madonna del Prato, necessitava di un intervento urgente di restauro per via del degrado accumulato nel tempo. La ditta Ikuvium di Gubbio, specializzata nel recupero di beni artistici, ha ricevuto l’incarico di eseguire il restauro, finanziato dal Lions Club di Gubbio e da alcuni sponsor privati. L’assessore alla cultura Paola Salciarini, insieme al responsabile del Servizio Cultura del Comune Matteo Morelli, ha recentemente visitato i laboratori dove si sta operando sulla tela.

Durante il sopralluogo, è emerso che anche la preziosa cornice dell’opera è in pessimo stato di conservazione e necessiterà di un restauro approfondito prima che l’opera possa essere ricollocata. Il Comune si sta attivando per reperire le risorse necessarie a finanziare l’intervento, consapevole dell’importanza di restituire alla cittadinanza un’opera che, oltre al suo valore artistico, è testimonianza di un momento storico importante.

Il restauro della tela di Ciro Ferri è anche un’opportunità per valorizzare un’opera quasi unica nell’iconografia di Sant’Ubaldo. L’incontro tra il Santo e Barbarossa è un tema raro nelle rappresentazioni artistiche dedicate al patrono di Gubbio, ed è quindi di fondamentale importanza preservare e rendere fruibile al pubblico questa testimonianza pittorica.

La chiesa della Madonna del Prato, restaurata di recente conserva il prezioso quadro

L’immagine, che mostra Sant’Ubaldo in atteggiamento di supplica di fronte all’imperatore, incarna non solo la forza della spiritualità del vescovo, ma anche il potere della diplomazia e della parola di fronte alla minaccia della distruzione. In un’epoca in cui la guerra e la violenza erano spesso l’unica risposta ai conflitti, la figura di Sant’Ubaldo emerge come un esempio di pace e saggezza.

La tela restaurata è collocata nella chiesa della Madonna del Prato, una delle più importanti testimonianze del barocco a Gubbio. Progettata da Francesco Castelli, meglio conosciuto come il Borromini, la chiesa fu eretta nel 1662 per volere del vescovo Alessandro Sperelli. È un capolavoro dell’architettura barocca e rappresenta uno degli edifici religiosi più significativi della città.

La chiesa, che sorge sul terreno che apparteneva alle Monache di Santo Spirito, ha subito importanti interventi di recupero nel corso degli anni, culminati con il restauro del suo apparato decorativo. La tela di Ciro Ferri rappresenta uno degli elementi più pregevoli dell’arredo artistico della chiesa, che nel corso del tempo è diventata un importante centro di culto e di devozione per gli eugubini.

Il Lions Club di Gubbio, insieme ad altri sponsor privati, ha finanziato interamente l’intervento, dimostrando un forte impegno nella salvaguardia del patrimonio culturale della città. La comunità eugubina nutre da sempre un profondo legame con la figura di Sant’Ubaldo, e il restauro di questa opera rappresenta un’occasione per rafforzare questo legame.