La giornata dedicata a Sant’Antonio Abate ha illuminato Gubbio con celebrazioni cariche di fede e tradizione. L’evento, fulcro del calendario ceraiolo, ha visto la partecipazione entusiasta della comunità eugubina e ha celebrato il Primo Capodieci del Cero di Sant’Antonio per il 2025, Mattia Martinelli, accompagnato dal Capocetta Matteo Bartolini.
La messa solenne, i rituali d’investitura e i festeggiamenti hanno rinnovato lo spirito collettivo, cementando ancora una volta l’eredità culturale e spirituale della città.
Le celebrazioni hanno avuto inizio nella suggestiva cornice della Chiesa dei Neri, dove si è svolta la tradizionale Messa dedicata a Sant’Antonio Abate. L’evento ha riunito tutte le figure principali della Festa dei Ceri 2025: i Capitani Fabio Latini (Primo Capitano) e Oliviero Baldelli (Secondo Capitano), i Capodieci Giuseppe Piccioloni (Sant’Ubaldo), Giuliano Baldelli (San Giorgio) e Mattia Martinelli (Sant’Antonio), oltre ai Presidenti delle Famiglie ceraiole, Ubaldo Minelli, Patrick Salciarini e Ubaldo Gini. Presenti anche il Presidente del Maggio Eugubino, Marco Cancellotti, e quello dell’Università dei Muratori, Giuseppe Allegrucci.
La messa per Sant’Antonio Abate è stata celebrata dal Vescovo di Gubbio
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vescovo Monsignor Luciano Paolucci Bedini, affiancato dal vicario generale don Mirko Orsini e dal cappellano dei Santantoniari don Marco Cardoni. Durante l’omelia, il Vescovo ha reso omaggio a Sant’Antonio Abate, sottolineando la sua dedizione e il suo esempio di fede: “Sant’Antonio è un grande Santo e un fratello. Giovane e provato dalla vita, conobbe il Vangelo e si dedicò alla preghiera nel deserto. Ma Antonio non abbandona mai il mondo, rimane con i piedi per terra, immerso nella volontà di Dio, che ci aiuta a riconoscere il bisogno di avere solide fondamenta nella vita”.
Uno dei momenti più toccanti della giornata è stato l’investitura ufficiale del Primo Capodieci 2025 di Sant’Antonio, Mattia Martinelli. Dopo la lettura del verbale di elezione da parte di Alberto Capannelli, è avvenuto il simbolico passaggio dello Stemma del Cero. Questo gesto, intriso di significato, sancisce formalmente l’inizio del percorso del Capodieci, figura centrale nella Festa dei Ceri.
Capannelli ha dedicato un pensiero particolare al padre di Mattia, Marco Martinelli, visibilmente commosso e presente in Chiesa insieme alla famiglia e ai nipoti. Ha sottolineato lo spessore umano e i valori di dedizione e umiltà che caratterizzano il nuovo Capodieci, elementi fondamentali per rappresentare la comunità ceraiola.
Recitate la Peeghiera del Ceraiolo e la Preghiera di Sant’Antonio
La celebrazione è stata arricchita dalla recita di due preghiere simboliche: la Preghiera a Sant’Antonio Abate, scritta da Pietrangelo Farneti durante una visita ad Arles nel 2002, e la Preghiera del Ceraiolo, composta dall’avvocato Giorgio Gini nel 1977. Questi momenti di raccoglimento hanno rappresentato un richiamo alla spiritualità e al senso di appartenenza che unisce la comunità di Gubbio.
Dopo la Messa, i festeggiamenti sono proseguiti con il tradizionale corteo che ha accompagnato Mattia Martinelli lungo la Calata e Corso Garibaldi. Portato a spalla dai ceraioli, il nuovo Capodieci ha ricevuto l’abbraccio simbolico della sua comunità, mentre i canti ceraioli e la musica della Banda Musicale riempivano l’aria di gioia e partecipazine.
Il corteo ha raggiunto piazza Oderisi, con il tradizionale fuoco di Sant’Antonio, simbolo di purificazione e rinascita. Un momento che rappresenta l’unione tra il sacro e il profano, elemento distintivo della cultura ceraiola e della spiritualità popolare eugubina.
La figura di Sant’Antonio Abate è strettamente legata al mondo rurale e alle tradizioni contadine. Protettore degli animali e dei campi, il Santo è venerato da secoli come guida spirituale e simbolo di fede. La sua ricorrenza rappresenta per Gubbio un’occasione per celebrare non solo la fede, ma anche il legame con la terra e le radici culturali della città.
La giornata si è conclusa con la tradizionale cena dei Santantoniari sotto gli Arconi di Palazzo dei Consoli. Un momento conviviale, carico di significato, che ha visto riuniti i ceraioli per celebrare l’investitura del loro Capodieci e condividere il senso di appartenenza e solidarietà che caratterizza la Festa dei Ceri.
Momento centrale, l’investitura ufficiale a Capodieci di Mattia Martinelli
La giornata dedicata a Sant’Antonio Abate ha rappresentato un preludio alla Festa dei Ceri del prossimo 15 maggio. Con l’investitura di Mattia Martinelli, il quadro delle figure principali della festa è completo: i Capitani Fabio Latini e Oliviero Baldelli guideranno i ceraioli insieme ai Capodieci Giuseppe Piccioloni (Sant’Ubaldo), Giuliano Baldelli (San Giorgio) e lo stesso Martinelli per Sant’Antonio.
Le settimane che precedono la Festa dei Ceri saranno scandite da riunioni, banchetti e momenti di preparazione, tutti volti a mantenere viva la tradizione e a rafforzare lo spirito di comunità che rende unica questa celebrazione.
La Festa di Sant’Antonio Abate ha ribadito il suo ruolo centrale nella vita culturale e spirituale di Gubbio. È una celebrazione che intreccia fede, tradizione e appartenenza, creando un ponte tra passato e futuro. L’investitura di Mattia Martinelli come Primo Capodieci di Sant’Antonio segna l’inizio di un percorso che culminerà nella Festa dei Ceri, simbolo della storia e dell’identità di Gubbio.