Il premio ‘Madre Maria Teresa Fasce’ è un’ideazione delle monache del monastero Santa Rita da Cascia per promuovere un’imprenditoria ispirata al Vangelo e creare un’economia solidale. Il premio prende, infatti, il nome della beata madre Maria Teresa Fasce, badessa del monastero agostiniano, che nel 1900 favorì la diffusione mondiale del culto e dei valori ritiani, cambiando anche il corso della storia della città di Cascia.

Quest’anno il riconoscimento sarà consegnato all’imprenditrice piemontese Paola Veglio, sabato 12 ottobre prossimo, alle ore 17:15 a Cascia, nella Basilica Inferiore del Santuario di Santa Rita.

Il premio ‘Madre Fasce’ a Cascia

“Il premio Madre Fasce – è quanto spiega la madre priora del monastero Santa Rita da Cascia, suor Maria Rosa Bernardinisè dedicato alle donne che scelgono di essere protagoniste della necessaria rivoluzione solidale dell’economia facendo impresa non solo per il profitto, ma per generare impatto sociale e umano”. “In società segnate da crisi, conflitti e disuguaglianze – aggiunge la suora – il modello di imprenditoria ispirato al Vangelo che la Fasce ci insegna è più attuale che mai e richiama all’etica e alla sostenibilità”.

“Lei è stata una vera ‘imprenditrice di Dio’, che nel 1900 ha costruito a Cascia, e da qui diffuso, un’impresa del bene, fondata sulla carità e sui valori cristiani incarnati da Santa Rita” così la Bernardinis descrive Madre Maria Teresa Fasce. “In questo tempo sempre più lacerato dalle guerre – continua la priora – aprire il cuore agli altri in ogni ambito, sociale, economico e politico. Mettendo le persone prima di ogni interesse personale e al centro di ogni azione, vuol dire promuovere anche la pace”.

Il premio, nella fattispecie, è “un’opera d’arte unica che rappresenta la concretezza della carità. Si tratta di una piramide dalla base esagonale sovrastata da un fiore, i cui petali si trasformano in fiamme e avvolgono il cuore infiammato agostiniano. La realizzazione del premio è a cura di suor Elena Manganelli, artista e monaca agostiniana. Sulla parte frontale figurano delle piccole api che richiamano la simbologia collegata a Santa Rita da Cascia.

Chi è Santa Rita da Cascia

All’anagrafe Margherita Lotti, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri, Santa Rita nasce a Roccaporena, una frazione a 5 km da Cascia, nel 1381. Dopo l’assassinio del marito e la tragica morte dei suoi due figli, Rita si rifugia nella preghiera e all’età di circa 36 anni bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena.

Nell’anno della sua prematura scomparsa, nel 1457, a causa di una grave malattia, per iniziativa delle autorità comunali, i primi miracoli di Santa Rita cominciano a essere riportati nel Codex miraculorum. Tra i più famosi, il miracolo di un cieco che riebbe la vista. Anche per questo, il 24 maggio 1900 Papa Leone XIII proclama ‘Santa’ la Margherita di Cascia.

Il corpo non è mai stato sepolto e ancora oggi riposa nella Basilica Santa Rita a Cascia, dentro l’urna d’argento e cristallo realizzata nel 1930. Indagini mediche testimoniano la presenza di una piaga ossea sulla fronte, a riprova dell’esistenza della stigmata.

Le api tra i simboli della Santa

Le api, che appaiono nel premio ‘Madre Maria Teresa Fasce’ promosso dalle monache di Cascia, sono tra i simboli che la tradizione religiosa lega a Santa Rita. Il primo miracolo attribuito a Rita in vita riguarda proprio la guarigione di un contadino attraverso questi insetti.

La tradizione racconta che il quinto giorno dopo la sua nascita, mentre riposa nella culla, posta nel giardino della casa paterna, la piccola Rita viene improvvisamente circondata da uno sciame di api che iniziano a entrare e uscire dalla sua bocca, senza pungerla. Poco distante da lei, in un campo, c’è un contadino che, mietendo, si taglia profondamente una mano con la falce. L’uomo comincia a perdere molto sangue e lascia frettolosamente il lavoro in cerca d’aiuto. Passando accanto a Rita, si accorge delle api, che tenta di allontanare con la mano dal volto della neonata. Nel ritirare la mano a sé, si nota con stupore di essere guarito dalla ferita.