05 Apr, 2025 - 14:30

Santa Illuminata, tra storia e futuro: una nuova vita per un luogo simbolico della comunità eugubina

Santa Illuminata, tra storia e futuro: una nuova vita per un luogo simbolico della comunità eugubina

Il Consiglio comunale modifica la destinazione d’uso del complesso, ma resta aperta la questione della sua natura originaria e del suo ruolo per la città. Lettera di Gubbio Partecipa al sindaco Fiorucci: “Restituiamolo alla sua vocazione sociale”.

Durante la seduta del Consiglio Comunale del 1° aprile 2025, è stata approvata – su richiesta della proprietà – la modifica della destinazione d’uso del complesso di Santa Illuminata, situato nella zona delle vigne, una delle aree più suggestive ma dimenticate del territorio eugubino.

L’atto è stato definito legittimo sia sotto il profilo giuridico che amministrativo, e rappresenta, secondo i promotori, uno strumento per rendere l’immobile più appetibile sul mercato, potenzialmente utile per la valorizzazione patrimoniale della sanità umbra, vista la titolarità pubblica della proprietà.

Ma non si tratta di un edificio qualsiasi. Santa Illuminata porta con sé una lunga storia fatta di donazioni, vocazioni spirituali e destinazioni sociali. La sua identità va ben oltre le carte catastali. E oggi più che mai, la sua sorte chiama in causa l’intera comunità eugubina. Dedica un ampio servizio su questo tema il quotidiano online Cronaca Eugubina.

Santa Illuminata: una storia secolare tra fede, sanità e abbandono

Il complesso di Santa Illuminata affonda le sue radici alla fine del Cinquecento, quando fu costruito dagli Eremiti di Montecorona come oratorio. Dopo l’esproprio del 1861 da parte del governo sabaudo, il sito fu trasformato più volte, subendo mutazioni radicali fino alla riduzione della chiesa in un fienile.

Nel corso degli anni, l’area passò tra varie mani: fu prima acquistata dal marchese Vincenzo Toschi Mosca, che tentò di restaurare l’ospizio, poi abbandonata dal figlio Bettino, infine trasformata in casa colonica dal successivo proprietario, Raffaele Achilli.

Ma la svolta si ebbe negli anni Trenta del Novecento, quando la marchesa Caterina Benveduti Massarelli nata Della Porta, avvertendo l’urgenza di un luogo per la lotta alla tubercolosi, decise di realizzare un sanatorio e di donarlo alla comunità eugubina attraverso l’Opera Pia Ospedale.

Ancora oggi, una lapide all’ingresso del complesso ricorda questo gesto d’amore e generosità verso gli eugubini. Un’eredità morale che, secondo molti cittadini, non può e non deve essere ignorata.

Oggi il complesso è formalmente di proprietà dell’Azienda USL Umbria 1, costituita nel 2013. Ma è proprio qui che nascono dubbi legittimi e questioni ancora aperte. Perché, se è vero che i trasferimenti di proprietà degli immobili sanitari sono stati regolati dalle riforme del 1968, 1974 e 1978, è anche vero che le donazioni a carattere testamentario avrebbero potuto mantenere vincoli d’uso a favore della comunità.

La domanda è semplice quanto fondamentale: può la Regione disporre della vendita dell’immobile, se il lascito originario prevedeva un uso sociale per la città?
Potremmo trovarci davanti a una situazione analoga a quella dell’Astenotrofio Mosca, dove vincoli testamentari ancora oggi condizionano l’uso e la gestione del bene.

Una lettera al Sindaco Fiorucci: “Rispettare la vocazione originaria”

Alla luce della nuova destinazione d’uso, è stata indirizzata una lettera aperta da parte di Gubbio Partecipa al Sindaco Vittorio Fiorucci, che già in passato – il 30 maggio 2024 – aveva espresso una visione lungimirante per il recupero di Santa Illuminata.

In quell’occasione, Fiorucci affermava: “Noi crediamo sia arrivato davvero il momento di riqualificare Santa Illuminata e tutta la zona adiacente. Perché non pensare di destinarla a una moderna residenza per l’assistenza delle persone con disabilità grave, la cosiddetta ‘Dopo di noi’? Oppure a una RSA per anziani? Ciò che conta davvero è prendere in mano la situazione e dare il via a un progetto che valorizzi l’intera area. Con noi si può. Noi ci siamo.”

Queste parole, oggi più che mai, devono diventare impegno amministrativo concreto.

In un contesto demografico in continua trasformazione, Gubbio sta invecchiando. Crescono le persone anziane sole, aumenta il bisogno di strutture intermedie tra la piena autosufficienza e la degenza ospedaliera.

Oggi l’Astenotrofio non è più sufficiente. E allora perché non restituire a Santa Illuminata la sua vocazione originaria, adattandola alle esigenze del presente?

Una residenza per anziani autosufficienti, con un’area verde e servizi sociosanitari, potrebbe essere una risposta concreta e dignitosa a un bisogno reale.

In altre regioni italiane, esperienze simili hanno dato ottimi risultati. Strutture pubbliche dismesse sono state riqualificate grazie a partnership tra pubblico e privato, con coinvolgimento delle associazioni dei pensionati, dei centri anziani e delle farmacie comunali, i cui proventi sono stati in parte destinati al welfare.

A Gubbio si potrebbe fare lo stesso. Oppure si potrebbe valutare una concessione a lungo termine a soggetti privati, che si impegnino a mantenere una funzione sociale, attraverso convenzioni e controlli pubblici.

Meglio questo che l’abbandono: ma attenzione a non perdere un pezzo di storia

Alcuni consiglieri comunali, durante il dibattito, hanno sottolineato che la trasformazione in struttura ricettiva turistica potrebbe rappresentare una forma di recupero e valorizzazione, in un contesto in cui la città ha sempre più bisogno di posti letto e attrattività.

Sebbene sia preferibile questo al degrado, la comunità deve vigilare affinché non si tradisca la missione originaria dell’immobile. Perché il valore storico e simbolico di Santa Illuminata non può essere ridotto a una mera questione di mercato.

La storia di Santa Illuminata è una storia di donazioni, sacrifici e legami comunitari. Oggi, di fronte al bivio tra speculazione e servizio, la città ha l’opportunità di scegliere la via della responsabilità e della memoria attiva.

Non si tratta di opporsi a prescindere al cambiamento, ma di dare al cambiamento una direzione coerente con la storia e i bisogni reali della comunità.

Le idee ci sono. Il Sindaco ha tracciato una visione. Ora servono atti concreti, coraggio politico e coinvolgimento del territorio. Solo così Santa Illuminata potrà tornare a essere ciò che è sempre stata: un luogo per Gubbio e per i suoi cittadini più fragili.

Perché non c’è valorizzazione più nobile che quella che si fa nel rispetto delle persone e della loro dignità.

(Immagini:Cronaca Eugubina)

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Mario Farneti
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