Il duello sui social diventa l'OK Corral del duello tra l'attuale presidente della Provincia e la ex numero uno di Palazzo Bazzani. Lo scontro sulla sanità dell'Umbria meridionale si arricchisce dello scontro sul web traLaura Pernazza, ex presidente della Provincia e consigliera regionale di Forza Italia, che ha scelto Instagram per regolare i conti con Stefano Bandecchi. E l'attuale inquilino di Palazzo Bazzani che scende sullo stesso terreno telematico, dopo aver minacciato di bloccare ogni iniziativa legata al nuovo ospedale di Narni-Amelia finché la Regione non chiarirà il destino del nosocomio ternano. E se Pernazza dice che Bandecchi non può bloccare nulla, la replica del sindaco-presidente non si attendere, con un post al vetriolo che definisce la destra ternana "complice della Sinistra o sbronza".
Ma le turbolenze attraversano anche le file del centrosinistra. Fabio Di Gioia, primo cittadino di Arrone e figura di peso nella galassia democratica, ha rotto gli indugi con una nota che suona come l'apertura di un frontecritico verso la strategia seguita finora dal PD su due fronti delicatissimi: la centralità dell'ospedale di Terni e il ruolo della sanità privata convenzionata. Un distinguo, il suo, dalla linea dei pasdaran del pubblico a tutti i costi, che fa rumore.
L'amerina non ha usato mezzi termini nel demolire la strategia dell'alleato-avversario. "Ieri sulla stampa abbiamo assistito all'ennesima uscita, o meglio all'ennesima sparata del Presidente della provincia", ha dichiarato Pernazza nel suo intervento social, puntando il dito contro quella che definisce "l'ennesima boutade" di Bandecchi.
La consigliera regionale ha provato a smontarepezzo per pezzo le minacce del presidente provinciale, ricordando che "la Provincia non è l'ente proprietario della strada di accesso all'ospedale" e che "il Presidente della provincia ha già da maggio deliberato la realizzazione come ente appaltante della viabilità di accesso al nuovo ospedale".
L'ex sindaca di Amelia ha poi affondato il colpo sul piano politico: "Pensare di bloccare un'opera come l'ospedale di Narni-Amelia è veramente grave da parte di un Presidente della Provincia che si dichiara essere molto attento ai bisogni del territorio". Un'accusa che tocca il cuore della credibilità istituzionale di Bandecchi, dipinto come un leader che antepone la propaganda alle reali necessità del territorio.
Insomma, Pernazzapunta a ribaltare la narrazione: l'ospedale di Narni-Amelia non come concorrente di quello ternano, ma come "un luogo di decongestionamento dell'ospedale di Terni, un ospedale di supporto, un ospedale di territorio" che serve "non solo alla comunità del Narnese amerino ma di tutta la provincia di Terni".
La replica del sindaco-presidente ha il sapore della sfida personale. Su Instagram, Bandecchi ha scelto di non entrare nel merito tecnico delle accuse, preferendo un attacco frontale: "La Destra Ternana o è complice della Sinistra o è sbronza. Credo più che siano sbronzi dato come stanno governando in Italia. Dai nemici mi guardo io dagli amici (scemi) mi guardi Dio".
Quello che aveva da dire, il sindaco di Terni e presidente della Provincia, lo aveva già messo in chiaro in consiglio comunale: "I territori della provincia hanno tutti pari dignità. Ma se l'ospedale di Narni-Amelia si deve occupare del supporto riabilitativo per le alte specializzazioni ternane, o i due nuovi nosocomi si fanno insieme con le adeguate coperture regionali, oppure si assiste al paradosso di far nascere prima la struttura secondaria mentre si dovranno attendere anni per quella principale".
E così, dato che si sta combattendo una battaglia di campanile, ha scelto un linguaggio da guerriglia social, piuttosto che la risposta istituzionale.
Mentre le opposizioni al governo regionale di centrosinistra si lacerano sui social, anche nelle file del Partito Democratico si registra la prima posizione "eretica" e dissidente. Anche se per entrare nel vivo della posizione diFabio Di Gioia, sindaco di Arrone e figura di spicco del PD e del gruppoNuova Provincia Terni,bisogna fare il "cherry picking" (scegliere le ciliegie migliori, ndr) nella sua dichiarazione. A leggere attentamente, però, ermege chiaro che Di Gioia ha deciso di aprire un dibattito rompendo due tabù della sinistra umbra.
Il primo affondo riguarda la centralità dell'ospedale di Terni: "Centrale rimane il nosocomio ternano, per cittadini, per prestazioni e per riferimento strategico di gran parte degli utenti. Lo è sempre stato e dovrà continuare ad esserlo", ha dichiarato Di Gioia, rivendicando una posizione che sembra sposare le ragioni di Bandecchi più di quelle del suo stesso partito spostato sull'asse narnese. Ma è sul secondo fronte che il sindaco di Arrone ha sferrato il colpo più duro alla ortodossia dei pasdaran del pubblico a tutti i costi: "Il ruolo della sanità pubblica è primario nella misura che non sia il cittadino a pagarne il costo. Per questo ogni strumento può essere utile per agire con rapidità ed efficienza". Un endorsement alla sanità privata convenzionata che rappresenta una rottura clamorosa con la linea tradizionale del PD.
"Se le liste di attesa sono diminuite lo dobbiamo anche alle strutture private convenzionate", ha aggiunto Di Gioia, mettendo nero su bianco quello che molti amministratori democratici pensano ma non osano dire pubblicamente.
Una posizione che apre scenari inediti nel dibattito interno al centrosinistra ternano. La presa di posizione del primo cittadino di Arrone assume contorni ancora più significativi se letta nel contesto delle tensioni interne al PD locale, ancora attraversato da fibrillazioni che arrivano dal recentecongresso.
Infine, ilPartito Liberaldemocratico Umbria ha scelto di entrare nel dibattito con la lentedi chi osserva la rissa da fuori. Il direttivo regionale della formazione guidata da Luigi Marattin e Andrea Marcucci ha puntato il dito contro quello che viene individuato come il vero scandalo: "E' assurdo - scrive il partito - che i due ospedali dopo la pandemia e con le risorse previste dal PNRR, oggi entrambi risultino di fatto privi di coperture concrete".
Una diagnosi che taglia corto sulle polemiche territoriali per concentrarsi sui numeri che non tornano. "Non c'è davvero alcun motivo - se non quelli legati alla propaganda - per contrapporre Terni a Narni", hanno dichiarato i LiDem, che vedono nelle due strutture "infrastrutture essenziali per lo sviluppo dell'Umbria, per la mobilità sanitaria attiva e per la qualità della vita delle persone".
Il partitodi Marattin ha poi allargato l'orizzonte al settore privato, sostenendo che "la prima clinica privata dell'Umbria meridionale può offrire un contributo utile se inserita in una logica di integrazione con la sanità pubblica". Una posizione che, pur con sfumature diverse, sembra fare eco alle aperture di Di Gioia verso il ruolo delle strutture convenzionate.
La partita sulla sanità dell'Umbria meridionale si gioca ormai su più tavoli: quello istituzionale degli enti locali, quello mediatico dei social network e quello politico interno ai partiti. Una battaglia che promette di ridisegnare equilibri e alleanze.