15 May, 2025 - 20:00

Tumori, l’Umbria garantisce più servizi oncologici del resto d’Italia

Tumori, l’Umbria garantisce più servizi oncologici del resto d’Italia

L’Umbria si distingue positivamente nel panorama nazionale per la disponibilità di posti letto dedicati all’oncologia. Secondo il 17° Rapporto FAVO sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, presentato oggi a Roma in occasione della Giornata nazionale del malato oncologico, la regione vanta 12,73 posti letto oncologici per 100.000 abitanti, un dato nettamente superiore alla media italiana di 9,26. Questa dotazione, fotografata dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (FAVO) tramite i dati aggiornati al 2023, colloca l’Umbria tra le regioni con maggiore capacità di ricovero oncologico in rapporto alla popolazione.

Oncologia medica: in Umbria quasi il doppio dei servizi rispetto alla media italiana

Oltre ai posti letto, l’Umbria primeggia anche per la presenza di servizi specialistici in oncologia. Il rapporto FAVO documenta che la regione dispone di 14,01 servizi di oncologia medica per milione di abitanti, quasi il doppio rispetto alla media nazionale di 8,03. In pratica, si tratta dei reparti o centri di oncologia medica (dove vengono seguiti i pazienti e somministrate terapie farmacologiche antitumorali) che, rapportati alla popolazione, risultano significativamente più numerosi in Umbria che altrove.

Radioterapia oncologica: Umbria in vantaggio per presenza di centri sul territorio

Analogamente, anche i servizi di radioterapia – fondamentali per il trattamento dei tumori tramite radiazioni – sono maggiormente disponibili: 4,67 per milione di abitanti in Umbria, contro una media Italia di 3,15. Questo indica che sul territorio umbro vi è una migliore accessibilità alle strutture dotate di apparecchiature radioterapiche rispetto al dato medio nazionale.

L’ampia presenza di centri di oncologia e radioterapia in Umbria può tradursi in benefici concreti per i pazienti. Una maggiore densità di reparti specialistici significa, ad esempio, minori spostamenti per i malati che devono effettuare visite, terapie o esami, e potenzialmente tempi di attesa più contenuti per iniziare i trattamenti. In un contesto in cui la tempestività e la prossimità delle cure oncologiche possono influenzare gli esiti clinici e la qualità di vita, il vantaggio infrastrutturale umbro rappresenta dunque un punto di forza.

Più ricoveri per tumore in Umbria: l'indicatore supera la media nazionale

Accanto agli aspetti positivi, dall’analisi dei dati emergono però anche indicatori meno favorevoli per l’Umbria. Il numero di ricoveri ospedalieri per tumore risulta infatti superiore alla media nazionale. In Umbria si registrano 12,06 ricoveri per tumore ogni mille abitanti, a fronte di un valore medio italiano di 10,81.

Questi valori al di sopra della media nazionale possono avere diverse interpretazioni. Da un lato, potrebbero riflettere una maggiore incidenza di tumori o una popolazione mediamente più anziana e bisognosa di cure intensive in Umbria. Dall’altro, potrebbero segnalare una organizzazione delle cure che porta a ricoverare più spesso i pazienti, forse per la mancanza di alternative territoriali o domiciliari in certe fasi del trattamento.

Chemioterapia: in Umbria più pazienti in trattamento rispetto ad altre regioni

Anche il ricorso alla chemioterapia in regime ospedaliero è più alto in Umbria rispetto alla media nazionale: il dato regionale è 2,54 (per mille abitanti) contro 2,18 della media Italia. Gli esperti sottolineano l’importanza di potenziare la prevenzione e l’assistenza sul territorio per ridurre la necessità di ricovero ospedaliero, garantendo al contempo che i pazienti ricevano le terapie appropriate nel setting più adeguato.

Su scala nazionale, persistono marcate differenze regionali in molti indicatori oncologici, e l’Umbria rappresenta un caso peculiare di luci e ombre: eccellenza nelle dotazioni, ma anche segnali di maggior carico di malattia. Queste “disuguaglianze” tra territori sono al centro dell’attenzione di FAVO. “Vogliamo continuare la nostra battaglia per il consolidamento delle reti quale modello organizzativo capace di rispondere alle principali criticità dell’oncologia: inappropriatezza, tempi di attesa, disuguaglianze”, ha dichiarato Francesco De Lorenzo, presidente di FAVO. La sfida è fare in modo che l’ottima disponibilità di posti letto e servizi specialistici in Umbria si accompagni a un miglioramento degli esiti e a un’ulteriore ottimizzazione del percorso di cura.

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Francesca Secci
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