“I dati drammatici del Rapporto Gimbe sulla sanità in Umbria certificano, di fatto, il fallimento della Giunta Tesei per il settore che rappresenta la voce principale del bilancio della Regione”: lo dichiara il segretario regionale del Partito democratico dell’Umbria Tommaso Bori.

Il consigliere Bori commenta il nuovo rapporto della Fondazione Gimbe – Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze, che offre una fotografia puntuale della situazione del Servizio Sanitario Nazionale italiano.

Bori (Pd): “La salute è un diritto costituzionale, ma non in Umbria”

“Migrazione sanitaria, rinuncia alle cure e zero medicina di territorio sono la rappresentazione plastica di quello che stanno subendo gli umbri da cinque anni con smantellamenti, accorpamenti e una privatizzazione strisciante della sanità pubblica, che invece dovrebbe garantire il diritto costituzionale alla salute: è quanto afferma, in una sua nota, il segretario regionale del Partito democratico dell’Umbria, Tommaso Bori, prendendo in analisi il rapporto Gimbe sulla sanità in Umbria.

“I numeri – fa notare il consigliere Bori – dicono che siamo diventati una regione di ‘migranti’ per ragioni di salute. Sono sempre di più, infatti, i cittadini che si spostano fuori regione per andare a curarsi in altre strutture, con un bilancio della mobilità passiva di milioni di euro”. 

Rapporto Gimbe, Bori (Pd): “Gli umbri rinunciano a curarsi”

“Non era così fino a qualche anno fa, quando c’era invece un salto positivo in Umbria di mobilità sanitaria” riferisce, nel dettaglio, il segretario regionale del Partito democratico Tommaso Boricommentando i dati del Rapporto Gimbe sulla sanità in Umbria. “Preoccupa – dice – il dato sulle famiglie che rinunciano a curarsi. La Giunta Tesei, su questo, va peggio della media nazionale: una famiglia su dieci rinuncia a curarsi (9,2 per cento contro la media nazionale del 7,6 e il risultato umbro dello scorso anno dell’8,1)”.

“Chi rinuncia, ovviamente, lo fa per le lunghe attese nel pubblico e per le difficoltà di accesso alle cure dovute, ad esempio, all’impossibilità di spostarsi per usufruire delle prestazioni e per i costi insostenibili o delle trasferte o del privato – spiega, quindi, Bori – Un fatto preoccupante, che mina alle basi i principi di universalità del Sistema sanitario nazionale e che crea cittadini di serie A, che riescono a permettersi assistenza privata, e cittadini di serie B, che rinunciano o si impoveriscono”. 

“Non dimentichiamo che, tra le altre cose – aggiunge il consigliere dem – 6mila famiglie sono scese sotto la soglia di povertà per pagarsi le cure e 14mila spendono un quinto del proprio stipendio in esami medici e terapie“.

Bori (Pd): “Umbria terza regione in Italia per riduzione di medici”

Per il segretario umbro del Partito democratico Tommaso Bori, quello delineato dal Rapporto Gimbe sulla sanità in Umbria è “un quadro disastroso, inevitabile con un’assistenza territoriale su cui si è tagliato invece di investire”.

“Sempre il Rapporto Gimbe certifica, infatti, che le case di comunità attive siano zero. Nessuna – prosegue il consigliere Bori – Case di comunità che, invece, dovevano essere la chiave di volta per l’assistenza territoriale e per la presa in carico del paziente al di fuori delle strutture ospedaliere. Oggi, invece, i cittadini si riversano negli ospedali, in cui gli operatori sono sempre di meno e sempre di più sottopagati. Le strutture così vanno sotto pressione, i medici scappano e se non riesci a curarti e te lo puoi permettere, vai al privato. Altrimenti rinunci mettendo a rischio la tua salute”.

“Infine – conclude Bori – sul rapporto personale dipendente/cittadini quello che la destra non dice è che l’Umbria è la terza regione con la riduzione maggiore di medici di medicina generale, ovvero quelli che stanno sul territorio, a contatto con i pazienti, in calo del 14,4 per cento. Il settore, dunque, è in piena crisi e la presidente Tesei non può certo lavarsene le mani, ma questo gli umbri lo sanno”.