04 Sep, 2025 - 13:20

Sanità umbra, si allarga il fronte dei sindaci del Sud: dopo Bandecchi anche Tardani contro la Regione

Sanità umbra, si allarga il fronte dei sindaci del Sud: dopo Bandecchi anche Tardani contro la Regione

Non c’è soltanto Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, ad annunciare il voto contrario al bilancio preventivo della USL Umbria 2. Alla sua protesta si aggiunge ora anche la posizione critica di Roberta Tardani, sindaca di Orvieto, che rompe gli equilibri interni e apre un fronte inedito nella Tuscia. Una mossa che complica ulteriormente il lavoro del neo direttore generale Roberto Noto, chiamato a gestire un’assemblea dei sindaci spaccata e costretta a rinviare l’espressione del parere.

Il tema è politico e insieme strategico: il riequilibrio della sanità territoriale in Umbria. Un capitolo delicato che, per la Regione guidata dal centrosinistra, rischia di trasformarsi in terreno di scontro. Terni spinge sul nuovo ospedale e chiede garanzie, mentre Orvieto rifiuta di essere relegata ai margini della programmazione sanitaria regionale.

La campagna elettoralecontro Tardani e il nodo delle promesse mancate

La posizione di Roberta Tardani pesa ancora di più perché arriva dopo una campagna elettorale combattuta proprio sulla sanità. La sindaca di Orvieto, rieletta a giugno, aveva subito una campagna elettorale ostilesulla difesa dell’ospedale e sul rafforzamento dei servizi territoriali.

In quella fase, i risultati concreti ottenutie il consenso personale sulla continuità dell'azione amministrativa,avevano convinto gli elettori. Ma oggi la prima cittadina denuncia un’inversione di tendenza. “Mentre altri hanno perso la voce, noi non spegniamo la luce su Orvieto”, ha scritto in un post sui social.

Secondo Tardani, le scelte in materia di investimenti infrastrutturali rischiano di penalizzare proprio la città del Duomo, lasciata ai margini del dibattito regionale. “Non sfugge a nessuno che il dibattito attuale sia concentrato su Terni, Narni-Amelia, Foligno e Spoleto e che su Orvieto si siano spente le luci”, ha osservato.

Le domande rimaste senza risposta: personale e ospedale di comunità

Durante la Conferenza dei sindaci, Tardani ha posto questioni precise al direttore generale della USL: “Quali e quanti sono gli investimenti previsti per risolvere le carenze di personale dell’ospedale di Orvieto e quali le prospettive per il funzionamento della Casa e dell’ospedale di comunità in via di realizzazione?”

Domande che, però, non hanno avuto risposte. La seduta si è chiusa con un rinvio, a testimonianza di un clima teso. Nel suo intervento la sindaca ha sottolineato come, malgrado gli annunci e le promesse, le criticità si siano aggravate. “Ci ricordiamo le polemiche per il reparto di Urologia privo di professionisti? E per la Ginecologia e l’Ortopedia? È cambiato qualcosa? Purtroppo no”.

Il riferimento è alle liste d’attesa interminabili, alla carenza di personale medico e alle difficoltà nel mantenere i reparti operativi. “L’unica differenza rispetto al passato è il battage mediatico che per mesi ha accompagnato e fatto da megafono alle criticità, ma oggi sembra essersi spento”, ha aggiunto Tardani.

Il nodo dei costi: Narni-Amelia e il peso sui bilanci

Sul tavolo resta la questione dell’ospedale di Narni-Amelia, il cui costo sarà interamente a carico della USL Umbria 2. Una scelta che, denunciano alcuni sindaci tagliati fuori dalla partita, finirà per scaricare l’indebitamento necessario su tutti i Comuni del territorio.

Terni chiede garanzie sul nuovo ospedale e sul futuro della struttura cittadina. Orvieto, dal canto suo, rivendica pari dignità e non intende accettare il ruolo di fanalino di coda. È questo il quadro che ha portato l’assemblea a rinviare ogni decisione, segnando una spaccatura politica che mette in difficoltà la Regione.

Tardani: “Orvieto non tornerà ai margini”

Il messaggio finale di Roberta Tardani è chiaro: “Questa amministrazione, coerentemente con quanto fatto in questi anni, continuerà a lavorare per far sì che in Regione non si spengano i riflettori su Orvieto, che sia chiaro il ruolo del nostro ospedale nel contesto regionale e che si dia seguito alle tante promesse fatte”.

E ancora: “Questo territorio non può tornare ai margini e merita le giuste risposte alle esigenze e ai bisogni di salute dei cittadini”. Parole che si aggiungono a quelle di Bandecchi e che certificano un fronte di sindaci deciso a non concedere un via libera al bilancio senza garanzie concrete.

Per il nuovo direttore generale Roberto Noto, insomma, un inizio tutt'altro che semplice da affrontare e con la prima grande partita, quella dei bilanci, già aperta. E l’Umbria si trova di fronte a una discussione che, partendo dai numeri del preventivo USL, rischia di ridisegnare gli equilibri della sanità regionale.

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Federico Zacaglioni
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