Quasi 200 milioni di euro in rosso, questa la voragine che sta mettendo in ginocchio il sistema della sanità umbra. Tra passivi record delle aziende sanitarie e ospedaliere e uno scenario economico in continuo peggioramento, la Regione si trova davanti a un bivio cruciale. Le cifre parziali fanno già tremare le fondamenta della sanità pubblica, mentre si attendono le conferme ufficiali dei dati per comprendere la reale portata del problema.
Sanità, bilanci regionali sotto pressione
La sanità umbra si trova in una fase di grave difficoltà economica. Dai dati preliminari diffusi da Palazzo Donini emerge un disavanzo complessivo di 182 milioni di euro. Questo quadro, ancora in attesa di conferma definitiva prevista per il 31 gennaio, mostra uno scenario complesso e una gestione finanziaria che richiederà interventi decisi.
La presidente della Regione, Stefania Proietti, ha parlato della necessità di agire con determinazione durante l’assemblea legislativa. “Serve una grande operazione di trasparenza e verità sui conti della sanità. C’è un problema reale di bilancio che va oltre la certificazione del Mef, e i bilanci delle aziende devono avere autonomia”, ha spiegato. Ha inoltre anticipato che sarà indispensabile una “terapia d’urto” per correggere la rotta.
Il deficit delle aziende sanitarie e ospedaliere
Il bilancio al terzo trimestre del 2024 mostra un disavanzo che potrebbe raggiungere i 200 milioni di euro. Questo include i passivi delle principali aziende sanitarie regionali. L’Usl 2 registra una perdita di oltre 100 milioni di euro, seguita dall’Usl 1 con un deficit di circa 49 milioni. Le aziende ospedaliere di Perugia e Terni riportano, rispettivamente, 20 e 13 milioni di rosso.
Le cause del dissesto vanno oltre le conseguenze della pandemia. A pesare sono anche i costi energetici e l’incapacità strutturale di generare economie di scala, con una rete di strutture disperse sul territorio. Questi problemi, già denunciati dall’ex assessore Luca Coletto a fine 2022, si sono aggravati fino a rendere reale quel “disavanzo potenziale” di 200 milioni di cui si parlava allora.
Risorse straordinarie e interventi mancati
Per tappare le falle nel 2023, la Regione ha stanziato 93 milioni di euro, attingendo a fondi straordinari. Queste risorse comprendevano 40 milioni derivanti dal payback per la spesa farmaceutica ospedaliera, 47,7 milioni di contributo statale per dispositivi medici e 5 milioni da fondi europei rimodulati. Nonostante queste iniezioni di liquidità, il quadro economico non ha trovato una stabilità.
Un atto di Palazzo Donini sottolineava come la Regione soffra di un deficit strutturale alimentato nel tempo, aggravato da inflazione e dalla necessità di recuperare prestazioni arretrate. Il sistema sanitario regionale ha risentito inoltre delle dinamiche macroeconomiche globali, con costi inflattivi e un’organizzazione dispersiva che incrementa i costi fissi.
Le sfide per il 2025
Il tema della sanità in Umbria è uno dei temi più forti e problematici che la nuova giunta regionale deve affrontare in fretta e di petto. Ad aprile scorso, per sostenere la funzionalità della rete ospedaliera, la Regione ha destinato ulteriori 93 milioni di euro. Tuttavia, queste risorse non bastano a risolvere un problema ormai cronico. La presidente Stefania Proietti ha ribadito in aula che i bilanci delle aziende umbre continuano a peggiorare nonostante la fine dell’emergenza pandemica.
“Quando la pandemia è terminata i bilanci delle aziende umbre hanno continuato a peggiorare. Abbiamo chiesto ai direttori sanitari i dati per essere in grado di intervenire. C’è un bilancio regionale e ci sono i bilanci aziendali, che devono avere una vita propria. Il 31 gennaio le aziende devono fornire i dati della certificazione ma posso anticipare che servirà una terapia d’urto. Non ci sono più i fondi accantonati per l’emergenza covid. I numeri del bilancio non restituiscono una situazione rosea”, ha dichiarato.