04 Apr, 2025 - 10:15

Sanità in Umbria: Sindacati e Regione a confronto sul disavanzo di bilancio – "Servono soluzioni, non possono essere sempre i cittadini a pagare”

Sanità in Umbria: Sindacati e Regione a confronto sul disavanzo di bilancio – "Servono soluzioni, non possono essere sempre i cittadini a pagare”

Si intensifica il confronto tra i sindacati e la Regione Umbria sulla gestione del disavanzo sanitario e sulle misure economiche che l'ente intende adottare per riequilibrare i conti. “Ci aspettiamo di capire quali sono le operazioni di modifica che la giunta della Regione Umbria vuole mettere in campo rispetto alla prima delibera di marzo, sapendo che gravare sulle persone che vivono di pensioni e di stipendi non è possibile, non possono essere sempre i cittadini a pagare”, dichiarano i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maria Rita Paggio, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari, in occasione dell'incontro del 3 aprile. Il tavolo di discussione, avviato con i vertici regionali, mira a trovare soluzioni concrete e sostenibili in vista dell'approvazione della manovra finanziaria regionale, prevista entro il 15 aprile.

Un nuovo confronto è già stato fissato per il 7 aprile, data cruciale per determinare la posizione definitiva delle sigle sindacali e le eventuali azioni da intraprendere per tutelare lavoratori e cittadini.

Un buco da 73 milioni di euro: le cifre del disavanzo

Secondo il parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il fabbisogno complessivo da coprire nel settore sanitario umbro ammonta a 73 milioni di euro. Di questi, 34 milioni derivano dal disavanzo d’esercizio sanitario del 2024, mentre altri 39 milioni riguardano il "fondo di dotazione" negativo delle aziende sanitarie. Si tratta di cifre significative, che richiedono un’azione strutturale e non misure emergenziali a carico dei cittadini.

"Per noi è fondamentale che ci sia una discussione complessiva sul nuovo Piano sanitario regionale per capire come si è arrivati a questo punto e come si può evitare che accada di nuovo. La preoccupazione che abbiamo è chiarire qual è la prospettiva per una inversione di tendenza del sistema sanitario regionale, che così com'è non funziona”, sottolinea Maria Rita Paggio. Le criticità evidenziate includono la gestione delle liste d’attesa, l’assistenza ai non autosufficienti e la sanità territoriale.

La richiesta dei sindacati

Durante il confronto del 3 aprile, i rappresentanti sindacali hanno ribadito la necessità di un intervento strutturale che vada oltre la semplice gestione del deficit. “Ieri (2 aprile, ndr) abbiamo fatto chiarezza sui numeri. Il disavanzo in sanità ammonta a 34 milioni di euro, un dato che si è consolidato negli ultimi cinque anni. Abbiamo chiesto di accantonare la delibera di marzo e affrontare le cause che hanno portato da una sanità attiva a una sanità passiva”, dichiara Angelo Manzotti.

La proposta avanzata dai sindacati prevede un piano sanitario non più incentrato esclusivamente sugli ospedali, ma che tenga conto anche delle necessità dei cittadini a livello territoriale. “Un piano sanitario non più centrato sugli ospedali, ma che risponda sul territorio alle esigenze dei cittadini”, precisa Manzotti, evidenziando la necessità di una riorganizzazione complessiva del sistema.

Nessun passo indietro da parte della Regione

Nonostante la disponibilità al confronto, i sindacati denunciano l’atteggiamento rigido della Regione, che non sembra intenzionata a rivedere la delibera di marzo. “Non penso che una manovra del genere sia accettabile. Non si è fatto un passo indietro da parte della Regione, non credo che lunedì qualcosa cambi, andremo all’incontro ma le prospettive non sono rosee”, afferma il segretario della Uil, Maurizio Molinari.

Oltre alle criticità legate alla sanità, i sindacati sollevano preoccupazioni più ampie sulla tenuta economica dell’Umbria e sulla mancanza di strategie efficaci per stimolare la crescita del PIL regionale. “Sappiamo che l’economia umbra ha bisogno di una sterzata e di una politica che pensi a come riportare il Pil in positivo cercando di trovare nuove formule. Le scelte deve farle la politica, non è possibile che ogni volta che c'è un buco il bancomat devono essere i cittadini”, conclude Molinari.

Il ruolo dei fondi europei e le prospettive per il futuro

Un altro tema centrale del dibattito riguarda l’utilizzo dei fondi del PNRR e della programmazione comunitaria 2021-2027 per rafforzare il sistema sanitario regionale. “Abbiamo bisogno di investire per il futuro, oggi più che mai in questa fase di crisi economica. Per questo i fondi del Pnrr e la programmazione dei fondi comunitari 21-27 sono essenziali. Se non possiamo contare almeno su queste risorse, il sistema economico regionale rischia molto”, avverte Paggio.

Tuttavia, permane un nodo critico: “È importante capire come modificare strutturalmente le risorse destinate ai bilanci delle aziende sanitarie, il cui disavanzo non è stato mai reso noto nei cinque anni passati, tanto più in un momento nel quale si aggiungono i tagli previsti dalla Legge nazionale di bilancio”. Secondo le informazioni emerse, l’unica leva finanziaria utilizzabile per il 2025 sarebbe l’aumento dell’Irpef, una misura che preoccupa i sindacati: “Chiediamo di riprendere in mano il tema dell’evasione fiscale. Se si agisce sull’Irpef si va sui redditi che di sicuro non evadono, bisogna trovare strade che diano maggiore equità e questa è una strada stretta”, conclude Paggio.

Emergenza del personale sanitario: la fuga dei professionisti e il rischio per il sistema regionale

Uno degli aspetti più critici evidenziati dai sindacati riguarda la progressiva fuga dei professionisti sanitari dall'Umbria, un fenomeno che ha indebolito il sistema regionale e compromesso la qualità dei servizi. “Nel 2018 la sanità umbra portava nel bilancio +20 milioni di euro per la mobilità attiva. Nel corso degli anni abbiamo perso professionisti anche perché in Umbria non ci sono più molte scuole di specializzazione. Mettiamo in atto azioni per essere di nuovo un territorio attrattivo che porti luminari e quindi generi economia”, evidenzia Manzotti.

In questo scenario di crescente incertezza, l’incontro del 7 aprile rappresenterà un passaggio cruciale per comprendere se la Regione intenda accogliere le istanze dei sindacati o se il muro contro muro sfocerà in nuove mobilitazioni. Il futuro della sanità umbra appare sospeso tra la necessità di interventi strutturali e l’urgenza di risposte concrete da parte delle istituzioni, chiamate a scongiurare un ulteriore deterioramento del sistema sanitario regionale.

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Francesco Mastrodicasa
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