“E’ proprio per situazioni come quella di Emilio che noi abbiamo portato avanti la mobilitazione sanitaria in tutta la regione, con tutte le forze politiche che credono nella sanità pubblica” è quanto dichiara in esclusiva a Tag24 Umbria Tommaso Bori, segretario regionale del Partito democratico in Umbria, a proposito di sanità.
Il segretario regionale del Pd fa riferimento, nella fattispecie, alla testimonianza di un cittadino di Perugia, Emilio Cassese, imprenditore nel settore immobiliare e cultore della materia ‘Storia dell’Europa orientale’ all’Università degli Studi di Perugia.
“Nelle strutture manca il personale sanitario, che è sotto stress e sotto organico” ribadisce Bori che, da medico, ha sempre fatto della tutela della sanità pubblica un tema chiave della sua agenda politica.
“Mancano le strumentazioni, le risorse finanziarie – aggiunge – e manca soprattutto una regia chiara per la sanità pubblica che favorisce soltanto la privatizzazione” .
La testimonianza di Emilio Cassese
“Non si può tacere dinanzi a tali assurdità, non si può sottacere alle ingiustizie e all’impotenza della malasanità“ esordisce Emilio Cassese, raccontando la sua testimonianza a Tag24 Umbria dopo aver inviato una pec che esprime forte indignazione all’Usl Umbria 1, all’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, all’istituto clinico Tiberino e al ministero della Sanità.
“Mio padre 15 giorni fa è stato ricoverato d’urgenza al Silvestrini per un’ischemia bilaterale agli arti inferiori – narra – Dopo 3 operazioni per la rimozione dei trombi e 16 ore di interventi totali, purtroppo è stata necessaria l’amputazione della gamba sinistra. L’arto oramai era compromesso e il gruppo di Massimo Lenti, in cardiochirurgia vascolare, hanno fatto il possibile per salvare sia mio padre che l’arto”.
“Il 2 maggio lo hanno dimesso – prosegue nella narrazione – con la promessa di un percorso riabilitativo presso la nota struttura di Umbertide (istituto clinico Tiberino) che lo avrebbe dovuto mettere nelle condizioni di recuperare”.
“Alcuni giorni fa, senza nessun preavviso, mail o lettera, viene contattata mia madre (78 anni) telefonicamente – aggiunge Emilio – ‘salve, mi dispiace non è più disponibile il posto per suo marito. l’Istituto non ha ritenuto necessario il ricovero per riabilitazione. Motivazione: “patologie concomitanti (?) e scarso budget UMBRIA 1“.
“Morale della favola: Ho dovuto portare mio padre e mia madre a casa mia. E se non ci fossi stato? Se i miei genitori non avessero avuto figli? – incalza Cassese – Oltre alla gamba a mio padre è stata chiaramente amputata la dignità di paziente e di essere umano“.
“Non è questione di destra o sinistra, ma di rispetto per il cittadino e attenzione al suo benessere, fisico e psicologico! Questa é la mia di storia, ma tanti di voi avranno la loro storia. É questa l’Italia che vogliamo? Una sanità privata?” conclude, auspicando una risposta esaustiva da parte delle istituzioni cui si è rivolto in cerca di un chiarimento.
Sanità in Umbria, Bori lancia il manifesto
Il segretario regionale del Partito democratico in Umbria Tommaso Bori, lo scorso 26 aprile, ha promosso l’organizzazione dell’incontro ‘Prima la salute’ al Barton Park – Green Business Center di Perugia in materia di sanità, con particolare riguardo alla salvaguardia del diritto alla salute.
L’occasione è stata utile a presentare il manifesto che “denuncia con puntualità le principali criticità del sistema sanitario regionale – scrive Bori in un post – e rilancia la necessità di interventi urgenti per garantire un accesso equo e di qualità alle cure per tutti i cittadini: 1 paziente su 10 rinuncia alle cure a causa dei costi e degli spostamenti troppo onerosi”.
“Metà del personale sanitario – continua il segretario regionale del Pd – è in uno stato di burnout, a causa di pensionamenti e mancate assunzioni che hanno portato a un sovraccarico di lavoro e turni massacranti“.
“Il manifesto racchiude delle proposte che mirano a migliorare l’accesso al SSR, la sua qualità ed efficienza per tutti – fa sapere ancora – in particolare tramite investimenti, nuove assunzioni e l’azzeramento delle liste d’attesa“.