"Che la sanità fosse fuori controllo, a scapito dei cittadini e delle cittadine che hanno toccato con mano i disservizi, era un elemento a noi noto, lo abbiamo denunciato da tempo e non rimaniamo affatto sorpresi dalle cifre emerse in questi giorni. Non è da ora che denunciamo la situazione critica dei bilanci della sanità regionale e i tagli alle Regioni portati avanti dal governo nazionale, ma a ripagare questo deficit di 90 milioni di euro non possono essere i lavoratori, i pensionati e i cittadini delle fasce medio-basse, che già devono fare i conti con stipendi molto al di sotto della media nazionale".
Con queste parole, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria esprimono la loro ferma opposizione agli aumenti di Irpef, Irap e bollo auto annunciati dalla Regione. Una misura che, secondo i sindacati, colpisce duramente le fasce più vulnerabili della popolazione, già provate da condizioni economiche difficili.
Le organizzazioni sindacali sottolineano come la nuova manovra economica vada ad aggravare una situazione sociale ed economica già critica. “Questa manovra – spiegano le organizzazioni sindacali – va a incidere su una situazione già grave, in una regione dove sempre più si stanno affermando le nuove povertà a causa di salari bassi, precarietà e lavoro di scarsa qualità. Non possiamo accettare nuovi aumenti di tasse che colpiscano i lavoratori e i pensionati. Per questo, sin dal pomeriggio di venerdì 21 marzo, abbiamo chiesto un incontro urgente con i vertici della Regione Umbria affinché ritorni sui suoi passi e rimoduli questa manovra".
Il timore dei sindacati è che i nuovi rincari fiscali possano aggravare ulteriormente le difficoltà di chi già fatica ad arrivare a fine mese. A essere maggiormente penalizzati, secondo Cgil, Cisl e Uil, sarebbero proprio coloro che già subiscono le conseguenze di stipendi inferiori alla media nazionale e di un mercato del lavoro segnato da precarietà e scarse tutele.
Oltre a contestare il contenuto della manovra economica, i sindacati puntano il dito contro il metodo adottato dalla Giunta regionale, accusata di aver escluso le parti sociali da un dialogo preventivo.“Colpisce invece – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – il mancato coinvolgimento preventivo da parte della Giunta regionale che nei primi incontri che abbiamo avuto aveva annunciato invece di aprire una nuova stagione di confronto con le parti sociali. Serve, dunque, urgentemente un tavolo che possa riannodare un filo di dialogo e di confronto fondamentale per governare una regione piccola, ma complessa, come l’Umbria".
Secondo i rappresentanti sindacali, il dialogo con le istituzioni è fondamentale per affrontare le sfide di una regione come l’Umbria, caratterizzata da un tessuto economico fragile e da un crescente disagio sociale. L’assenza di un dialogo strutturato e continuativo, avvertono, rischia di aggravare le tensioni, aumentando le difficoltà di chi già si trova in condizioni di precarietà economica.
Di fronte a una situazione economica già critica, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil sollecitano l’apertura immediata di un tavolo di confronto per rivedere la manovra fiscale proposta dalla Giunta regionale. “Serve, dunque, urgentemente un tavolo che possa riannodare un filo di dialogo e di confronto fondamentale per governare una regione piccola, ma complessa, come l’Umbria. È necessario che la manovra che si vuole predisporre eviti di mettere in difficoltà gli umbri, già alle prese con stipendi bassi, lavori precari, inflazione e caro energia”, dichiarano le organizzazioni sindacali.
Per i sindacati, un confronto serio e strutturato è indispensabile per costruire politiche fiscali più giuste, che non aggravino il peso economico su chi vive già situazioni di difficoltà. La richiesta è chiara: evitare misure che colpiscano i lavoratori e i pensionati, categorie già penalizzate dall’aumento del costo della vita e da un mercato del lavoro segnato da precarietà e retribuzioni insufficienti.
L'auspicio di Cgil, Cisl e Uil è che la Regione accolga l’appello al dialogo e riconsideri le proprie decisioni. In assenza di un confronto concreto, avvertono i sindacati, il rischio è quello di acuire ulteriormente le disuguaglianze sociali e aggravare le condizioni economiche di migliaia di cittadini umbri.