Un clima di forte preoccupazione avvolge lo stabilimento Sangraf Italy di Narni, azienda specializzata nella produzione di elettrodi di grafite per acciaierie, dove è in atto una crisi conclamata. I sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, congiuntamente alle Rsu aziendali, denunciano il mancato pagamento degli stipendi e difficoltà produttiveormai croniche.
Secondo un comunicato congiunto delle sigle sindacali, la situazione risulta sempre più insostenibile e richiede interventi urgenti da parte della proprietà e delle istituzioni. L’allarme è lanciato in toni neutrali ma decisi: stipendi non pagati, impianti fermi a singhiozzo e futuro occupazionale incerto sono al centro della vertenza.
Il punto di rottura segnalato dai sindacati riguarda le retribuzioni non corrisposte. "Avrebbero dovuto essere pagate il 10 giugno, ma questo mese i lavoratori dell’azienda Sangraf di Narni non hanno ancora ricevuto le loro mensilità" riferiscono Filctem, Femca e Uiltec nel comunicato congiunto. Secondo quanto dichiarato dalle organizzazioni sindacali, il consueto accredito dello stipendio previsto per il giorno 10 non è arrivato, lasciando decine di famiglie senza salario e aggravando ulteriormente il clima di incertezza. I rappresentanti dei lavoratori definiscono questo episodio come "la goccia che fa traboccare il vaso", indicando che dopo mesi di difficoltà è stato superato il limite della sopportazione. Il mancato pagamento degli stipendi, pur essendo l’elemento più immediato e tangibile, è sintomo di problemi ben più profondi nella gestione aziendale secondo i sindacati.
Alla base della crisi Sangraf, sempre secondo le fonti sindacali, vi sono difficoltà produttive gravi e prolungate. Da mesi lo stabilimento di Narni viaggia a ritmi ridotti: la produzione – riferiscono i sindacati – procede "sotto gli standard minimi di volume necessari alla sostenibilità".
Questo significa che l’azienda non riesce a raggiungere i livelli produttivi indispensabili per coprire i costi e mantenere l’equilibrio economico. La conseguenza diretta è stata l’esaurimento degli ammortizzatori sociali ordinari: tutta la cassa integrazione ordinaria è già stata utilizzata e Sangraf ha dovuto richiedere l’attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs). Il ricorso alla Cigs conferma la situazione di crisi industriale conclamata. Secondo quanto riportato dalle sigle sindacali, la produzione sotto ai minimi perdura da tempo, compromettendo la sostenibilità dello stabilimento e lasciando presagire un futuro incerto se non si invertirà la rotta.
Le parti sociali mantengono un tono fermo ma equilibrato nell’esporre le rispettive posizioni. Da un lato, i sindacatidenunciano come inaccettabile l’operato della proprietà: Filctem, Femca e Uiltec affermano che la direzione aziendale mostra "segnali preoccupanti e contraddittori" rispetto alle dichiarazioni ufficiali. I rappresentanti dei lavoratori sottolineano che, a dispetto delle rassicurazioni fornite negli incontri, l’azienda non ha onorato l’impegno di pagare gli stipendi entro la data concordata, alimentando sfiducia. Secondo quanto dichiarato dalle sigle sindacali, inoltre, non vi è chiarezza sul piano industriale dopo luglio, il che accresce il timore di uno stop produttivo imminente.
Dal canto suo, la proprietà ha fornito la propria versione dei fatti (così come riferita dai sindacati nel comunicato). L’azienda sostiene che il rallentamento produttivo sia dovuto al mercato in crisi e all’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Tali fattori esterni avrebbero inciso pesantemente sugli ordinativi e sui margini, costringendo Sangraf a ridurre i volumi.
La proprietà ha anche più volte ribadito, in sede di confronto sindacale, che lo stabilimento di Narni è ritenuto "strategico" per il gruppo e che c'è volontà di garantirne la continuità produttiva. I sindacati però mettono in dubbio queste rassicurazioni: finora – osservano – ai proclami non sono seguiti fatti concreti, e la situazione dei lavoratori continua a peggiorare. Emblematico, secondo le rappresentanze sindacali, è proprio il mancato pagamento degli stipendi di giugno nonostante le promesse, elemento che mina la credibilità delle dichiarazioni aziendali.
Oltre agli aspetti economici, il comunicato sindacale illumina una situazione degli impianti preoccupante. Già dallo scorso marzo il forno principale dello stabilimento è stato fermato, segno di un drastico calo dell’attività produttiva, accompagnato dallo spegnimento temporaneo della caldaia. In seguito, entrambe le apparecchiature sarebbero state rimesse in marcia, ma a regime ridotto.
Attualmente, riportano i sindacati, la fabbrica sta lavorando utilizzando solo le materie prime già presenti in stabilimento, senza nuovi approvvigionamenti, indice di una produzione in fase di esaurimento. Inoltre, le condizioni operative vengono definite difficili: il personale è insufficiente a coprire i turni (si parla di carenza di organico) e vi sono diverse problematiche tecnico-produttive che rendono precario il funzionamento quotidiano degli impianti.
Un altro elemento citato è la sospensione di progetti di sviluppo: nonostante la proprietà continui a dichiarare strategica la produzione di elettrodi a Narni, mesi fa è stato bloccato lo sviluppo del progetto "Sanod", presentato in passato in pompa magna come investimento per il futuro. Questo stop alimenta ulteriormente i dubbi sulla reale volontà di investire nello stabilimento narnese. In sintesi, lo stato degli impianti e dell’organizzazione produttiva riflette una fase di stallo che contribuisce alla crisi complessiva di Sangraf.