20 Apr, 2025 - 15:00

San Guido riapre le porte: torna la vita nel cuore verde del Gualdese

San Guido riapre le porte: torna la vita nel cuore verde del Gualdese

Il profumo dei boschi, il silenzio delle vette, il canto degli uccelli e il sapore delle cose semplici e buone. Dopo anni di chiusura e abbandono, lo storico Ristorante di San Guido tornerà a vivere grazie a una sinergia tutta gualdese, fatta di passione per il territorio, amore per le tradizioni e spirito di comunità.

È stata ufficializzata in questi giorni l’intesa tra l’associazione culturale “Capezza” e la Comunanza Agraria “Appennino Gualdese”, che ha concesso in comodato d’uso gratuito la pertinenza e l’area circostante dell’ex ristorante, punto di riferimento per generazioni di gualdesi, escursionisti, famiglie e buongustai.

A dare l’annuncio è stato Fabio Pasquarelli, presidente dell’associazione Capezza, che ha parlato di “un momento simbolico e importante per la nostra comunità”, ringraziando la presidente della Comunanza Nadia Monacelli e l’intero consiglio di amministrazione “per la fiducia e la disponibilità dimostrata”.

Il progetto prevede il rilancio dell’area attraverso eventi culturali, musicali e gastronomici, con un primo calendario estivo che sarà presentato nei prossimi giorni in conferenza stampa.

San Guido: natura, accoglienza e sapori autentici

Chi è nato o ha vissuto a Gualdo Tadino conosce bene il fascino di San Guido, luogo immerso tra i boschi dell’Appennino, a due passi dal valico della Madonna della Cima. Un punto d’incontro, non solo geografico ma anche affettivo, che ha fatto da sfondo a passeggiate domenicali, gite scolastiche, scampagnate, pranzi in compagnia e tramonti indimenticabili.

“Per noi San Guido è sempre stato un simbolo di ospitalità e semplicità, racconta un residente storico. “C’era chi veniva per la cucina casalinga, chi per il panorama, chi solo per stare all’aria aperta. Era il nostro rifugio.

Questa iniziativa si inserisce nella lunga tradizione di accoglienza dell’area gualdese, terra di passaggio tra l’Umbria e le Marche, crocevia di pellegrini, commercianti, turisti e viandanti.

A Gualdo Tadino si è sempre mangiato bene e dormito meglio. Qui l’ospitalità è fatta di piatti caldi e parole genuine, di natura incontaminata e strette di mano sincere. San Guido rappresentava tutto questo, e ora è pronto a tornare a essere una tappa obbligata per chi cerca relax, autenticità e gusto.

L’area di San Guido offre uno dei panorami più suggestivi del territorio gualdese. Incastonata tra boschi di faggio, querce e castagni, si apre su una valle ampia e silenziosa, dove la vista spazia fino al Subasio e ai rilievi marchigiani.

È un luogo perfetto per trekking, escursioni in mountain bike, pic-nic e fotografia naturalistica. Ma è anche un angolo di paradiso per gli amanti della buona cucina, con prodotti a km zero come:

  • tartufi neri e bianchi

  • funghi porcini

  • miele millefiori

  • salumi di maiale brado

  • formaggi pecorini stagionati in grotta

  • e naturalmente, l’acqua purissima delle sorgenti montane

“Qui la cucina è quella della nonna,” spiega Pasquarelli. “Gnocchi fatti a mano, crescia cotta sul testo, selvaggina cucinata a fuoco lento. Non dobbiamo inventarci nulla, dobbiamo solo riscoprire ciò che già abbiamo.”

Estate 2025: il risveglio di un luogo speciale

Il comodato firmato tra Capezza e la Comunanza rappresenta molto più di un’operazione logistica: è una dichiarazione d’amore per il territorio.

L’obiettivo dichiarato è quello di riqualificare l’area nel rispetto dell’ambiente, proponendo eventi culturali, giornate gastronomiche, incontri tra generazioni, attività per famiglie, concerti all’aperto e laboratori per bambini.

“Sarà un’estate di rinascita e partecipazione, annuncia il presidente di Capezza. “Non sarà solo un ristorante: sarà un centro di vita e cultura, dove far crescere idee, incontri e comunità.”

A rendere possibile questo progetto è stato l’impegno congiunto di tanti volontari, che già da settimane si stanno adoperando per ripulire l’area, sistemare gli spazi verdi, recuperare arredi e strutture.

Molti degli interventi saranno realizzati grazie alla generosità di imprese locali, cittadini e fondi ottenuti attraverso piccole campagne di crowdfunding.

Anche le istituzioni stanno valutando un possibile sostegno alle attività: la riapertura di San Guido potrebbe infatti rientrare nei programmi di valorizzazione turistica e ambientale dell’area montana.

La Comunanza Agraria “Appennino Gualdese”, proprietaria dell’area, ha deciso di affidare gratuitamente il sito all’associazione Capezza, con un intento preciso: tutelare, rilanciare e condividere il valore storico e culturale di un bene collettivo.

“Abbiamo creduto in questo progetto perché nasce dal basso, è autentico e coinvolge la comunità”, ha dichiarato la presidente Nadia Monacelli. “San Guido non è solo un immobile: è un pezzo di identità gualdese, ed è giusto che torni a vivere.”

La riapertura del ristorante di San Guido è una storia a lieto fine, ma anche una scommessa sul futuro. In un’epoca in cui i piccoli borghi combattono contro lo spopolamento e la perdita di servizi, ogni iniziativa di questo tipo è un segnale forte.

Significa che le comunità possono ancora generare valore, che la montagna può ancora essere vissuta e amata, che la cultura dell’accoglienza, del cibo buono e delle relazioni autentiche è più viva che mai.

“Chi verrà a San Guido non troverà solo un piatto fumante,” conclude Pasquarelli, “ma un luogo dove sentirsi parte di qualcosa di vero. E questo, oggi, è forse il bene più prezioso di tutti.”

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Mario Farneti
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