03 Jun, 2025 - 15:30

San Giorgio ha ritrovato il suo popolo: identità, memoria e futuro nel Breve dei Merciai

San Giorgio ha ritrovato il suo popolo: identità, memoria e futuro nel Breve dei Merciai

“Sono veramente lieto di questa giornata, e soprattutto della successione che c’è stata tra me e l’attuale Presidente (Patrick Salciarini ndr), in un’ottica di piena, totale continuità”.
Con queste parole ha esordito il sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, durante la presentazione ufficiale del Breve dell’Arte dei Merciai, tenutasi il 1° giugno 2025 nella suggestiva cornice della Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio. Tra gl intervenuti, oltre al Sindaco, il Presidente della Famiglia dei Sangiorgiari Patrick Salciarini, i  professori Gianacarlo Pellegrini ed Euro Puletti, vari altri studiosi (Silvia Alunno, Fabrizio Cece, Giorgio Fondacci, Alberto Luongo, Filippo Paciotti) che hanno partecipato alla creazione del libro, il moderatore Gianluca Sannipoli. Un’occasione speciale, che è stata molto più della presentazione di un libro: un “ritorno alle radici”, come l’ha definito lo stesso sindaco.

“Oggi non presentiamo soltanto un volume. Rimettiamo a fuoco la nostra storia, ha affermato con convinzione.

Il Breve non è un semplice documento normativo, ma uno statuto originario, un cuore pensante dell’identità eugubina. Una fonte che racconta non solo cosa facevano i merciai, ma come vivevano, come pensavano, in cosa credevano.

Un cammino lungo e condiviso

Fiorucci ha voluto ricordare con emozione il proprio percorso all’interno della Famiglia dei Ceraioli di San Giorgio, di cui è stato presidente dal 2012 al 2018, e da cui tutto questo lavoro di riscoperta e ricostruzione è partito.

“Nel mio ruolo di presidente ho avuto il privilegio di guidare, insieme agli altri e all’attuale presidente, un percorso di ricostruzione identitaria. Allora eravamo più indietro di tutti”, ha ammesso con sincerità.

La forza simbolica di Sant’Ubaldo e la solida progettualità di Sant’Antonio facevano apparire  quella di San Giorgio come una famiglia che aveva smarrito il filo delle proprie origini. Eppure, quel filo esisteva, e portava dritto a una parola chiave: “merciare”.

Dalle origini al futuro: un progetto culturale, simbolico, spirituale

La riscoperta della propria identità non si è fermata ai racconti orali. È diventata azione concreta, iniziativa culturale, ricostruzione materiale e spirituale. Un vero progetto di comunità.

Fiorucci ha elencato con orgoglio alcune delle tappe più significative:

  • La celebrazione del 23 aprile, giorno della ricorrenza liturgica di San Giorgio.

  • L’investitura del Capodieci nella chiesa di Santa Maria alle Serre, antica sede della Corporazione dei Merciai.

  • La pubblicazione di un volume su San Giorgio Megalomartire, a cura dell’allora Capodieci Andrea Martiri.

  • Il ritrovamento della reliquia di San Giorgio e la sua collocazione sull’altare restaurato.

  • Le Lodi nella seconda cappelluccia, ridando voce alla tradizione sangiorgiana.

  • La ristrutturazione della Taverna, pensata come presidio culturale, non solo luogo di festa.

“Ogni simbolo, ogni gesto è servito a rimettere insieme una narrazione perduta, ha spiegato.

Simboli ritrovati: la lotta, il drago, la croce

Uno degli aspetti più toccanti dell’intervento è stato il riferimento alla rilettura dei simboli: immagini presenti da sempre nello stendardo sangiorgiano, ma di cui si era perso il significato.

“Avevamo una lonza mitologica e non sapevamo cosa significasse. Avevamo il drago da tutte le parti, senza capire perché c’era quel drago.

Grazie al lavoro dell’attuale Consiglio, oggi lo scudo di San Giorgio è decorato da una croce patente rossa, simbolo della lotta del bene contro il male. Un gesto di chiarezza visiva e di verità storica che, secondo Fiorucci, ha contribuito in modo decisivo alla costruzione di un’identità nuova, ma radicata.

Il Breve dei Merciai: uno specchio del passato e una guida per il futuro

Il Breve dell’Arte dei Merciai non è solo una testimonianza del lavoro e del commercio nei secoli passati. È la fotografia viva di una comunità solidale, attenta al prossimo, fondata su valori di mutuo soccorso e assistenza.

“Ci racconta non solo cosa facevano i nostri antenati, ma come vivevano, in che cosa credevano. E dentro quelle pagine emerge con forza una verità: non erano solo strutture economiche, ma comunità di solidarietà concreta.

Un messaggio quanto mai attuale in tempi di individualismo crescente. Per il sindaco, è proprio questo il cuore pulsante del progetto: una riscoperta che non si esaurisce nel passato, ma che vuole essere un segno per il futuro.

La tela di Carlo Della Porta e l’identità da completare

Un ulteriore richiamo del sindaco è andato alla tela di Carlo Della Porta, oggi conservata nei depositi della Pinacoteca di Città di Castello, raffigurante San Giorgio con la Vergine. Un’opera che, secondo Fiorucci, deve tornare a Gubbio.

È nostro dovere portarla a casa. Anche attraverso l’arte si completa il disegno della nostra identità.

Un disegno che – come ha sottolineato – non è solo recupero del passato, ma visione del futuro.

Ai giovani: nutrirsi di simboli, oltre la stanga

Nel suo discorso, Vittorio Fiorucci si è rivolto anche alle nuove generazioni, esortandole a comprendere il valore dei simboli e il significato profondo di una festa che non è solo tradizione, ma scuola di comunità.

Oggi avete di che nutrirvi, perché non di sola stanga si vive. Ogni simbolo richiama un concetto, un valore su cui riflettere e crescere”.

I luoghi del rito non devono essere solo spazi vuoti, ma presìdi identitari. La "tutela più alta della Festa", ha spiegato, non può che partire da ognuno di noi, e passa anche attraverso la formazione dei giovani ceraioli.

“Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi cosa significa il cielo, cosa significano i nostri simboli. Solo così manterremo viva la nostra identità”.

Un cammino che continua: il popolo sangiorgiano ritrova se stesso

Nel concludere il suo intervento, il sindaco ha voluto ringraziare con calore tutti i protagonisti di questo percorso: studiosi, ricercatori, membri della Famiglia di San Giorgio, e in particolare Patrick Salciarini, attuale presidente, per il suo spirito di dedizione e coraggio.

“Ha avuto il coraggio di guardarsi dentro, e credo continuerà su questo percorso virtuoso”.

Con un sorriso e una punta di emozione, Fiorucci ha lasciato al pubblico una frase che riassume tutto:

“San Giorgio ha ritrovato il suo popolo. E il popolo sangiorgiano sta ritrovando se stesso”.

Un’identità ritrovata, un futuro tracciato

La presentazione del Breve dell’Arte dei Merciai si è dunque rivelata un atto di comunità, memoria e visione. L’intervento del sindaco Fiorucci ha dato voce a un cammino collettivo che parte dai simboli per arrivare alla coscienza civile, e che affonda le radici nella storia per guardare con lucidità e passione al futuro.

In un’epoca in cui la memoria rischia di dissolversi e le tradizioni si svuotano, Gubbio dimostra di avere gli strumenti per ricostruire, custodire, rinascere. E il popolo sangiorgiano, con questo volume, ha fatto un passo deciso verso una nuova consapevolezza di sé.

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Mario Farneti
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