Giornata storica per l’Umbria: l’Aula della Camera dei Deputati ha dato il via libera all’istituzione del 4 ottobre – giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia – come festa nazionale. La proposta di legge, approvata con 247 voti a favore (solo 2 contrari e 8 astenuti), introduce un nuovo giorno festivo civile nel calendario italiano. L’iniziativa legislativa nasce anche in vista dell’ottavo centenario della morte di San Francesco, che ricorrerà nel 2026, e ora – dopo il sì quasi unanime di Montecitorio – passa al Senato per l’approvazione definitiva.
Nel pomeriggio del 23 settembre la Camera ha approvato in prima lettura la legge per rendere festivo il 4 ottobre, dedicato a San Francesco d’Assisi. L’iter parlamentare ha visto un sostegno trasversale: il provvedimento, presentato dall’on. Maurizio Lupi (Noi Moderati) insieme ad altri deputati, ha ottenuto consensi bipartisan, segno della forte condivisione attorno alla figura del Santo di Assisi. “L'Aula della Camera ha approvato con 247 voti a favore la proposta di legge per istituire la festa nazionale di San Francesco d'Assisi il 4 ottobre”, riportano le agenzie. La nuova festività civile comporterà la chiusura di scuole e uffici e i consueti effetti giuridici ed economici previsti per i giorni festivi in Italia.
Vale la pena ricordare che il 4 ottobre era già in passato una solennità civile: dal 1958, infatti, San Francesco (insieme a Santa Caterina da Siena) era celebrato come patrono d’Italia con riduzioni di orario di lavoro e cerimonie ufficiali. In seguito, però, durante le misure di austerità degli anni ‘70, nel 1977 la festa fu abrogata assieme ad altre ricorrenze civili. Da allora il 4 ottobre è rimasto una giornata celebrativa simbolica (dal 2005 riconosciuta come Giornata della pace, fraternità e dialogo), ma non più festivo nazionale. Con il voto odierno, dopo quasi mezzo secolo, San Francesco torna “festa rossa” sul calendario civile italiano.
Il provvedimento nasce dall’intento di restituire piena dignità civile alla ricorrenza del patrono d’Italia. L’8° centenario della morte del Santo, in programma nel 2026, ha dato ulteriore slancio all’iter parlamentare. Molti deputati hanno sottolineato che San Francesco rappresenta valori universali come pace, fraternità e rispetto per l’ambiente, elementi che oggi più che mai possono unire il Paese.
In Umbria – terra natale di San Francesco – la notizia è stata accolta con grande gioia dalle istituzioni e dalla comunità locale. La presidente della Regione, Stefania Proietti, che da sindaco di Assisi si era fatta promotrice dell’iniziativa già nel 2018, esprime soddisfazione per il traguardo raggiunto: «San Francesco è il patrono d’Italia, è la voce della pace, della fraternità e del rispetto. Rendere il 4 ottobre festa nazionale significa restituire al nostro Paese un segno di unità e di valori».
Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’amministrazione comunale di Assisi. “È un giorno storico per la nostra città, che vede finalmente riconosciuto in tutta Italia il messaggio universale del suo figlio più illustre”, commenta il sindaco di Assisi Valter Stoppini, sottolineando come il riconoscimento nazionale rafforzi il legame ideale tra Assisi e il Paese intero.
Particolarmente significativo è il plauso che giunge dalla comunità francescana di Assisi. I frati del Sacro Convento – custodi dei luoghi dove visse e morì San Francesco – accolgono con entusiasmo il primo via libera del Parlamento, auspicando che la nuova festività diventi anche momento di riflessione e crescita spirituale per il Paese. “Speriamo che non sia soltanto un rosso sul calendario ma che diventi un’opportunità per riflettere come comunità nazionale”, afferma fra Giulio Cesareo, portavoce dei frati di Assisi.
Per l’Umbria e Assisi, questo riconoscimento assume un valore sia simbolico che pratico. Dal punto di vista culturale e spirituale, rendere festivo il giorno di San Francesco significa rendere omaggio su scala nazionale al “santo della pace e dei poveri” e ai suoi ideali di fratellanza universale. Molti sottolineano come San Francesco – proclamato patrono d’Italia nel 1939 – sia da tempo un simbolo di unità per il Paese, al pari di altre festività civili.
Oltre all’aspetto valoriale, la decisione avrà importanti ricadute per il territorio umbro in termini turistici ed economici. Ogni anno Assisi è meta di centinaia di migliaia di pellegrini e visitatori in occasione della festa liturgica del 4 ottobre; con la giornata finalmente riconosciuta come festiva, è prevedibile un ulteriore aumento delle presenze. Gli operatori del settore accolgono con favore la novità: “La proclamazione del 4 ottobre come giorno festivo potrà allungare la stagione turistica autunnale, portando nuovi visitatori nei nostri borghi e nelle nostre città d’arte”, commenta Simone Fittuccia, presidente di Federalberghi Umbria.
Il ritorno del 4 ottobre tra le festività nazionali è visto come un tributo importante per la stessa Assisi, città-simbolo di San Francesco. In vista delle grandi celebrazioni per gli 800 anni dalla morte del Santo nel 2026, la decisione del Parlamento dona ulteriore slancio organizzativo e mediatico: le istituzioni umbre stanno già lavorando a eventi culturali, iniziative educative nelle scuole e progetti di valorizzazione francescana che accompagneranno questo percorso.
L’intera regione si prepara così a capitalizzare l’attenzione nazionale: dall’incremento del turismo alla diffusione dei messaggi di pace e dialogo cari a Francesco, la nuova festa potrà rappresentare un volano di sviluppo e un momento di orgoglio identitario per l’Umbria.