Contrastare il disagio giovanile e promuovere la salute mentale delle nuove generazioni: è questo l’obiettivo del bando recentemente pubblicato dalla Provincia di Terni nell’ambito del progetto nazionale “Province x Giovani. Insieme per il benessere e il protagonismo delle nuove generazioni”, promosso da Upi nazionale e dal Dipartimento per le Politiche giovanili e dal Servizio civile universale.
Il programma punta a creare una rete stabile di interventi dedicata ai giovani tra i 14 e i 35 anni, attraverso iniziative mirate alla prevenzione, all’ascolto attivo e al supporto psicologico. La partecipazione al bando, aperto fino al 6 novembre, è rivolta a enti pubblici, associazioni e organizzazioni del Terzo settore, chiamati a presentare progetti condivisi e realizzati in partenariato con scuole, Asl e università.
L'iniziativa, spiega la Provincia di Terni in una nota, ha l’obiettivo di prevenire e contrastare il disagio giovanile, promuovendo al contempo il benessere psico-sociale e il protagonismo attivo dei giovani. Le proposte progettuali dovranno includere percorsi di supporto psicologico, spazi di ascolto, attività sportive e iniziative di prevenzione volte a rafforzare le reti di socializzazione.
Particolare attenzione sarà dedicata allo sviluppo delle soft skills, quali resilienza, gestione delle emozioni, empatia e comunicazione efficace, riconosciute come strumenti fondamentali per prevenire l’isolamento e favorire relazioni interpersonali sane. Il programma prevede inoltre percorsi di educazione socio-affettiva e attività di sensibilizzazione mirate a individuare precocemente segnali di disagio, indirizzando i giovani verso i servizi territoriali di supporto.
La partecipazione al bando è riservata a progetti presentati da partenariati misti, che coinvolgano amministrazioni pubbliche, realtà del Terzo settore, associazioni giovanili, strutture sanitarie e istituti scolastici. La Provincia di Terni avrà il compito di coordinare le azioni sul territorio, “garantendo coesione e collaborazione interna ai partenariati, realizzando attività di animazione territoriale e monitorando costantemente l’attuazione del progetto”, si legge ancora nella nota ufficiale.
L’obiettivo, sottolinea l’amministrazione provinciale, è costruire una rete integrata di prevenzione capace di sostenere i giovani anche nei contesti extra-scolastici, favorendo una cultura del benessere mentale e dell’ascolto reciproco.
Il piano arriva in un momento in cui il disagio psicologico tra adolescenti e giovani adulti assume proporzioni sempre più preoccupanti. Secondo una ricerca Unicef (2023) e dati diffusi dall’Osservatorio Openpolis (2024), “il suicidio rappresenta oggi la seconda causa di morte tra i 15 e i 24 anni, mentre l’autolesionismo interessa in Europa circa un adolescente su cinque”. Sempre secondo le stime, “oltre un ragazzo su sette, tra i 10 e i 19 anni, convive con un disturbo mentale diagnosticato, nel 40% dei casi riconducibile ad ansia o depressione”. Un quadro che, sottolinea la Provincia, impone un’azione coordinata e costante di prevenzione, fondata su ascolto attivo, supporto psicologico e promozione del protagonismo giovanile, per garantire percorsi di crescita per le nuove generazioni.
Le domande di adesione dovranno essere inoltrate alla Provincia di Terni entro la mezzanotte del 6 novembre 2025, utilizzando la posta elettronica certificata all’indirizzo: provincia.terni@postacert.umbria.it. Sulla base delle candidature pervenute, l’amministrazione provinciale predisporrà il progetto definitivo, che sarà poi trasmesso a UPI nazionale entro il 28 novembre.
Le azioni finanziate - spiega la Provincia - perseguiranno un doppio obiettivo: da un lato, ridurre l’incidenza di episodi di disagio grave grazie all’istituzione di una rete di prevenzione precoce; dall’altro, rafforzare la capacità dei territori di rispondere in modo coordinato e tempestivo ai bisogni psicologici e sociali dei giovani.
A medio e lungo termine, il progetto mira a creare una rete stabile e permanente di spazi di ascolto e supporto, sia in ambito scolastico sia comunitario, con l’attivazione di figure di riferimento dedicate, tra cui psicologi e operatori specializzati, in grado di garantire continuità e qualità degli interventi sul territorio.