Uno dei vini più iconici dell’Umbria, nonché uno dei più pregiati della regione, è senza dubbio il Sagrantino di Montefalco. Oggi voglio portarti in un breve ma affascinante viaggio alla scoperta di questo tesoro enologico, che ha conquistato il palato degli appassionati sia in Italia che all’estero. Parte del suo nome deriva dal piccolo e suggestivo comune di Montefalco, ormai considerato un punto di riferimento assoluto per la viticoltura umbra.
Sei curioso di saperne di più? Continua a leggere per esplorare la storia affascinante del Sagrantino, le sue origini uniche e l’area di coltivazione che lo rende così speciale, scoprendo le caratteristiche che ne fanno un vino davvero unico.
Da una grande storia deriva un grande vino
Nonostante non si tratti di certezze assolute, le storie tramandate nel tempo ci raccontano un’affascinante origine per il Sagrantino di Montefalco, risalente al XIV-XV secolo. Si narra che i frati francescani, al ritorno dai loro viaggi in Asia Minore, furono colpiti dal sapore unico di questo vino e decisero di portare con loro quello che poi fu il vitigno del vino Sagrantino. I primi vigneti destinati al Sagrantino sembrerebbero essere stati quelli dei Monasteri di Santa Chiara e di San Leonardo, situati a Montefalco.
Dobbiamo attendere il 1549 per trovare una delle prime testimonianze scritte sulla coltivazione di questo vitigno. In quel periodo, le uve Sagrantino venivano fatte appassire per produrre un pregiato vino passito, riservato a ospiti di riguardo e a celebrazioni religiose come il Natale e la Pasqua. Una conferma di quanto affermato si trova nel disciplinare di produzione della D.O.C.G. Montefalco Sagrantino, che sottolinea quanto fosse prezioso questo vitigno:
“non c’era contadino che trascurasse di far crescere nella vigna il prezioso vitigno dai piccoli grappoli dai neri, minuscoli, dolcissimi chicchi, da far passire sui graticci di canne (le camorganne) fino a Natale per poi sgranarli manualmente e premerli in torchi di ridotte dimensioni, lasciando invecchiare il dolce nettare per almeno due anni. […] che rendeva gustoso l’appuntamento con eventi familiari di particolare importanza e che consacrava la tavola in occasione del Natale e della Pasqua”.
Quando ha avuto inizio la vera e propria produzione di un vino rosso secco ottenuto dalle uve Sagrantino?
Per giungere alla prima autentica produzione di un vino rosso secco derivato dalle uve Sagrantino, dovremo attendere circa 400 anni, fino al 1925. È proprio nel cuore del Novecento che i vini Sagrantino si affermano con decisione, diventando protagonisti di una delle Denominazioni più prestigiose dell’Umbria.
Caratteristiche: colore, aromaticità e gusto
Una delle caratteristiche più distintive di questo vino è la sua elevata tannicità. Difatti, il disciplinare di produzione richiede un lungo invecchiamento per permettere ai tannini di arrotondarsi e di perdere la loro aggressività. Prima della commercializzazione, il Sagrantino deve invecchiare per un minimo di 33 mesi, di cui almeno 12 in barriques di rovere, seguiti da un affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi.
Il Sagrantino di Montefalco si distingue per un profondo colore rosso rubino, che tende al violaceo e si evolve in un meraviglioso rosso granato con il passare del tempo. All’olfatto, rivela un profilo aromatico intensamente fruttato, con sentori di more e amarene, impreziositi da delicate note speziate, tra cui spicca l’anice stellato.
Per apprezzarlo al meglio, è raccomandabile servirlo a una temperatura ideale di 18°C, permettendo una lenta ossigenazione che esalta la sua complessità e profondità.