Ruggero Marino, nato a Intra (Verbania), è un giornalista, scrittore e poeta con un’importante carriera al quotidiano “Il Tempo” di Roma, dove ha ricoperto ruoli di rilievo come inviato speciale e responsabile dei settori spettacolo e cultura. Ha realizzato reportage in circa 50 Paesi e pubblicato numerosi studi su Cristoforo Colombo. Il suo primo libro, Cristoforo Colombo e il papa tradito (1991), vincitore del Premio Scanno di letteratura, propone teorie rivoluzionarie sulla scoperta dell’America, collegando il navigatore a papa Innocenzo VIII, visto come lo “sponsor” dell’impresa. Le sue ricerche hanno suscitato interesse a livello internazionale, con riconoscimenti da parte di storici, media e accademici, contribuendo a una nuova interpretazione della figura di Colombo e del ruolo del Vaticano nella scoperta dell’America.
Ruggero Marino, la figura dei fratelli Geraldini sembra intrecciarsi profondamente con la scoperta dell’America. Può raccontarci chi erano e quale fu il loro ruolo?
“I Geraldini erano una famiglia di “milites” originaria di Amelia, in Umbria. Antonio e Alessandro Geraldini, due fratelli straordinari, furono umanisti di spicco e uomini di fiducia alla corte di Ferdinando e Isabella di Spagna. Antonio era un poeta e un esperto di astrologia, mentre Alessandro fu un ambasciatore e, successivamente, il primo vescovo delle Americhe. Entrambi giocarono un ruolo fondamentale nell’introdurre Cristoforo Colombo a corte. Alessandro, in particolare, riuscì a convincere la regina Isabella a finanziare l’impresa di Colombo, sottolineando che il rischio economico era minimo rispetto ai possibili guadagni. La loro influenza e i loro legami con la Santa Sede li rendono figure chiave, spesso trascurate, nella storia della scoperta dell’America”.
Ruggero Marino: “Papa Innocenzo VIII Cybo fu il vero sponsor dell’impresa di Colombo”
Lei ha parlato del legame tra i Geraldini e il papa Innocenzo VIII. Quale fu il ruolo del pontefice in questa vicenda?
“Innocenzo VIII, al secolo Giovanni Battista Cybo, fu il vero “sponsor” dell’impresa di Colombo. I Geraldini erano strettamente legati alla Santa Sede: Alessandro era ambasciatore del papa e Antonio ricopriva il ruolo di logotheta, ovvero “portatore di parola”. Questo rapporto privilegiato con il pontefice li rese intermediari ideali per introdurre Colombo alla corte spagnola. Si può dire che il progetto di Colombo fu una sorta di grande disegno geopolitico, sostenuto e pianificato da una cerchia illuminata che orbitava intorno alla Chiesa di Roma. Innocenzo VIII giocò un ruolo fondamentale in questa strategia, anche se molti dettagli del suo coinvolgimento restano oscurati”.
È affascinante il legame tra i Geraldini e le tombe nella Chiesa di San Francesco ad Amelia. Cosa raccontano queste testimonianze?
“Nella Chiesa di San Francesco ad Amelia si trovano i mausolei degli antenati dei Geraldini, risalenti al Trecento e Quattrocento. Queste tombe presentano elementi iconografici unici: teste scolpite con piumaggi, inequivocabilmente riconducibili agli indios americani. Sono raffigurazioni straordinarie, perché precedono la scoperta ufficiale dell’America e suggeriscono conoscenze geografiche avanzate già presenti nella famiglia. Inoltre, nel palazzo dei Geraldini si trova una raffigurazione dell’America con un copricapo piumato, che richiama opere simili esposte nelle grandi mostre sui nativi precolombiani”.
Ruggero Marino, come si collega questa iconografia alle ipotesi di una prescoperta dell’America?
“La presenza di questi elementi iconografici alimenta l’ipotesi che i Geraldini e, più in generale, la Chiesa di Roma, fossero depositari di conoscenze geografiche avanzate, forse ereditate da antichi esploratori o dai Templari. Non dimentichiamo che i francescani stessi, di cui Colombo indossò il saio quando fu messo in catene e alla sua morte, avevano spinto i confini dell’ecumene, raccogliendo informazioni preziose sui territori oltre l’Atlantico. Questa iconografia potrebbe essere una traccia lasciata da una rete di esploratori e intellettuali che preparò il terreno per la “rivelazione” del quarto continente”.
Il presidente John F. Kennedy si dichiarò discendente dei Geraldini di Amelia
È vero che il presidente americano John Fitzgerald Kennedy si dichiarò discendente dei Geraldini?
“Sì, lo stesso presidente John Fitzgerald Kennedy dichiarò di essere un discendente dei Geraldini di Amelia. Questo legame familiare, seppur curioso, rafforza l’idea di quanto i Geraldini abbiano influenzato la storia, non solo nell’ambito della scoperta dell’America, ma anche in una prospettiva più ampia di eredità culturale e politica”.
Colombo portò con sé il saio francescano quando morì. Qual è il significato simbolico di questo gesto?
“Il saio francescano che Colombo indossava, sia quando fu messo in catene sia al momento della morte, simboleggia il legame profondo tra l’impresa della scoperta e l’Ordine dei Francescani. Questi religiosi, con il loro spirito missionario e la loro capacità di esplorare i limiti del mondo conosciuto, furono in un certo senso precursori di Colombo. Il fatto che il navigatore morì con quel saio testimonia l’influenza spirituale e culturale che i francescani esercitarono su di lui”.
Nel suo libro, lei parla di un testo poco conosciuto di Colombo, Il libro delle profezie. Cosa rappresenta questa opera?
“Il libro delle profezie è un’opera fondamentale per comprendere la visione mistica di Colombo. In questo testo, il navigatore raccoglie presagi e profezie tratte da testi sacri, che interpretava come segni della sua missione divina di scoprire nuove terre. Il libro conferma come l’impresa di Colombo fosse percepita non solo come un progetto esplorativo e commerciale, ma come una missione spirituale, inserita in un disegno più ampio orchestrato dalla Chiesa”.
L’influenza dei Templari nella scoperta dell’America
Si è parlato anche di un’influenza templare sui Geraldini. Cosa pensa di questa ipotesi?
“L’ipotesi che i Geraldini avessero legami con i Templari è affascinante, ma va trattata con cautela. Certo, i Templari erano noti per le loro conoscenze geografiche e la loro capacità di esplorare nuovi territori. Alcuni elementi presenti nei mausolei dei Geraldini, come le incisioni dei cavalieri e le teste piumate, potrebbero suggerire un’influenza templare o, quantomeno, una continuità di saperi tramandati attraverso cerchie ristrette di illuminati”.
Qual è l’eredità culturale e storica dei Geraldini per l’Umbria e per il mondo?
“I Geraldini rappresentano un esempio straordinario di come una famiglia di provincia possa influenzare eventi di portata mondiale. La loro eredità è visibile non solo ad Amelia, nei loro mausolei e nel palazzo di famiglia, ma anche nella storia globale della scoperta dell’America. Furono promotori di cultura, esplorazione e spiritualità, e il loro ruolo nella vicenda di Colombo è una testimonianza del loro genio e della loro visione”.
Cosa possiamo imparare oggi dalla figura dei Geraldini e dal loro contributo alla storia?
“I Geraldini ci insegnano che il sapere e la cultura possono aprire porte inimmaginabili. La loro capacità di influenzare eventi epocali, partendo da una piccola città umbra, dimostra che l’intelligenza, la preparazione e la visione strategica possono avere un impatto globale. Sono un modello di come una visione illuminata possa cambiare il corso della storia”.
Saggi di Ruggero Marino su Cristoforo Colombo:
- Cristoforo Colombo e il papa tradito, Newton Compton, 1991. (Vincitore del Premio Scanno)
- Cristoforo Colombo l’ultimo dei templari, Sperling & Kupfer editori – Rai Eri, 2005.
- L’uomo che superò i confini del mondo, Sperling & Kupfer, 2010.
- Dante, Colombo e la fine del mondo, Publishing, 2021 (premio “Caravella Tricolore”).
- On pre-Columbian contacts between America and other continents, FCOIAA a cura di Emilio Spedicato, 2017.