Sono entrate in vigore, l’11 aprile scorso, le norme sui comportamenti che amministratori e politici devono mantenere durante la campagna elettorale, la cosiddetta par condicio. A quella data sono perciò scaduti i termini per tutte le attività di comunicazione e di propaganda da parte delle pubbliche amministrazioni.
Pertanto, le continue inaugurazioni con dispiegamento di chilometri di nastro tricolore da parte della Giunta Stirati “sono assolutamente illegittime e fuori legge in base all’articolo 9 della legge sulla par condicio”. È quanto dichiara l’onorevole Rocco Girlanda, candidato sindaco, già parlamentare e Sottosegretario di Stato ai microfoni di Tag24 Umbria. “È vietato nello specifico da parte di pubblici amministratori, a iniziare da trenta giorni prima dell’entrata nella campagna elettorale, di effettuare qualsiasi tipo di comunicazione o propaganda di tipo elettorale, e qualora si rivolgano all’attività dell’Amministrazione comunale della quale fanno parte, devono farlo in maniera impersonale per garantire la par condicio”.
Nastri e forbici, strumenti di illegittima campagna elettorale
È innegabile che la Giunta Stirati sia impegnata in tutta una serie di iniziative, dai cantieri alle manifestazioni con un utilizzo abnorme di nastro tricolore e di forbici annesse. “Il sindaco uscente e i suoi collaboratori fanno benissimo a presiedere il completamento dei lavori a livello di realizzazioni e opere pubbliche – spiega Girlanda – ma sono vietate le cerimonie inaugurali. Vale per ogni tipo di situazione e iniziativa, compresa l’ultimazione della pavimentazione di piazza Grande che avrebbero dovuto inaugurare prima dell’entrata in vigore della legge sulla par condicio. Ben venga la riapertura della piazza, ma senza le parate elettorali cui ci sta abituando ormai da lunghe settimane la Giunta Stirati, all’interno della quale c’è peraltro un candidato a sindaco e con molta probabilità altri candidati che compariranno nelle liste a sostegno”.
“Le iniziative annunciate con un comunicato stampa dal sindaco e dalla sua Giunta per domenica 28 aprile – sottolinea Girlanda – non sono compatibili con quanto previsto dalla norma, peraltro richiamata con apposita comunicazione della Prefettura di Perugia a tutti gli enti locali. Il divieto copre ogni forma di propaganda, con qualsiasi tecnica e a qualsiasi scopo effettuata. Le amministrazioni devono astenersi non solo dalle manifestazioni volte ad appoggiare le liste o i candidati impegnati nel confronto elettorale (propaganda elettorale in forma diretta), ma anche da tutti gli interventi che, avendo come finalità principale la promozione dell’immagine politica o dell’attività istituzionale dell’ente, favoriscano una rappresentazione positiva o negativa di una determinata opzione elettorale (propaganda elettorale in forma mediata)”.
La normativa sulla par condicio parla chiaro
“In tutta l’Umbria le giunte coinvolte nelle elezioni si attengono alla normativa, tra l’altro comunicata dai Prefetti; l’unica a non rispettare le norme – prosegue Girlanda – è la Giunta Stirati. Lo ha già fatto con la ciclovia e pretende di farlo in pompa magna con l’inaugurazione di Piazza Grande. Riferendosi poi alla sua attività come amministratore in una trasmissione televisiva, la candidata Alessia Tasso [attuale vicesindaco, ndr] non ha parlato, in maniera impersonale come se lei non facesse parte della giunta, ma ha addirittura fatto un palese riferimento diretto a se stessa, violando la legge”.
“La norma è chiara, mi auguro quindi che tutte le istituzioni e le autorità preposte vigilino sul corretto andamento della campagna elettorale e sull’imparzialità. Gli eugubini – conclude Girlanda – non si faranno sicuramente fuorviare da questi mezzucci da fine mandato, attraverso i quali si spera di racimolare qualche voto tagliando nastri a ridosso delle elezioni, quando ogni evento, piazza Grande compresa, poteva essere fatto entro i termini di legge”.
Auspichiamo da parte nostra che il Ministro dei beni culturali Gennaro Sangiuliano non si faccia coinvolgere nella inaugurazione di Piazza Grande, violando anche lui in questo modo le norme molto chiare sul comportamento da mantenere da parte dei politici e dei pubblici amministratori nell’approssimarsi delle elezioni comunali. Va detto purtroppo che se da un lato la norma in proposito è molto chiara, dall’altro non è prevista alcuna sanzione per chi non la rispetta.
Si tratta in pratica di una sorta di “gentlemen agreement” per dirla all’inglese, un accordo tra gentiluomini per il rispetto del quale c’è bisogno appunto di gentiluomini, una categoria di uomini sempre più rara anche tra le persone più colte…
L’ultimo giudizio spetta perciò agli elettori che dovrebbero punire col proprio voto chi non rispetta la legge.