Roberto Speranza, deputato già ministro della Salute, è stato a Perugia in occasione della quarta Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus. Nell’ambito della quale ha anche illustrato il suo libro, che tra le altre cose rivive il racconto di quei terribili giorni in cui la pandemia mieteva vittime, dal titolo “Perché guariremo” per Solferino.

Speranza a Perugia e l’invito ad investire sulla sanità

Roberto Speranza ha parlato dell’esperienza pandemica come di una: “Una lezione fortissima che credo sia arrivata a ciascuno di noi”. E la più grande lezione imparata da quanto avvenuto, spiega, è: “Il monito è investire di più sul servizio sanitario nazionale”. Per Speranza bisogna smettere di “Considerare la Sanità una Cenerentola” e “Chiudere la stagione dei tagli”.

Poi ha anche detto: “Credo che questo sia il punto veramente decisivo e quegli anni così duri non possono scivolare via lasciandoci esattamente come eravamo prima. Allora abbiamo investito di più e non dobbiamo tornare indietro, ma continuare a investire perché il sistema sanitario nazionale è la cosa più importante che abbiamo. Questa è la lezione di fondo”.

E ancora: “Avevamo detto tutti ‘mai più tagli e disinvestimenti’ e non bisogna tornare indietro mentre la sensazione, purtroppo, è che lo si stia facendo. Questo è il grande punto. Commissione parlamentare? Mi sembra più uno strumento di polemica politica. Non mi sembra sinceramente uno strumento degno di un grande Paese”.

Le parole dell’assessore Luca Coletto: “Vivo il ricordo di quel triste periodo”

Anche Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione Perugia, ha vissuto l’esperienza del Covid e ne ha ricordato la drammaticità: “Quante mamme e quanti papà se ne sono dovuti andare per il Covid senza nemmeno un ultimo saluto dei loro cari. È questo il ricordo più triste di quel periodo. Ho ancora nitido fortissimo di quando fu ufficiale la chiusura del Paese”.

Riguardo a quei giorni, Coletto ha ricordato: “Cominciavano a crescere i ricoveri e ogni giorno eravamo in collegamento con la protezione civile per reperire mascherine, guanti, camici e gli altri presidi necessari per fronteggiare l’avanzata del coronavirus. C’era poi la questione dei ventilatori polmonari per i malati più gravi che mancavano e degli appena 69 posti di terapia intensiva che trovammo, inadeguati alle esigenze”.

E ancora: “Quando cominciammo ad avere le certezze su come si poteva sconfiggere il Covid, i vaccini anzitutto ma anche gli anticorpi monoclonali. Ne siamo usciti più forti e più preparati su come affrontare una eventuale altra pandemia. Niente sarà più uguale a prima”.

La risposta dell’Umbria

Coletto ha anche sottolineato la buona reazione della regione Umbria al cospetto dell’emergenza. Le sue parole: “L’Umbria ha comunque reagito bene al Covid e abbiamo avuto meno decessi degli altri. Abbiamo una rete territoriale più strutturata e stiamo procedendo a una più corretta assegnazione delle strumentazioni”.

Infine, una menzione sui cambiamenti accelerati dalla crisi da Covid: “Abbiamo scoperto le videoconferenze – afferma – che permettono di evitare tanti spostamenti inutili e il lavoro da casa che è una opportunità importante”. Tuttavia: “Ci sono però strascichi negativi da affrontare, soprattutto il contraccolpo psicologico sui più giovani che devono affrontare tante difficoltà per riappropriarsi della loro vita”.