È scomparso ieri a Roma all’età di 86 anni Roberto Herlitzka. Il teatro e il cinema italiani sono in lutto per la perdita di uno dei maggiori interpreti di sempre, uno degli ultimi mostri sacri dello spettacolo italiano. Herlitzka, neanche due mesi fa aveva dovuto affrontare la morte dell’amata moglie, Chiara Cajoli, con cui era sposato da oltre cinquant’anni. “Stai raggiungendo la tua amata Chiara e noi non ti dimenticheremo mai” scrivono dalla sua agenzia, la Nce.
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L’immenso talento gentile di Herlitzka
Herlitzka è stato un attore noto al grande pubblico, anche ai più giovani, apprezzatissimo sia a teatro che al cinema. Nato a Torino il 2 ottobre 1937 da una famiglia di origine ceca, il padre era ebreo di Brno, mentre la madre Micaela Berruti, cattolica. Lui e il fratello, per scampare alle persecuzioni razziali, assunsero temporaneamente il cognome della madre. Il padre invece, emigrò in Argentina dove si risposò con la pittrice Giorgina Lattes, dopo aver ottenuto l’annullamento del precedente matrimonio dalla Sacra Rota.
Diplomatosi al Liceo Classico Massimo D’Azeglio, nella sua città, Herlitzka si sposta presto a Roma dove si forma all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, allievo del maestro Orazio Costa. A partire dagli anni Sessanta domina la scena teatrale italiana. Herlitzka, che non volle mai cambiare il proprio cognome, lavora con i maggiori registi: Luca Ronconi, Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Luigi Squarzina, Gianfranco De Bosio, Mario Missiroli e Lina Wertmuller.
Proprio l’incontro con la Wertmuller sancisce il suo debutto al cinema. Nel 1973, infatti, prende parte a Film d’amore e d’anarchia, ovvero “stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” al fianco di Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. Il film segna l’inizio di un lungo sodalizio fra l’attore e la regista che lo porterà anche a ricevere il Premio Gassman come miglior attore.
Negli anni Settanta si divide fra gli sceneggiati sul piccolo schermo e le magistrali interpretazioni a teatro. Sarà dagli anni Novanta che diventerà noto al grande pubblico, soprattutto grazie al film Buongiorno Notte di Marco Bellocchio con cui nel 2003 vince il Nastro d’Argento per il ruolo di Aldo Moro, con cui ripercorre i giorni travagliati della prigionia. Attore sempre estremamente versatile, interpreta il Cardinale Bellucci nel film Premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino del 2013, anno in cui riceve il Premio Speciale alla Carriera ai Nastri d’Argento.
Dotato di una delicata e sottile ironia, nel 2007 approda alla serie culto Boris in cui dà vita al personaggio di Orlando Serpentieri, un eccellente attore teatrale che viene ingaggiato per fiction tv: un chiaro riferimento a sé stesso in cui, giocando con la propria identità, riflette sulla non sempre facile condizione di molti attori. Il suo ultimo film è del 2022, Leonora addio di Paolo Taviani, dove partecipa come voce narrante.
Herlitzka era atteso al Calvi Festival
Una perdita enorme, quella del grande Roberto Herlitzka. L’attore era atteso per una serata speciale al Calvi Festival in programma per mercoledì 21 agosto. Un evento dedicato a Dante e a sei canti della Divina Commedia, con la regia di Mauro Conciatori e Antonio Calenda. Francesco Verdinelli, direttore artistico del Calvi Festival, fa sapere che per quella data ci sarà un omaggio a Herlitzka. “Sarà un’occasione per ricordare con amici, operatori del settore e pubblico, uno dei più grandi attori del teatro e del cinema italiano“.
Nel 2015 Herlitzka venne premiato anche al Terni Film Festival come miglior attore protagonista per la sua interpretazione nel cortometraggio Nell’ora che non immaginate, diretto da David Gallarello. “Il cinema perde un altro gigante” ha così commentato il direttore del Terni Film Festival, Arnaldo Casali.