Perugia si trasformerà in una piccola Parigi grazie alla mostra “In breve, Robert Doisneau”. Curata da Alessandro Mauro, questa esposizione rappresenta un’occasione imperdibile per ammirare le opere di uno dei fotografi più influenti del XX secolo, il francese Robert Doisneau, noto per il suo talento unico nel catturare l’essenza della vita parigina del dopoguerra. Grazie alla sensibilità della sua lente, Doisneau ha saputo cogliere e immortalare momenti di vita quotidiana, rendendo indimenticabili i volti e le strade di Parigi.
La mostra “In breve. Robert Doisneau” a Perugia: un viaggio nella Parigi del secondo dopoguerra
“In breve. Robert Doisneau” prenderà vita nella suggestiva cornice della Galleria Nazionale dell’Umbria, nel cuore di Perugia, e sarà visitabile dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025. L’inaugurazione ufficiale è prevista per il 14 novembre, alle ore 17:30, con un evento di apertura dedicato al pubblico e agli appassionati di fotografia. La selezione di opere proposta è pensata per offrire un’immersione nei momenti intimi e spontanei che caratterizzano l’opera di Doisneau.
Parte dell’iniziativa “Camera Oscura. La Galleria Nazionale dell’Umbria per la fotografia”, la mostra si inserisce nel progetto di valorizzazione e promozione della fotografia contemporanea, coordinato da Marina Bon Valsassina e Costanza Neve. Grazie al supporto del Gruppo Fiorenzoni e de L’Orologio Società Cooperativa – Business Unit Sistema Museo, oltre al contributo mediatico di Radio Monte Carlo, l’esposizione rappresenta un passo significativo per portare il linguaggio fotografico all’interno delle istituzioni museali umbre.
In questa mostra, ogni scatto di Doisneau sembra sussurrare storie di vita passata, trascinandoci nei caffè parigini, nelle strade della periferia e nei mercati affollati della città. Doisneau ha sempre catturato la semplicità dei gesti quotidiani, rendendo eterni quei frammenti di realtà. La mostra, inclusa nel biglietto di ingresso alla Galleria, offre una selezione di immagini iconiche e meno note, perfetta per chi voglia comprendere meglio l’impatto del fotografo francese sul mondo della fotografia internazionale. Per chi desidera approfondire dettagli su orari e biglietti, tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale della Galleria Nazionale dell’Umbria.
La storia di uno dei massimi esponenti della Fotografia umanista
Robert Doisneau nacque a Gentilly, in Francia, il 14 aprile 1912, e trascorse buona parte della sua vita esplorando e documentando la società parigina. In gioventù studiò litografia all’école Estienne di Chantilly, e fu durante questo periodo che cominciò a nutrire un forte interesse per le periferie e gli ambienti urbani, realtà che sarebbero diventate il cuore pulsante della sua fotografia.
Dopo un periodo come assistente dello scultore André Vigneau, Doisneau venne assunto come fotografo industriale presso la Renault di Billancourt, esperienza che consolidò le sue abilità tecniche e la sua capacità di osservazione. Tuttavia, è durante la Seconda Guerra Mondiale che Doisneau si avvicina alla fotografia umanista, lavorando anche come falsificatore di documenti per la Resistenza francese.
Nel 1945, terminato il conflitto, iniziò a collaborare con l’editore Pierre Betz per il giornale Le Point, e dal 1946 divenne fotografo indipendente per l’agenzia Rapho, un legame che durò circa cinquant’anni. In questo periodo, incontrò figure di spicco come Jacques Prévert e Robert Giraud, che influenzarono profondamente il suo stile. Nel 1947 vinse il prestigioso Kodak Prize, confermandosi tra i nomi più promettenti della fotografia europea.
Doisneau iniziò a pubblicare i suoi primi lavori, tra cui la raccolta “Banlieue de Paris” del 1949, un reportage che cattura l’anima di una Parigi ancora sospesa tra le ferite della guerra e il desiderio di rinascita. L’autore continuò a immortalare i quartieri popolari, le periferie, i mercati e la vita quotidiana degli abitanti della capitale francese, sempre con un occhio sensibile e un tocco di sottile ironia.
Un’eredità che vive ancora oggi
Negli anni successivi, Doisneau si dedicò anche a reportage per il celebre magazine Vogue, una collaborazione che gli permise di sperimentare e di affinare il suo approccio, passando dalla cronaca di strada a una fotografia più stilizzata e sofisticata. Nonostante il prestigio raggiunto, Doisneau non abbandonò mai la sua passione per i soggetti quotidiani. I suoi scatti più iconici, come “Il bacio davanti all’Hotel de Ville”, incarnano alla perfezione la sua capacità di rendere eterno un singolo istante, immortalando l’innocenza, la bellezza e la complessità della vita urbana. Alla sua morte, avvenuta il 1º aprile 1994, vennero ritrovati nel suo atelier oltre 40.000 negativi.