Torna ancora a parlare Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare e candidato alla presidenza della Regione Umbria. Il quale presenta la sua candidatura come una “candidatura di rottura” rispetto ai partiti tradizionali. La chiusura della sua campagna elettorale è prevista a Perugia giovedì 14 novembre alla Sala dei Notari alle ore 17.00. Rizzo ha dichiarato oggi in una nota che la sua candidatura in Umbria mira a sfidare “due colossi fasulli e impotenti, riferendosi al centrodestra e al centrosinistra, accusati di essere “diretti da Roma” e di trattare la politica come un mero “affare“.

Ha inoltre sottolineato come il suo progetto politico sia indirizzato verso coloro che hanno perso fiducia nelle istituzioni e che non si recano più alle urne. “Ci rivolgiamo principalmente a quelli che sono schifati da istituzioni rese indegne e che non vanno più a votare“, ha affermato. Secondo Rizzo, infatti, proprio dall’Umbria potrebbe partire una nuova spinta al cambiamento. “Da questa terra splendida e generosa può partire una riscossa. Sarebbe importante un buon risultato conseguito dal sottoscritto“, ha aggiunto.

Con decenni di carriera e battaglie politiche alle spalle, il segretario di Democrazia Sovrana e Popolare si propone come l’unico candidato in grado di offrire all’Umbria un rilancio, puntando su un programma che prevede misure concrete come il sostegno alle famiglie in difficoltà e il potenziamento delle pensioni di invalidità. “Noi offriremo all’Umbria protezione sociale, quintuplicando gli assegni alle famiglie in difficoltà e aumentando le pensioni di invalidità“, ha dichiarato.

La candidatura di Rizzo in Umbria e il punto sulla sanità pubblica

Un punto chiave del programma di Rizzo riguarda il settore sanitario, da lui definito in balìa di interessi privati che “mettono le mani nelle tasche degli italiani“. “La sanità del ‘Puc’ (Partito unico centrodestrasinistra) in Umbria è quella del privato che mette le mani nelle tasche degli italiani“, ha affermato. Secondo Rizzo, il “prelievo” di risorse da parte dei privati incide per oltre il 20% della spesa sanitaria totale, con un costo di circa 70 euro pro-capite per il circuito pubblico e circa 632 euro per il circuito privato. A suo avviso questa deriva sarebbe il frutto di una politica che, favorendo l’espansione delle strutture sanitarie private, ha di fatto indebolito il Servizio Sanitario Nazionale.

Rizzo ha inoltre denunciato come i partiti tradizionali, da lui definiti “liberal-progressisti” e “liberal-conservatori”, abbiano agevolato questo fenomeno, lasciando che il numero di strutture private accreditate crescesse a dismisura. “Quelli che si autoproclamano liberal-progressisti hanno fatto affari con il ‘modello concorsopoli’, purtroppo già noto agli umbri, grazie a decenni di guida Pd“, ha sostenuto. “I liberal-conservatori partecipano anch’essi a una tendenza che ha portato quasi a raddoppiare il totale delle strutture private accreditate, già a partire dalla metà degli anni ‘90“.

La sanità pubblica come pilastro del cambiamento

L’obiettivo dichiarato di Rizzo è il ripristino di una sanità pubblica territoriale, accessibile a tutti e vicina alle esigenze della popolazione. “In Italia sono passate dal 39% al 56%, in Umbria dal 15% al 33%“, ha dichiarato, riferendosi all’aumento delle strutture private negli ultimi decenni. “Sono furti di salute, ventennali, affari fatti sulla pelle delle persone. La differenza politica? La mano con cui rubano la salute ai cittadini: la destra o la sinistra“.

Il leader di Democrazia Sovrana e Popolare non ha dubbi sulla necessità di una sanità pubblica che torni a essere “di prossimità” e “per tutti. Per lui, la vera alternativa risiede proprio nella possibilità di restituire la sanità al popolo, un punto centrale del suo programma per il governo della Regione Umbria. “Noi la ridaremo al popolo“, ha dichiarato con fermezza.

La campagna elettorale di Rizzo per la sua candidatura in Umbria si rivolge pertanto a tutti coloro che cercano una rottura rispetto alla tradizionale politica di destra e sinistra, accusata di essere inefficace e troppo legata a interessi economici e finanziari. “Gli altri candidati non hanno forza, non hanno verve, ma soprattutto non hanno la possibilità di rilancio per la Regione che può dargli chi, come me, oltre ad avere contatti con ministri e uomini di governo nazionali e internazionali da mettere a disposizione degli Umbri, ha decenni di carriera e di battaglie politiche vere“.