14 Dec, 2025 - 10:35

Ritorno alla Quinta B: dopo 43 anni il liceo "Il Piccolo" di Terni si ritrova, tra ricordi dei mondiali '82 e il successo nelle professioni

Ritorno alla Quinta B: dopo 43 anni il liceo "Il Piccolo" di Terni si ritrova, tra ricordi dei mondiali '82 e il successo nelle professioni

Il tempo, per una giornata, ha accettato di tornare indietro di quarantatré estati. A comandare il viaggio sono stati loro, i venti della quinta B del liceo scientifico “Il Piccolo” di Terni. L’estate della maturità, quella del 1982, non è più un album di fotografie sbiadite o un ricordo confinato ai social network. Si è materializzata, viva e commossa, attorno ai tavoli dell’Agriturismo Fontana della Mandorla, a pochi chilometri da quella piazza Tacito che fu il palcoscenico della loro giovinezza scatenata.

Il ricordo dell’estate di Pablito e di Bearzot, delle notti infinite e del tuffo collettivo e proibito nella fontana cittadina, ha rimesso insieme i suoi protagonisti. Con le rughe, le esperienze, i figli e le carriere, ma con lo stesso sguardo complice che sapeva di futuro.

Un ritrovo che sembrava impossibile: "Ci siamo tutti, è un miracolo"

Il calendario segnava il 2025, ma nell’aria, tra gli abbracci stretti e le risate che sgretolavano le decadi, era palpabile il luglio del 1982. 

Paola Bilotta, Alessandro Bizzarri, Laura Braghiroli, Stefano Cecere, Laura Costantini, Angelo De Sol, Daniela Di Francesco, Assunta Dominici, Fabrizio Ferrini, Stefania Giammarchi, Antonio Giannini, Riccardo Gozzi, Giancarlo Locci, Nicla Michiorri, Paola Persichetti, Angela Maria Petrucci, Giandomenico Protospataro, Cinzia Renzi, Giuseppe Rinaldi, Ilaria Salvatori.

Venti nomi che diventano un coro, una squadra ritrovata. “Pensare che siamo riusciti a riunirci tutti, davvero tutti, sembra un miracolo organizzativo ed emotivo”, racconta Stefano Cecere, la voce ancora carica dello stupore di quella giornata passata a condividere ricordi e rinsaldare amicizie. “La vita ci ha sparso in giro per l’Italia, tra professioni, impegni e famiglie. C’è chi è arrivato da Roma, chi non si era più mosso da Terni. Ma quando abbiamo iniziato a chiamarci, è stato come se il nastro del tempo si fosse riavvolto all’istante”.

L’Agriturismo Fontana della Mandorla, con la sua atmosfera familiare e la cucina umbra a fare da collante, è stato il teatro perfetto per questo viaggio nel tempo. Non c’era bisogno di sforzarsi per rompere il ghiaccio. Il ghiaccio, semplicemente, non esisteva più. “Ci siamo guardati e, dopo un attimo, non vedevamo più i capelli grigi o gli occhiali da lettura”, confessano i protagonisti della festa. “Vedevamo i compagni di banco, quelli con cui si copiava il compito di matematica, quelli con cui si sognava ad occhi aperti durante l’ultima ora di lezione. La quinta B era una piccola comunità, e lo è ancora”.

L'estate indimenticabile: dai mondiali al tuffo in piazza Tacito

Il filo che ha tenuto uniti questi destini per oltre quattro decenni ha un colore preciso: l’azzurro. E una data scolpita nella memoria collettiva: l’11 luglio 1982. La maturità era appena terminata, le paure degli orali superate, e il mondo si apriva davanti a venti ragazzi ternani proprio mentre l’Italia di Enzo Bearzot e Paolo Rossi scriveva la storia a Madrid.

Quell’estate fu magica, un turbine di libertà e di esplosione collettiva”, ricorda i compagni di scuola, le mani che mimano ancora un pallone calciato verso un ipotetico cielo stellato. “Prima la tensione per gli esami, poi la liberazione. E subito dopo, l’ebbrezza dei mondiali. Non ci perdevamo una partita. Eravamo l’Italia, eravamo giovani, eravamo invincibili”.

La notte della finale, vinta 3-1 contro la Germania Ovest, Terni esplose in una festa spontanea e travolgente. E la quinta B ne fu il cuore pulsante. “Piazza Tacito era un mare di gente, di bandiere, di cori”, raccontano i ragazzi della Quinta B, il sorriso che tradisce la nostalgia di un’emozione unica. “Eravamo lì, in mezzo a quella folla oceanica, ubriachi di gioia e di futuro. E poi accadde. Qualcuno lanciò l’idea, folle e meravigliosa. In un attimo, diventammo un corpo unico. Ci tuffammo nella fontana, vestiti di tutto punto. Era un gesto di pura, incontenibile felicità. L’acqua gelida di luglio che ci lavava via la scuola e ci battezzava per la vita adulta. In quella vasca, quella notte, non c’erano solo dei ragazzi: c’era un’intera generazione che festeggiava se stessa”.

Il bilancio di una vita: "Siamo diventati quello che sognavamo?"

La cena è proseguita tra aneddoti di professori leggendari, gite scolastiche finite in avventura, primi amori e piccole rivalità adolescenziali, ora ridimensionate al rango di tenere memorie. Ma il confronto, inevitabile, è andato anche al presente. Quella classe del ‘82 oggi è un mosaico di professioni e di esperienze.

Ci siamo raccontati i percorsi, a volte lineari, a volte tortuosi”, spiegano i protagonisti dell'incontro. “C’è chi ha seguito esattamente la strada immaginata tra i banchi di scuola e chi ha fatto svolte inaspettate. Ma nessuno ha perso quella curiosità, quella voglia di fare, che ci caratterizzava. Siamo diventati, ciascuno a modo suo, una parte importante di questa città e non solo. Lo vediamo negli occhi degli altri, c’è una fierezza silenziosa”.

Il pranzo è volato tra brindisi alla salute dei figli – alcuni dei quali hanno ormai l’età che avevano i genitori nel ‘82 – e alla memoria di quell’estate irripetibile. Prima dei saluti, però, è scattata la promessa. “D’ora in poi, un appuntamento fisso. Ogni due anni, ogni anno se possibile. Perché questo ritrovo non è stato solo nostalgia. È stata una ricarica. Ci ha ricordato da dove veniamo e, in un certo senso, chi siamo ancora”.

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