“Sovraffollamento e mancato rispetto dei diritti essenziali ci fanno trovare di fronte a una vera e propria miscela esplosiva” nelle carceri d’Italia e dell’Umbria, dove quello alla salute “è il principale diritto che in questo momento manca”: lo ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Caforio, garante regionale dei detenuti, durante la “Maratona oratoria” organizzata dalla Camera penale di Perugia per denunciare il dramma dei suicidi nei penitenziari.

L’iniziativa, svoltasi davanti al Tribunale penale di Perugia, ha visto la partecipazione di avvocati e magistrati. “La civiltà di un Paese – ha affermato Caforio – si misura anche su come sono le condizioni delle carceri e, attualmente, quelle italiane e umbre presentano carenze sanitarie gravissime. Ci sono persone con patologie oncologiche e cardiopatiche che non ricevono l’assistenza necessaria per garantire il diritto alla salute costituzionalmente previsto. Inoltre, molte patologie gravi di natura psicologica e psichiatrica vengono lasciate senza cure adeguate. Questo – conclude Caforio – porta a suicidi e autolesionismo, fenomeni di cui si parla troppo poco e che sono strettamente legati alla carenza di assistenza sanitaria“.

Caforio: “Mancato rispetto dei diritti essenziali nei quattro penitenziari umbri”

Caforio ha poi ricordato che l’Umbria conta quattro carceri, molto diverse tra loro: “Perugia è una casa circondariale, Spoleto e Terni sono super carceri e poi c’è Orvieto. I detenuti sono molto diversi tra loro: quelli in transito nelle case circondariali e quelli di lunga decorrenza nelle case di reclusione. Tuttavia, il denominatore comune è il sovraffollamento. Abbiamo oltre 1.500 detenuti – ha puntualizzato Caforio – con celle sovraffollate dove questi devono confrontarsi con realtà culturali diverse. Ci sono celle di trenta metri quadri in cui convivono per anni otto persone. Tutto questo crea una situazione esplosiva e le rivolte, che periodicamente abbiamo sentito e che si stanno intensificando anche in altre parti d’Italia, partono da queste condizioni. Situazioni di sovraffollamento e di mancato rispetto dei diritti essenziali che portano a un’implosione”.

“La polizia penitenziaria fa miracoli – ha continuato il garante regionale dei detenuti – ma è sotto organico in modo considerevole. Ci sono dei palliativi, stanno arrivando alcune integrazioni, ma non sono sufficienti. Ci troviamo di fronte a una vera e propria miscela esplosiva. Credo sia necessario un intervento radicale che passi anche attraverso la possibilità di avere i fondi necessari: servono medici, sanitari, poliziotti. Solo in questo modo possiamo affrontare questa esigenza”.

Luca Gentili, presidente della Camera penale di Perugia, ha sottolineato l’ampiezza del problema: “I detenuti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno sono 53. Il sovraffollamento è vicino alla soglia critica che portò l’Italia a essere condannata dall’Unione Europea per le condizioni disumane e degradanti in cui versava la popolazione reclusa. Non c’è più tempo e con questa manifestazione noi avvocati penalisti cerchiamo di dare voce a coloro che non possono parlare. È un problema che deve necessariamente essere risolto”.

Necessario incrementare il numero dei medici e del personale sanitario

È urgente incrementare il numero dei medici e del personale sanitario per garantire un’assistenza adeguata ai detenuti oltre che implementare programmi di supporto psicologico e psichiatrico.

La formazione continua del personale penitenziario è inoltre fondamentale per garantire che sia preparato a gestire situazioni di stress e conflitto.

Le carceri italiane, e in particolare quelle umbre, si trovano in una situazione di emergenza. Il sovraffollamento, la carenza di assistenza sanitaria e la mancanza di supporto psicologico creano una miscela pericolosa che mette a rischio la vita e il benessere dei detenuti…

È fondamentale che il governo italiano e le istituzioni competenti agiscano con rapidità per migliorare le condizioni nelle carceri, garantendo il rispetto dei diritti umani fondamentali e creando un ambiente più sicuro e umano per i detenuti.

L’appello lanciato durante la “Maratona oratoria” deve essere ascoltato e tradotto in azioni concrete. Solo così si potranno risolvere i problemi che affliggono il sistema carcerario italiano.