Nella Sala Capitolare dei Canonici Regolari Lateranensi presso la Basilica di S. Ubaldo a Gubbio, la riscoperta degli "Itinerari Ubaldiani" ha recentemente riunito cittadini e appassionati di storia locale in due intensi appuntamenti dedicati alla figura di Sant'Ubaldo. Questi documentari, prodotti dal 1990 da Giorgio Gini e Fernando Sebastiani, rappresentano un patrimonio audiovisivo prezioso che esplora i luoghi e le testimonianze legate al santo patrono della città.
Il primo evento ha registrato una notevole affluenza di pubblico, segno tangibile dell’interesse ancora vivo verso le tradizioni e la storia locale. La proiezione ha permesso ai presenti di immergersi nelle immagini e nei racconti che, oltre trent’anni fa, Gini e Sebastiani hanno sapientemente raccolto, offrendo uno spaccato autentico della devozione eugubina e della spiritualità che permea i luoghi ubaldiani.
Il secondo incontro, sempre con grande affluenza di publbico, si è tenuto sabato 29 marzo, dalle 18 alle 19:15, nella Sala Capitolare dei Canonici Regolari Lateranensi presso la canonica di Sant’Ubaldo. La serata, moderata da Filippo Paciotti e Patrizia Biscarini del Centro Studi Ubaldiani, ha proposto una sintesi degli “Itinerari Ubaldiani LONTANI”, offrendo una panoramica sui luoghi meno noti ma ugualmente significativi per il culto del santo.
Giorgio Gini, avvocato, giornalista e intellettuale eugubino, è stato una figura fondamentale per la tutela e la valorizzazione della memoria storica della città. Oltre agli “Itinerari Ubaldiani”, curò trasmissioni come “Gubbio nascosta”, “Itinerari benedettini e francescani” e “Conci e sconci”, autentiche esplorazioni delle radici culturali e artistiche del territorio.
Nel 1991 pubblicò la guida “Saper vedere Gubbio rapidamente”, un piccolo gioiello editoriale pensato per far cogliere, anche in poco tempo, l’essenza storica e architettonica di Gubbio.
Tra i sogni che Giorgio Gini ha cullato per tutta la vita, c’era un progetto ambizioso e visionario: promuovere l’acropoli di Gubbio come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un sogno che nasceva non solo dall’amore per la sua città, ma anche dalla consapevolezza dell’unicità storica, artistica e urbanistica dell’area compresa tra il Palazzo dei Consoli, Piazza Grande, il Teatro Romano, la Basilica di Sant’Ubaldo e le mura medievali.
Gini riteneva che Gubbio non avesse nulla da invidiare ad altre città già inserite nella lista UNESCO, e che un riconoscimento del genere avrebbe significato non solo visibilità internazionale, ma anche una rinnovata attenzione verso la tutela del centro storico e delle sue architetture monumentali. Il suo appello fu più volte rilanciato attraverso conferenze, articoli e iniziative pubbliche.
In suo onore, il Lions Club di Gubbio ha istituito il Premio Giorgio Gini, pensato per premiare i migliori interventi di restauro delle facciate di edifici privati nel centro storico. Un modo concreto per portare avanti la sua battaglia per la bellezza, la conservazione e la dignità estetica della città.
Nel 2019, la città di Gubbio ha voluto rendere omaggio a Giorgio Gini intitolandogli un tratto urbano dal forte valore simbolico: una traversa che collega Via XX Settembre a Via Mantovani, nel cuore della città. Si tratta di un vicolo silenzioso, sobrio, proprio come lo stile che Gini amava: un passaggio tra due vie che simboleggia il collegamento tra memoria e futuro.
La cerimonia di intitolazione ha visto la partecipazione commossa di istituzioni, cittadini e familiari, ed è stata anche l’occasione per ricordare quanto Gini abbia lasciato in eredità non solo idee, ma un modo di guardare e raccontare Gubbio con occhi nuovi.
A conferma della sua competenza e del suo impegno per la cultura, Giorgio Gini fu insignito del ruolo di ispettore onorario della Soprintendenza ai Beni Culturali di Perugia, un incarico che svolse con grande scrupolo e passione. In quella veste, contribuì alla segnalazione di beni da tutelare, al monitoraggio di interventi conservativi e alla promozione di una coscienza pubblica sul valore del patrimonio artistico.
Dopo la sua scomparsa, l’architetto Augusto Solano ha raccolto il testimone, ma più volte ha riconosciuto che il lavoro di Gini aveva posto solide basi per una visione organica della salvaguardia dei beni eugubini.
La riproposizione degli “Itinerari Ubaldiani” non è soltanto un omaggio a Giorgio Gini, ma un invito rivolto alla comunità a riscoprire le proprie radici, il valore della narrazione storica e il senso dell’identità collettiva. Le sue opere, i suoi sogni e le sue battaglie sono ancora attuali, oggi più che mai.
In un’epoca in cui il tempo corre veloce e la memoria rischia di affievolirsi, la sua figura emerge come un punto di riferimento culturale, civico e morale. E se un giorno l’acropoli di Gubbio dovesse davvero entrare nel novero dei Patrimoni UNESCO, sarà anche grazie al seme piantato da un uomo che, con discrezione e competenza, ha saputo dare voce alla bellezza della sua città.