Le pratiche del sisma che si verificò nell’Alta Umbria – nelle zone di Umbertide e Pierantonio – nel marzo 2023 rientrano nel cratere del terremoto del centro Italia: lo riferisce il sottosegretario al ministero dell’Interno Emanuele Prisco.

Si trattò di un terremoto di magnitudo ML 4.4 (Mw 4.3) registrato dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale alle ore 16:05 italiane del 9 marzo 2023. L’epicentro fu localizzato nella provincia di Perugia, 5 km da Umbertide, con ipocentro a una profondità di circa 10 km. La città di Perugia si trova circa 20 km a sud dell’epicentro. Dopo questo terremoto, avvennero altri 11 eventi di bassa energia, tutti con magnitudo inferiore a 2 che adesso rientrano nel cratere,

Gli eventi sismici nell’area, nel 1984 quello più importante

Dal punto di vista storico, l’evento più importante in questa area fu sicuramente il terremoto del 29 aprile 1984 di magnitudo Mw 5.6 che interessò tutta l’Umbria settentrionale: le località più danneggiate furono Assisi, Gubbio, Perugia Città di Castello, Valfabbrica e la stessa Umbertide.

Nel novembre 2022 vi fu un grosso terremoto al largo della costa davanti a Fano, di magnitudo 5,7 che interessò, oltre ai comuni marchigiani della costa anche quelli dell’entroterra fino all’Umbria e alla Toscana. Danneggiati molti edifici con la caduta di calcinacci e molte famiglie evacuate dai palazzi lesionati. Anche le scuole vennero chiuse. I danni furono ingenti ma non si lamentò alcuna vittima.

Il sottosegretario spiega che la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato l’emendamento al decreto legge sul Pnrr, a firma dei relatori, che consente alla struttura del Commissario Castelli per la ricostruzione nelle zone nelle regioni Marche e Umbria colpite rispettivamente dal terremoto del novembre 2022 e da quello del 2023 “di procedere alla ricognizione dei fabbisogni per la ricostruzione, riparazione e ripristino delle strutture e delle infrastrutture pubbliche e private”.

Approvato l’emendamento al decreto legge sul Pnrr

“Inoltre – riferisce ancora Prisco -, l’emendamento consente di utilizzare la struttura del Commissario straordinario di adottare misure di controllo nei cantieri per la tutela della salute, della sicurezza e dei diritti dei lavoratori del settore edile e per il contrasto al lavoro irregolare e alle infiltrazioni criminali e di stampo mafioso, incluse forme di monitoraggio dei flussi della manodopera.

Le misure prevedono la comunicazione e lo scambio di informazioni con amministrazioni parti sociali e datori di lavoro. Fatto questo primo importante passo si potranno stanziare le risorse per dare il via alla ricostruzione”.

Nei comuni del cratere si concentra il grosso dei finanziamenti per la ricostruzione applicando le norme introdotte dal decreto.

I fondi già erogati che rientrano nel cratere

Il decreto aveva previsto fondi per 1,1 miliardi di euro, da spalmare in sei anni. Il provvedimento rafforza i poteri dei sindaci, i quali potranno portare avanti in tempi celeri le opere di messa in sicurezza. I Comuni, poi, potranno sfondare i tetti di spesa per il personale, assumendo fino a 350 persone a tempo determinato. 

Sul fronte scuole, i presidi possedevano la deroga al numero minimo e massimo di alunni per classe. Per quanto riguarda le case, nel cratere saranno risarciti al 100% i danni ad attività produttive, prime e seconde case. Fuori dal primo cerchio, il 100% resta per le attività produttive, le prime case e le seconde abitazioni nei centri storici, mentre per il resto delle seconde case la copertura è al 50%. Previsto il prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive, cassa integrazione in deroga per i lavoratori delle attività produttive coinvolte e rinvio di imposte e tasse.

La nuova norma includendo i due comuni dell’alta valle del Tevere consentirà l’utilizzo di maggiori risorse economiche e anche la creazione di nuovi posti di lavoro per le persone impegnate nella messa in sicurezza o nella ricostruzione degli edifici coinvolti dai due eventi sismici.