Perugia segue l’esempio di Terni: primo via libera alle misure per la tutela dei rider.Un altro passo viene mosso in Umbria verso il riconoscimento del lavoro spesso invisibile dei rider: la IV Commissione del Consiglio comunale di Perugia ha approvato - con nove voti favorevoli e due astensioni - l’ordine del giorno che impegna l’amministrazione a predisporre misure concrete per migliorare le condizioni lavorative degli addetti alle consegne. Il documento, promosso dai gruppi consiliari di Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra, nasce dal confronto tra la politica e Nidil Cgil Perugia, la sigla sindacale che rappresenta i lavoratori atipici e delle piattaforme digitali.
“Finalmente, a livello territoriale, si riconosce l’esistenza e l’importanza di questi lavoratori considerati essenziali durante la pandemia, ma subito dimenticati”, ha dichiarato Andrea Marconi, di Nidil Cgil Perugia.
L’ordine del giorno impegna la sindaca e la Giunta ad avviare un percorso che porti a:
Tra le misure proposte anche la definizione di zone di sosta dedicate e la possibilità di transito agevolato durante le fasi di consegna, oltre alla sospensione dell’attività in caso di condizioni climatiche avverse, con la previsione di indennità compensative.
Un punto centrale dell’iniziativa è l’elaborazione di una Carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori digitali nel contesto urbano, uno strumento simbolico ma concreto per affermare la dignità e i diritti di una categoria ancora troppo esposta al rischio di sfruttamento.
Nel corso della seduta non è mancato l’intervento della Cgil territoriale, che con Barbara Mischianti, membro della segreteria, ha evidenziato la portata sistemica della questione:
“Il settore del food delivery, controllato da non più di due o tre multinazionali, è esempio lampante di un capitalismo predatorio che sfrutta i lavoratori più svantaggiati”, ha affermato. “Auspichiamo che questo sia solo un primo passo per avviare una riflessione coraggiosa su forme etiche di commercio online e di organizzazione del lavoro”.
L’obiettivo, secondo il sindacato, è duplice: tutelare la dignità del lavoro e al contempo salvaguardare il tessuto commerciale locale, oggi in difficoltà a reggere il confronto con le grandi piattaforme internazionali.
La scelta di Perugia arriva sulla scia dell’iniziativa già avviata dal Comune di Terni, dove l’amministrazione sta lavorando a un meccanismo di regolamentazione e riconoscimento dell’attività dei rider tramite il rilascio di un tesserino identificativo, su richiesta degli interessati.
“Il tesserino, rilasciato dalla società in house Terni Reti, dovrà essere esibito e tenuto ben esposto”, hanno spiegato gli assessori Sergio Cardinali (Sviluppo Economico) e Stefania Renzi (Commercio). “Sarà uno strumento utile per garantire la sicurezza alimentare, scoraggiare il lavoro irregolare e smantellare il sistema di caporalato che orbita nel settore”.
Un'iniziativa che - al netto delle valutazioni ancora in corso presso Ministero della Salute e Regione Umbria - si propone di colmare il vuoto normativo esistente e fornire ai rider una certificazione di professionalità e formazione, favorendo una maggiore fiducia da parte di cittadini ed esercenti.
A Perugia, dopo l’approvazione in Commissione, l’ordine del giorno passerà ora al vaglio del Consiglio comunale. Il percorso è appena cominciato, ma segna un cambiamento culturale importante: non più lavoratori invisibili ma soggetti attivi, con diritti da riconoscere e condizioni da tutelare.
In un contesto in cui le grandi piattaforme digitali continuano a operare in una zona grigia normativa, sono le istituzioni locali a provare a gettare le basi per un modello più giusto di economia urbana. Un passo alla volta, ma nella direzione giusta.