Ribaltone al Servizio Idrico Integrato, dove il Comune di Terni insieme ad Acea e ASM, eleggono la propria lista dei revisori dei conti. Approvato il bilancio, ma salta l’elezione del nuovo CDA (ci torneremo più avanti). A Umbria Distribuzione Gas, invece, cambia la maggioranza. Con ASM Terni e Acea che, presentando una lista unica e sommando le proprie partecipazioni (55%), sono riuscite a eleggere 3 consiglieri (come Italgas, ma con più voti) e andranno ad esprimere il nuovo Amministratore delegato. Quello che più conta per il Comune di Terni, però, è che reggerà la transazione sull’utilizzo della rete di distribuzione del gas. Che porterà in cassa a Terni Reti 26 milioni di euro in 6 anni.
Ma al di là delle liste per i rinnovi dei CDA, delle nomine, e delle questioni procedurali, come si traduce in politica quanto è avvenuto?
Il sindaco di Terni Bandecchi ha chiuso un accordo a tutto campo con Acea, che oggi controlla ASM ed è il partner privato del Servizio Idrico Integrato. E questo rivoluziona gli equilibri nelle utility miste pubblico-privato. Perché i voti del principale Comune della provincia ternana si vanno a sommare a quelli della multiutility romana, quotata in Borsa. Cambiando le tradizionali maggioranze imperniate sulla dicotomia destra-sinistra.
Ribaltone al SII: l’attacco di Bandecchi all’ora di pranzo
La notizia del ribaltone tentato dal Comune di Terni e dagli alleati privati arriva a ora di pranzo. E arriva, nello stile comunicativo del sindaco Bandecchi, con un video su Instagram girato nella mensa di Unicusano.
“Al Servizio Idrico succede il finimondo – dice Bandecchi alla telecamera del suo telefono cellulare -. Destra e sinistra sono alleate per andare insieme verso una strada che porta a nulla. Stavolta c’è un Comune di Terni che pensa ai cittadini e che ha un vero politico alla guida“.
Quello che accade al Servizio Idrico Integrato si capisce poco dopo. Il sindaco Bandecchi ha inviato il suo vice Riccardo Corridore, forte dell’alleanza siglata con Acea e ASM Terni. E dopo l’approvazione del bilancio parte la guerra delle liste per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione. Il Comune di Terni presenta la sua lista, con Alessandro Campi (attuale amministratore unico di Terni Reti) come presidente e quattro rappresentanti di Alternativa popolare. I sindaci del centrosinistra scelgono l’Aventino e lasciano l’assemblea. I Comuni di centrodestra si trovano spiazzati dal nuovo accordo in salsa ternana, che li vede soccombere nella votazione. La lista di Palazzo Spada si ferma, però, alla maggioranza relativa della componente pubblica (che assomma al 51% della società consortile). E il presidente uscente, Carlo Orsini, chiede il conforto di un parere del collegio sindacale. I revisori dicono che, per eleggere i consiglieri di parte pubblica e il presidente, serve la maggioranza assoluta. Elezione, dunque, non convalidata e assemblea da rifare per eleggere il CDA.
Sul Collegio dei revisori il Comune di Terni e Acea-ASM fanno il pieno
Si arriva così al terzo punto all’ordine del giorno. Quello relativo al rinnovo del Collegio Sindacale. Ed è a questo punto che si consuma il vero e proprio ribaltone. “Come si suona, si balla“, dice Corridore rivolto ai Comuni di centrodestra. Che secondo Palazzo Spada avevano preparato un blitz per cercare di mettere Terni in minoranza. Il rappresentante del Sindaco e Acea-ASM presentano, così, un’unica lista con i tre nomi dei sindaci revisori e quelli dei due supplenti. Con un paradosso: il nome del sindaco proposto da Acea è pure nella lista dei Comuni del centrodestra. È proprio il candidato revisore di Acea a togliere tutti dall’imbarazzo, non autorizzando la propria candidatura nella lista proposta dalla presidente della Provincia e sindaca di Amelia Laura Pernazza. E così dopo l’Aventino dei sindaci di sinistra, arriva anche quello dei Comuni di centrodestra.
Viene quindi eletto il nuovo collegio sindacale con Fabio Ciotti presidente, Marco Cremonesi e Carlo Cardia (in quota Acea). E passano anche i due supplenti Caterina Brescia e Alessio Zenone.
Esulta il vicesindaco Riccardo Corridore, che raggiunto al telefono da Tag24 Umbria, rilascia una dichiarazione laconica a valle di quella straripante di Bandecchi. “I sindaci della destra hanno fatto come i pifferai di montagna che andarono per suonare e vennero suonati”.
Anche a Umbria Distribuzione Gas regge l’alleanza. E Terni Reti “blinda” la transazione milionaria
Lo schema della triplice alleanza (Comune di Terni-Asm-Acea) regge pure a Umbria Distribuzione Gas, la joint venture per il mercato del gas che vede Italgas al 45%, Acea al 15% e ASM Terni al 40%. Proprio la ex municipalizzata comunale e la multiutility romana vanno a braccetto, con una lista unica di maggioranza che può vantare il 55% dei voti. Per il complesso meccanismo di calcolo delle preferenze vengono eletti 3 consiglieri in quota ASM-Acea (con più voti) e altri 3 in quota Italgas. Alla prima lista toccherà l’Amministratore delegato (in rampa di lancio c’è l’ingegner Stefano Tirinzi, ex direttore generale di ASM e manager di lungo corso della utility di via Capponi), a quella di Italgas il presidente. Le nomine arriveranno alla prima riunione del nuovo CDA. Il Comune di Terni porta a casa anche uno dei nuovi consiglieri di amministrazione, Bruno Ianniello, della lista di maggioranza.
Quello che più conta per il Comune di Terni, però, è che l’intesa con i partner privati blinda la transazione per il pagamento degli arretrati per l’utilizzo della rete di distribuzione di proprietà di Terni Reti. Sono i soldi che avevano portato il sindaco Bandecchi a parlare di “azienda risanata, piena di quattrini“. L’intesa tra Umbria Distribuzione Gas, Comune di Terni e la sua società in house Terni Reti andrà a sanare anni di arretrati non pagati. Terni Reti porterà a casa 16 milioni di euro nel 2024/25 e la quota restante (altri 10 milioni) nei successivi 4 anni.