L’Umbria, terra di arte e storia, è anche una regione in cui l’arte del restauro ligneo ha radici profonde, testimoniando la capacità di preservare e valorizzare un patrimonio culturale inestimabile. Uno degli esempi più recenti e significativi di questa arte si può ammirare nel restauro del portone seicentesco del Complesso di San Pietro a Perugia, un capolavoro architettonico che custodisce secoli di storia e cultura. Questo intervento di conservazione, completato dopo sei mesi di lavoro, sottolinea l’importanza di tutelare le opere in legno, un materiale prezioso ma delicato, che richiede competenze specializzate e una cura meticolosa per mantenere intatto il suo valore storico.
Il restauro ligneo è una pratica antica e altamente qualificata che trova in Umbria uno dei suoi centri di eccellenza. Rimane famosa la ricostruzione eseguita dagli ebanisti della Famiglia Minelli di Gubbio, con legni antichi, dello Studiolo del Duca Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Gubbio, il cui originale si trova oggi al Metropolitan Museum di New York.
La regione, con le sue chiese, palazzi storici e monumenti, ospita una straordinaria varietà di manufatti lignei di grande valore artistico e storico, molti dei quali risalgono a epoche in cui il legno era il materiale privilegiato per realizzare porte, portoni, arredi sacri e decorazioni. La conservazione di questi elementi richiede un approccio altamente specializzato, che combina una profonda conoscenza delle tecniche tradizionali con l’utilizzo di metodologie moderne per garantire interventi rispettosi della loro integrità.
Il portone del Complesso di San Pietro a Perugia rappresenta eccellenza del restauro ligneo in Umbria
Il portone del Complesso di San Pietro rappresenta un esempio significativo dell’eccellenza del restauro ligneo in Umbria. Questo intervento, coordinato dalla Ripartizione Tecnica dell’Università degli Studi di Perugia e realizzato dall’impresa artigiana Mastro Pompei di Gubbio, ha restituito a nuova vita un manufatto che non solo funge da ingresso a uno dei principali edifici storici della città, ma che è anche testimonianza tangibile della maestria artigianale dell’epoca.
Il portone ligneo del Complesso di San Pietro risale al XVII secolo e si trova all’ingresso principale del monumento, oggi sede del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia. Nel corso degli anni, il portone ha subito diversi interventi di restauro, ma quello più recente ha permesso di riportare alla luce la sua bellezza originaria, grazie a un lavoro accurato e rigoroso che ha coinvolto sia la parte esterna in cipresso, sia quella interna in pioppo.
Uno degli aspetti più affascinanti di questo restauro è stato il ritrovamento di tracce del precedente intervento del 1879, a opera di Angelo Rossi, un artigiano locale che ha lasciato una “mostrina” all’interno del portone, come segno del suo lavoro di preservazione. Questo dettaglio, unito alle analisi condotte durante il restauro, ha rivelato come la struttura originaria sia rimasta quasi intatta, mentre alcune parti, specialmente quelle esposte agli agenti atmosferici, le abbiano sostituite nel corso del tempo.
In Umbria conservata una straordinaria quantità di opere lignee antiche
Il restauro del portone del Complesso di San Pietro ha seguito un iter lungo e complesso, suddiviso in più fasi. Dopo lo smontaggio, il portone ha trovato collocazione presso il laboratorio di Mastro Pompei, dove hanno avuto inizio le operazioni di pulizia e rimozione delle vernici e degli oli che nel corso del tempo avevano alterato l’aspetto originario del legno. Questo passaggio, fondamentale per riportare il legno alla sua condizione naturale, ha consentito di individuare le parti più deteriorate, successivamente riparate mediante tecniche di tassellatura.
La tassellatura consiste nella sostituzione delle parti compromesse con legni della stessa essenza, rispettando così l’integrità materiale dell’opera. Nel caso del portone di San Pietro, per la parte esterna è stato utilizzato cipresso, mentre per l’interno è stato impiegato pioppo. Questa attenzione alla scelta dei materiali è uno degli aspetti che dimostrano l’eccellenza dell’intervento, in quanto mira a garantire non solo un risultato esteticamente armonioso, ma anche duraturo nel tempo.
Rimesse in opera anche le serrature originali
Al termine del restauro, il portone ha subito un trattamento con un prodotto protettivo che assicura la sua conservazione contro gli agenti atmosferici e le sollecitazioni esterne. Infine, le serrature originali sono state reinstallate, completando così il processo di recupero di questo prezioso manufatto.
Il restauro del portone seicentesco del Complesso di San Pietro è solo uno dei numerosi interventi che, negli ultimi anni, hanno interessato il patrimonio ligneo umbro. La regione, infatti, custodisce una straordinaria quantità di opere in legno, molte delle quali necessitano di restauri e manutenzioni periodiche per evitare il deterioramento. Gli interventi su manufatti lignei richiedono non solo competenze tecniche, ma anche una sensibilità particolare verso la storia e il contesto in cui l’opera ha avuto origine.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria svolge un ruolo fondamentale nella supervisione di questi interventi, garantendo che ogni restauro rispetti le normative e i criteri di conservazione storica.