Bando delle Residenze Digitali: sono quattro le proposte vincitrici del progetto che si rivolge ad artiste e artisti delle performing arts per supportare l’esplorazione dello spazio digitale: Non Playable Human di Simone Arganini e Rocco Punghellini, esplora, sull’eco della performance Rhythm 0 di Marina Abramović, lo spazio fra individuo e NPC (“non-playable-character”- un personaggio programmato per eseguire specifici input, ma privo di arbitrio), in un dialogo da remoto di cui sono partecipi il performer, il pubblico e un mediatore.
Radio Pentothal di Ruggero Franceschini è una stazione radio diffusa via web e onde radio, ispirata all’omonimo personaggio inventato dal disegnatore Andrea Pazienza e alimentata da un’intelligenza artificiale testuale che crea contenuti visionari e onirici ispirati agli anni ’70 italiani, a cui il pubblico può contribuire in diretta; Neuralink Theatre di Filippo Rosati, Umanesimo Artificiale ricerca il concetto speculativo di performatività per impianti cerebrali neurali, esplorando come il cervello percepisce e codifica le immagini.
Al Bando delle Residenze Digitali tra le realtà coinvolte anche C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche
Speculando su nuove forme di interfacce neurali, gli spettatori vengono immersi in un ambiente virtuale che unisce storytelling, gameplay interattivo e stimolazione sensoriale; HydroSync di Valerie Tameu è un rituale cyber-magico in cui il movimento del corpo umano, quello di un biota acquatico e un software di intelligenza artificiale collaborano per dare vita a una figura digitale ispirata alla leggenda della Mami Wata, Dea dell’acqua mutaforma.
Ogni progetto riceve un contributo di residenza di 4.500 euro e la messa a disposizione dell’alloggio e di uno spazio di lavoro per l’eventuale periodo di residenza in presenza. Tutti i progetti prevedono una restituzione on-line aperta al pubblico durante la Settimana delle Residenze Digitali che si terrà dal 26 novembre al 1 dicembre. Il processo di creazione artistica viene seguito dai partner di progetto e conta sulla collaborazione di tre tutor esperte della creazione digitale, a cui si aggiunge da quest’anno un quarto professionista: Laura Gemini, Anna Maria Monteverdi, Federica Patti e Marcello Cualbu.
Residenze Digitali nasce da un’idea del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora, La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a Vapore, C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche, a cui si aggiungono quest’anno due nuove realtà: il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine, in Sardegna, e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (InVisible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia.
Questi i progetti selezionati. Non Playable Human di Simone Arganini e Rocco Punghellini; concept e ideazione Simone Arganini, Rocco Punghellini, coreografia Simone Arganini , interfaccia web Rocco Punghellini. La visione romantica di un eden immutabile, e la necessità di un rifugio esistenziale, oggi trovano per molti una risposta nell’ecosistema digitale: un mondo frammentato fatto di spazi programmati, parziali, in cui trovare la propria nicchia e realizzare le proprie fantasie. Spazi restituiti come esperienze narrative e di escapism, la cui bellezza risiede proprio nella loro alterità e limitatezza. Allo stesso tempo però, il digitale si manifesta oggi più che mai come una dimensione misteriosa e complessa.
Radio Pentothal di Ruggero Franceschini; concept e regia Ruggero Franceschini, drammaturgia Sonia Antinori, Ruggero Franceschini con Alberto Baraghini, Angelo Callegarin, Paula Carrara, Claudia Gambino, Samantha Silvestri, sound design I Fidanzati della Morte, set design Kinga Kolaczko, creative developer Michele Cremaschi con il supporto di Malte. Sineglossa Radio Pentothal è una stazione radio interattiva diffusa via web e onde radio, alimentata da un’intelligenza artificiale testuale che crea contenuti visionari e onirici ispirati agli anni ’70 italiani, a cui il pubblico può contribuire in diretta. Questo progetto nasce da una libreria di famiglia, che è ferma a Bologna, 1977: le graphic novel di Andrea Pazienza o Max Capa (“L’Elefante a Rotelle”), la guida su come fare una radio clandestina, i saggi filosofici di Bifo, le registrazioni di Radio Alice (incluso il blitz della polizia trasmesso in diretta). La fertilità creativa della controcultura degli anni ’70 è un dataset prezioso per l’addestramento di un intelligenza artificiale testuale: un LLM, Large Language Model (simile a Chat GPT).
Neurali Theatre – performatività pere impianti neurali: concept e direzione artistica Filippo Rosati, R&D Umanesimo Artificiale, produzione operating system studio. In un mondo in cui i progressi tecnologici hanno ridefinito la nostra esistenza, il concetto tradizionale di teatro e performatività ha subito una trasformazione senza precedenti. In un futuro dove ogni individuo è dotato di impianti cerebrali neurali (es: Neuralink), si aprono le porte a nuove frontiere per l’espressione artistica e la narrazione immersiva.
“Neuralink theatre” invita gli spettatori a un viaggio oltre i limiti dello spazio fisico, superando le convenzioni del teatro tradizionale ed abbracciando tecnologia, arte e coscienza umana. Speculando su nuove forme di interfacce neurali, gli spettatori vengono immersi in una miscela dinamica di storytelling, gameplay interattivo e stimolazione sensoriale.
Hydrosync : di e con Valerie Tameu, creative developer Michele Cremaschi, sound artist Michele Mandrelli. È un rituale cyber-magico, in cui il movimento del corpo umano, quello di un biota acquatico e un software di intelligenza artificiale collaborano per dare vita a una figura digitale ispirata alla leggenda della Mami Wata, dea dell’acqua mutaforma. Questa nuova entità ibrida, che unisce elementi umani e marini, si materializza durante la performance come un essere alieno, per poi trasformarsi in una presenza online attraverso un’applicazione web. L’AI può davvero cogliere la complessità del desiderio e dell’intenzione del movimento umano, o si limita al tracciamento spaziale del corpo, diventando testimonianza di un’interpretazione fallace?