Gli ospedali e le Asl umbre sono state oggetto di un monitoraggio dettagliato da parte di Agenas, che ha analizzato la loro capacità di rispondere alle esigenze del territorio. Il giudizio complessivo le colloca tra le 27 migliori d’Italia, ma senza raggiungere i livelli delle eccellenze del Nord. Gli indicatori esaminati si concentrano su sei aree principali: prevenzione, servizi territoriali, assistenza ospedaliera, sostenibilità economica e patrimoniale, outcome clinici, e capacità di investimento tecnologico.

Ospedali e Asl, prevenzione e servizi territoriali: le performance umbre

Sul fronte della prevenzione, le due Asl umbre registrano un risultato alto, sebbene le punte di eccellenza siano altrove: “Toscana, Friuli, Trentino e Lombardia”. La capacità di prevenzione è uno degli elementi cardine del sistema sanitario, ma il confronto con le regioni del Nord mette in evidenza la distanza ancora da colmare per raggiungere i vertici.

Per quanto riguarda l’assistenza distrettuale, che include i servizi territoriali e di prossimità, la valutazione colloca le Asl umbre a un livello medio. Questo risultato, identificato con il colore giallo, accomuna l’Umbria alla maggior parte delle regioni del Centro e Sud Italia, dove l’organizzazione territoriale fatica a tenere il passo con il Nord.

Assistenza ospedaliera: le differenze tra le Asl umbre

Sul piano dell’assistenza ospedaliera, il monitoraggio si è concentrato su indicatori come la degenza media nei reparti di medicina interna e geriatria, l’indice di fuga per prestazioni di media e bassa complessità, e il rispetto dei tempi di attesa per interventi chirurgici come colecistectomia o protesi all’anca, ginocchio e spalla. I risultati sono differenziati tra le due Asl: la numero uno ottiene un livello alto (verde), mentre la numero due si ferma a un valore medio (giallo). Questo indica una disparità che potrebbe riflettere differenze organizzative o strutturali tra le due realtà.

Sostenibilità economica e investimenti: i limiti del sistema

La sostenibilità economica e patrimoniale delle Asl umbre, misurata attraverso indicatori come i costi pro-capite e la tempestività dei pagamenti, è giudicata alta (verde chiaro), sebbene non raggiunga i livelli più alti riscontrati in regioni come Lombardia ed Emilia Romagna. La stabilità finanziaria rappresenta un elemento positivo per il sistema sanitario regionale, che dimostra capacità di gestione, ma con margini di miglioramento.

Un aspetto critico emerge nell’area degli investimenti, che valuta la capacità di rinnovamento tecnologico e lo stato del patrimonio strutturale. Qui il giudizio è basso (arancione), una situazione condivisa con gran parte delle regioni del Centro-Nord, dove poche realtà riescono a distinguersi. Questo dato suggerisce difficoltà nel reperire risorse per l’ammodernamento, un elemento che potrebbe pesare sul futuro delle strutture umbre.

Outcome clinici: risultati solidi, ma non eccellenti

Gli outcome clinici, ovvero i risultati legati agli esiti delle cure, mostrano una performance alta (verde chiaro) per entrambe le Asl, con indicatori che analizzano, tra gli altri, la mortalità evitabile e trattabile. Anche in questo caso, l’Umbria si posiziona bene, pur senza raggiungere l’eccellenza.

Ospedali umbri: un quadro di luci e ombre

Il monitoraggio ha interessato anche i due principali ospedali umbri, il Santa Maria della Misericordia di Perugia e il Santa Maria di Terni, analizzandoli attraverso 27 indicatori organizzati in quattro aree: accessibilità, processi organizzativi, sostenibilità economica e patrimoniale, investimenti. In generale, entrambi gli ospedali si collocano su un livello medio (giallo).

Accessibilità e organizzazione: differenze tra perugia e terni

L’area accessibilità, che include il rispetto dei tempi di attesa per interventi chirurgici, compresi quelli oncologici, e indicatori relativi al pronto soccorso (come il tempo di permanenza e il tasso di abbandono), vede l’ospedale di Perugia ottenere un livello medio (giallo), mentre quello di Terni registra un risultato basso (arancione).

Per i processi organizzativi, che valutano appropriatezza, efficienza e attrattività, i due ospedali ottengono entrambi un giudizio medio (giallo). Questo indica una gestione adeguata, ma non tale da distinguersi in maniera significativa rispetto alla media nazionale.

Investimenti e sostenibilità: i punti critici del sistema ospedaliero

Sul piano della sostenibilità economico-patrimoniale, i risultati restano invariati: entrambi gli ospedali ottengono un livello medio (giallo), segnalando una gestione stabile ma senza picchi di eccellenza.

Infine, l’area investimenti rappresenta il punto più critico per le due strutture. La capacità di ammodernamento tecnologico e la manutenzione del patrimonio sono valutate basse (arancione), un dato che conferma difficoltà strutturali nel finanziare interventi di lungo periodo.