Ci soffermiamo su alcuni stralci dalla Relazione di fine mandato 2024, pubblicata dal Sindaco Filippo Mario Stirati.

Il Primo Cittadino parte dal 2018, anno dal quale si è attuata “una politica di bilancio triennale fondata su mirati accantonamenti, al passaggio cruciale della ricapitalizzazione della Gubbio Cultura e Multiservizi S.r.l., con la conseguente messa in sicurezza di servizi fondamentali e con la reale esigibilità dei crediti maturati dal nostro ente rispetto alla società stessa, di cui siamo soci unici”. Fatto che ha permesso alla Giunta “di avere una visione di investimenti infrastrutturali, socio – sanitari, culturali, mirati ad un sistema di trasporti e di mobilità rinnovato, ad una aggiornata politica della formazione e fondati su di una organizzazione amministrativa ed istituzionale integrata e più razionale”.

“L’altro caposaldo della nostra iniziativa di governo, quello dell’alta formazione è stato realizzato – continua Stirati –  “grazie alla progettazione didattica attivata dalla FUCE programmatoria lunga” la collaborazione con la Lumsa, e l’Università di Perugia, “produrrà – sempre secondo il Primo Cittadino – in tempi brevi concreti risultati attraverso l’attivazione di master, corsi di alta specializzazione, campus con ricadute di assoluto rilievo sotto il profilo culturale e formativo ma anche di ordine economico […] questo anche nell’ottica di un’apertura verso i mercati orientali quali la Cina.

Stirati poi fa una disamina sulla situazione antropico-geografica di Gubbio che “presenta per vastità e per caratteristiche antropiche e idrogeologiche, enormi problemi di manutenzione e di riqualificazione urbana”. Si sofferma poi sul centro Storico che definisce “eccellente” ma “che necessita di rilevantissimi interventi ordinari e straordinari”. Quali la ristrutturazione di palazzi pubblici il ripristino e la ripavimentazione di vicoli e di vie, la cura dell’arredo urbano e infine agli interventi tecnologici “atti a favorire la mobilità alternativa”.

Nella relazione di fine mandato 2024 i punti qualificanti dell’azione di governo cittadina

Dopo aver parlato della messa a punto dei varchi elettronici si sofferma sui “temi della sicurezza con particolare riferimento alla Festa dei Ceri e, più in generale, alle grandi manifestazioni”. Invoca poi dal Governo, dal Parlamento, dall’Anci e della Lega delle Autonomie, un impegno per un sensibile miglioramento della capacità di spesa dei Comuni fondata magari su criteri di virtuosità e di seria verifica dei risultati.

Un capitolo a parte riguarda della Relazione di fine mandato 2024 il “grande sforzo di promozione e di iniziativa comunicativa da parte della Regione Umbria e del nostro Comune” al fine di “favorire l’immagine della città con eventi artistico-culturali e sportivi di grande prestigio” tanto che sono stati recuperati “quei flussi turistici che l’evento sismico di fine 2016 aveva largamente compromesso”.

L’azione di governo cittadino deve passare attraverso il consolidamento degli eventi chiave dal punto di vista culturale e sportivo valorizzando il format “Gubbio terra del tartufo” e promuovendo le tradizioni gastronomiche di Gubbio e dell’Appennino. Sarà necessario a tal fine considerare “l’Appennino non una barriera, ma un elemento unificante di un sistema di offerta turistica integrata”.

Nella relazione si segnala anche il “ruolo che il Comune di Gubbio ha svolto come capofila di un bando europeo pari a un milione e ottocentomila euro nel triennio 2017 – 2019, che prevede un’attività di formazione insieme al Cesf e all’Università dei Muratori nel campo della lavorazione e del restauro della pietra e della sicurezza nei cantieri edili a favore di maestranze e di professionalità della Palestina e della Giordania”.

Tra gli obiettivi centrati dalla Giunta Stirati segnala “l’implementazione della fibra ottica a beneficio del sistema scolastico e degli uffici comunali e il progetto DigiPass che nell’autunno appena trascorso ha mosso i primi passi”.

Di fronte ai toni trionfalistici la realtà della crisi demografica di Gubbio

Non mancano poi i toni trionfalistici quando si definisce Gubbio “una comunità solidale, fondata sulla coesione sociale e sull’inclusione, tesa a contrastare povertà ed emarginazioni e a favorire il benessere dei cittadini”.  Viene definita “una città aperta e accogliente, a misura di bambino, di anziano, di diversamente abile; volta a qualificare politiche di genere nel cui ambito ciascuno realizzi progetti di vita, di lavoro, di formazione, di socialità, di cultura, di religione, senza discriminazioni, violenze, minorità”. Non spiega tuttavia il Sindaco per quale motivo, una comunità fiorente e ricca di queste qualità, tende a calare di numero. Sulla prima riga della Relazione si legge un dato allarmante: nel 2019 la popolazione era di 31.301 unità mentre nel 2023 è scesa a 30.569, tendenza che non sembra fermarsi ma anzi consolidarsi. Se poi si scenderà sotto la soglia del trentamila abitanti diminuiranno in maniera traumatica i trasferimenti Stato/Comune.

Si tratta perciò solo di belle parole che tuttavia nascondono un malessere evidente soprattutto a livello giovanile. Sempre più giovani infatti sono costretti ad abbandonare Gubbio in cerca di migliori opportunità di lavoro altrove.

La relazione sale in maniera progressiva verso il climax ascendente, quando si compiace di belle parole come “cittadinanza attiva”, “democrazia”, “partecipazione”, “sviluppo sostenibile” e di “mobilità sostenibili”. E continua a ruota libera confondendo la realtà con l’immaginazione, per esempio quando parla di Gubbio come “piccola capitale della cultura” e di una città che “si prende cura delle nuove generazioni”: se ne prende così cura che come arrivano all’età della ragione se ne vanno via…

Una realtà triste che non collima con i buoni propositi

Prevede inoltre “la programmazione di ulteriori pavimentazioni nel centro storico nonché la rigenerazione dei grandi contenitori urbani (i due parcheggi coperti lasciati all’abbandono? Ndr); di pari passo dovrà svilupparsi la manutenzione straordinaria nelle frazioni (si riferisce alle frazioni di Burano, San Martino in Colle e Vignoli? Ndr) e nel territorio diffuso con l’obiettivo di adeguare le opere di urbanizzazione ancora carenti.”

Non leggiamo alcunché riguardo alla progettazione di una seria politica industriale che dovrebbe costituire una forte leva economica più della gastronomia o del solo turismo, importante sì ma non determinante nello sviluppo della nostra città.

In conclusione più che una relazione, ci sembra un bel libro dei sogni, un “vorrei ma non posso” pieno di velleità ma privo in gran parte di contenuti concreti.