In un’Italia dove l’accesso all’università è ancora ostacolato da fattori economici e sociali, l’Umbria prova a invertire la rotta. Regione e Università degli Studi di Perugia rilanciano il loro impegno con un piano congiunto che punta a rendere la No Tax Area una misura stabile e a potenziare tutti i servizi collegati alla vita universitaria: mense, alloggi, borse di studio.
Il diritto allo studio non è più visto, quindi, come una voce di bilancio, ma come un investimento strategico per il futuro del territorio.
La volontà di rafforzare il diritto allo studio arriva da una precisa scelta politica. L'assessore regionale all’Istruzione e Università, Fabio Barcaioli, ha sottolineato come, nonostante le difficoltà ereditate dalle precedenti amministrazioni, la Giunta regionale non intenda arretrare sul fronte dei diritti sociali. "Nonostante il pesante buco di bilancio ereditato dalla Giunta Tesei, non intendiamo fare tagli che mettano in discussione i diritti sociali, incluso il diritto allo studio. Vogliamo portare a casa la riconferma della No Tax Area per l’anno in corso e lavorare affinché diventi una misura stabile".
Barcaioli non si limita al tema delle tasse. L'impegno si estende a tutti gli ambiti dell'esperienza universitaria, nella convinzione che studiare non significhi solo frequentare corsi ma anche poter contare su una rete di supporto concreta. “Università significa anche servizi, dall’edilizia residenziale alle mense, fino alle borse di studio. Con il recente cambio ai vertici dell’Adisu ci sono tutte le condizioni per rafforzare e migliorare questi aspetti, offrendo sia un sostegno economico che un’esperienza universitaria di qualità", dichiara ancora l'assessore.
La visione condivisa trova piena sintonia con le parole del Magnifico Rettore Maurizio Oliviero, che da anni guida l’Ateneo con una linea improntata all’inclusione e all’equità. "L’effettività del diritto allo studio" - afferma - "è lo strumento che garantisce l’accesso universale a un’istruzione superiore di qualità. Rappresenta non solo il pilastro fondamentale ma un obiettivo concreto, che perseguiamo da anni con convinzione per la costruzione di una società migliore, più giusta e inclusiva, in cui il merito prevalga su altre condizioni di partenza".
Per Oliviero, quindi, il diritto allo studio non è un privilegio ma un principio costituzionale da attuare con determinazione. "Avvertiamo profondamente la responsabilità di garantire che ogni studentessa e studente meritevole possa intraprendere in piena libertà un percorso accademico di eccellenza, superando eventuali ostacoli economici, familiari o personali". Parole che riecheggiano l'articolo 34 della Costituzione, che afferma il principio di accesso all'istruzione anche per chi non ha mezzi.
L’Umbria si propone così come un modello virtuoso da osservare e possibilmente replicare. In un Paese dove il tema dell'abbandono universitario è ancora critico e dove le diseguaglianze di accesso alla formazione persistono, la strategia messa in campo da Regione e Ateneo può rappresentare una via da seguire. Un sistema che non si limita ad accogliere studenti, ma li accompagna lungo tutto il percorso, offrendo strumenti concreti per affrontarlo con serenità e dignità.
Il messaggio è forte e chiaro: studiare non deve mai essere un lusso. L’impegno umbro dimostra che, anche in contesti di difficoltà economica, si può scegliere di mettere i giovani e il loro futuro al centro delle politiche pubbliche. Una scelta di responsabilità, ma soprattutto di visione.
Perché investire nell’istruzione non è soltanto una questione di giustizia sociale, ma una leva decisiva per la crescita economica e culturale del Paese. Ogni studentessa e ogni studente che riesce ad accedere all’università grazie a queste misure ha la possibilità di costruire un percorso di emancipazione, contribuendo allo stesso tempo allo sviluppo della comunità.