La regione Umbria si trova ad affrontare una situazione critica per quanto riguarda la sanità, registrando a livello nazionale la percentuale più alta di ricoveri ospedalieri provenienti dai pronto soccorso. Questo dato emerge con preoccupazione dalla terza “Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti”, un’analisi condotta dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Tale indagine ha messo sotto la lente le performance delle strutture sanitarie italiane nel gestire patologie per le quali il tempo rappresenta un fattore cruciale.
Nel 2022 gli accessi ai pronto soccorso umbri hanno superato quota 265.000, con una distribuzione dei codici di emergenza che vede prevalere i codici verdi (183mila) con il 69% del totale, il dato più elevato in Italia. La percentuale di pazienti ricoverati dopo essere stati valutati con un codice bianco raggiunge quasi l’11% (23mila), un valore significativamente superiore rispetto al resto del paese. La posizione più bassa è quella del Molise, dove la media per i codici bianchi è dello 0,06% mentre in Sardegna si passa al 4,2%.
La risposta della Regione Umbria e le misure adottate per i pronto soccorso
Tali numeri pongono l’Umbria in una posizione di netta discrepanza rispetto alla media nazionale dove la percentuale di ricoveri da pronto soccorso dovrebbe idealmente oscillare, per Agenas, tra il 10 e il 12%. In Umbria invece ci si attesta su un 16,95%, percentuale che la accomuna ad altre regioni come la Basilicata, la Calabria, il Lazio e la Puglia.
Questi dati si riflettono in una riduzione dei tempi di attesa medi rispetto alla media nazionale: i pazienti con codice bianco attendono 66 minuti, a fronte dei 111 minuti registrati a livello nazionale. Per i codici verdi l’attesa è invece di 132 minuti contro i 147 italiani. I codici gialli vedono un’attesa di 231 minuti, inferiore ai 245 minuti medi del paese e infine, per i codici rossi, l’attesa è di 143 minuti rispetto ai 208 minuti della media italiana. Anche la percentuale di pazienti che decide di abbandonare il pronto soccorso prima di essere visitato è inferiore in Umbria, attestandosi al 2,36% contro una media nazionale del 6,3%. In termini generali, la valutazione complessiva della rete di emergenza-urgenza umbra ottiene un punteggio di 64,78, posizionandosi in una fascia media.
Di fronte alla situazione dei codici bianchi e verdi, un problema già conosciuto nella regione, l’Assessore alla Sanità della Regione Umbria Luca Coletto ha evidenziato le iniziative intraprese per mitigare il fenomeno degli accessi inappropriati ai pronto soccorso e dei conseguenti ricoveri non necessari. Tra le azioni messe in campo, vi è la revisione della programmazione sociosanitaria e l’imminente introduzione di oltre mille posti letto in Rsa. Ma anche il potenziamento dei servizi di riabilitazione “per dare risposte di medio-bassa intensità a pazienti non in fase acuta che in maniera inappropriata venivano ricoverati in posti letto ospedalieri“.
Focus sulle emergenze cardiologiche e ictus
L’indagine di Agenas, con un rapporto di quasi 650 pagine, non risparmia critiche nemmeno al trattamento delle emergenze cardiologiche, in particolare per quanto riguarda gli infarti del miocardio. La percentuale di pazienti trattati entro un’ora e mezza dall’evento è giudicata insufficiente, attestandosi sotto il 60%. Sebbene la mortalità a 30 giorni per infarto sia considerata buona, vi è un evidente margine di miglioramento, soprattutto per gli interventi di bypass aorto-coronarico che sarebbe “nettamente da migliorare“.
Con un punteggio di 49,98 il risultato finale si attesta su un livello medio per quanto riguarda le emergenze cardiologiche, mentre sono scarsi i dati riguardanti la rete trauma. Questi si riferirebbero, infatti, più sull’impatto dell’occupazione dei letti nei reparti di neurochirurgia e terapia intensiva che sulle emergenze. Anche la rete ictus mostra luci e ombre, con una mortalità a 30 giorni giudicata positivamente, ma con tecniche di trombolisi e trombectomia che necessitano di un significativo potenziamento, in particolare nella Asl di Perugia. Con un punteggio di 61, invece, Agenas afferma che “il trattamento dell’emorragia subaracnoidea va bene. La Regione deve potenziare la riabilitazione“.