“Il segretario del Partito democratico Tommaso Bori attacca la Tesei sostenendo che mi nasconde, ma farebbe bene lui a nascondere il simbolo del Pd, un partito che con i suoi rappresentanti nella passata legislatura è stato protagonista certo, ma in negativo”: così l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto risponde all’attacco di Tommaso Bori di poche ore fa.
il segretario dem aveva, infatti, evidenziato l’assenza dell’assessore leghista veneto in una fotografia di gruppo dello scorso sabato 5 ottobre, giorno dell’evento di lancio della campagna elettorale della governatrice uscente Donatella Tesei.
Coletto a Bori: “Sulla sanità, abbiamo invertito la rotta senza finire in galera”
“Come non ricordare gli arresti legati a Concorsopoli nell’ambito della sanità e alcune condanne definitive, oltre a patteggiamenti con riconoscimento delle accuse” rammenta Luca Coletto a Tommaso Bori a proposito di gestione della sanità in Umbria.
“Se poi vogliamo parlare dei 5 anni di legislatura appena trascorsi – aggiunge l’assessore – tutti si dimenticano che proprio Bori ha chiesto e ottenuto una Commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid che si è conclusa senza alcun rilievo e con il voto positivo del dottor Bori, che a questo punto farebbe bene a mettersi d’accordo con sé stesso”. “Stessa cosa – prosegue – dovrebbe fare quando parla dei leader di partito, considerando che lo vediamo sempre cinguettare intorno alla segretaria Elly Schlein quando viene a impartire ordini al Pd dell’Umbria”.
“Se poi parliamo della privatizzazione – Coletto entra, quindi, nel merito dell’accusa dell’esponente dem – per la quale il Pd vende balle da cinque anni a questa parte, è giusto sottolineare che le strutture private convenzionate sono in minor numero“. Ed è successo “visto che l’allora ‘Prosperius’, da che era a maggioranza privata con stipendi regali per gli amministratori privati e benefit con auto di alta gamma, ma con fatturati (almeno gli ultimi) in perdita, con questo assessore la maggioranza è diventata pubblica. Gli stipendi sono allineati al pubblico, le auto di grossa cilindrata i privati se le comprano con i propri soldi, e il fatturato anche quest’anno ha un utile di due milioni di euro“.
“Noi non siamo per la ‘decrescita felice’ che abbiamo trovato in sanità e non solo, la rotta l’abbiamo invertita e non siamo finiti in galera“: Coletto conclude augurando a Tommaso Bori ogni bene.
On. Marchetti: “Sulla sanità, dalla sinistra ecco tutti disastri”
A intervenire nel dibattito sulla sanità in Umbria tra Tommaso Bori e Luca Coletto, sostenendo le tesi di quest’ultimo, è il segretario regionale della Lega Riccardo Augusto Marchetti.
“Prima di dare lezioni su come si gestisce la sanità, a sinistra farebbero bene a fermarsi a riflettere sul perché cinque anni fa la nostra Regione è andata al voto anticipato – sostiene Marchetti – Allora forse si ricorderebbero che l‘assessore alla sanità del Pd, Luca Barberini, è stato condannato a tre anni di reclusione per le note vicende Concorsopoli e che l’ex presidente Catiuscia Marini a due anni di reclusione per gli stessi motivi”.
“Come Lega siamo e rimarremo garantisti, ma quando si tratta di sanità umbra, la sinistra dovrebbe avere la decenza di tacere – afferma, ancora, il deputato leghista in una nota – peraltro se facessero un ulteriore sforzo di memoria, gli tornerebbero alla mente anche tutti i disastri che hanno lasciato, dall’indebitamento degli ospedali, alle liste di attesa che erano oltre 90 mila e sono state dimezzate dalla Giunta Tesei. Dai macchinari obsoleti e quindi inutilizzabili, fino alla carenza di terapie intensive per la quale l’attuale amministrazione ha trovato soluzioni efficaci in tempi brevi”.
Quanto, infine, alla partecipazione della presidente della Regione Donatella Tesei al raduno nazionale della Lega a Pontida, l’onorevole Marchetti si limita a un commento. “Bori ha addirittura mosso accuse di populismo alla governatrice Tesei – dice – senza rendersi conto di essere egli stesso emblema del populismo mentre si affanna a generare paure infondate nei cittadini sulla sanità solo per saziare la sua fame elettorale”.