Il nome di Matteo Salvini è comparso migliaia di volte nelle chat di whatsapp dei politici del centrodestra, dopo l’anticipazione di Tag24 Umbria sull’intenzione della presidente Tesei di voler convocare le Regionali a novembre. Sarà lui a dare il via libera alla governatrice uscente per firmare il decreto che convoca i comizi elettorali. Ecco perché il decreto, dato per certo negli ambienti del centrodestra nella serata di ieri, non è ancora stato firmato.
La notte, dopo l’accelerazione avvenuta nella giornata di ieri, ha portato a valutazioni più ponderate. E a un’analisi più approfondita degli scenari. Ma nella mattinata la presidente Tesei ha chiamato tutti i segretari regionali dei partiti della coalizione. E a tutti ha esposto la sua intenzione: votare il 17 e 18 novembre con l’Emilia Romagna. O arrivare al massimo al primo week end di dicembre. Per spegnere le voci di trattative romane per l’allargamento della coalizione. Schivare Bandecchi. Dribblare le idee di mini-rimpasti di Governo con annessa promozione destinata alla governatrice umbra. Silenziare le polemiche sull’Umbria, unica Regione tra le tre impegnate nella tornata d’autunno, a non aver ancora deciso la data del voto.
E il giro di telefonate, le opinioni digitate da pollici saltellanti sugli smartphone di amministratori e dirigenti di partito, i confronti con i plenipotenziari romani della coalizione, hanno partorito anche alcune valutazioni legate agli eventi in calendario. Tutto da sottoporre al vaglio del vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini.
Colloqui tra la presidente Tesei e i segretari regionali del centrodestra, si attende l’ok del leader della Lega Salvini
Il giro di telefonate di Donatella Tesei e del suo team ha coinvolto tutti i partiti del centrodestra. La sua intenzione – confermata dalle fonti raggiunte da Tag24 Umbria – è quella di convocare il voto entro breve. A Emanuele Prisco di Fratelli d’Italia, Fiammetta Modena di Forza Italia e a Riccardo Augusto Marchetti della Lega, la presidente uscente ha presentato lo scenario. Ha ribadito la sua convinzione di non fare alcun passo indietro, con la piena convinzione di poter vincere in forza dei risultati conseguiti dalla sua giunta. E infine ha disegnato il calendario: 17 e 18 novembre, oppure 1 e 2 dicembre. Aggiungendo di aspettare l’ok del segretario nazionale della Lega Salvini, prima di dare il via libera al decreto.
“La data precisa è ancora in forse, vedremo… Può essere anche il primo week end di dicembre“, conferma laconico un importante dirigente di uno partiti del centrodestra. Dopo il giro di chiamate e di opinioni.
Già, perché qualcuno avrebbe anche fatto notare che le date di novembre si sovrappongono al primo fine settimana di Eurochocolate a Perugia. Con il Ministero dell’Interno che potrebbe avanzare qualche dubbio legato alla gestione dell’ordine pubblico. Poi ci sono le questioni legate alla formazione delle liste e delle rappresentanze territoriali. Se tutti hanno più o meno in testa come saranno messi in fila i nomi per le Regionali sotto i simboli di partito, qualche dubbio sarebbe emerso sulla tempistica necessaria a costruire le liste con nomi pesanti delle formazioni minori, dei civici e dei movimenti.
A Roma discussioni non solo sull’allargamento della coalizione, ma anche sul calendario delle sfide col campo largo
Stefano Bandecchi, che aveva aperto all’allargamento della coalizione con l’ingresso della sua Alternativa Popolare, non è l’unico motivo di confronto nelle sedi romane. Per questo la risposta definitiva tarda ad arrivare. Il segretario nazionale di AP e sindaco di Terni, avrebbe affidato le trattative con le direzioni nazionali del centrodestra al presidente del suo partito Paolo Alli. Ex parlamentare, con ottimi rapporti personali con l’area più vicina al PPE della coalizione, Alli avrebbe generato attenzione e interesse per un replay in salsa umbra dell’operazione di allargamento che è riuscita al centrodestra in Basilicata. Ma la condizione posta è quella di un passo indietro di Tesei.
Gli spifferi da Roma hanno convinto la presidente ad anticipare i tempi. Ma nella Capitale gli esperti di elezioni guardano anche agli scenari nazionali. Col caso Sangiuliano che non accenna a spegnersi, il centrodestra vorrebbe evitare di regalare a Elly Schlein e al suo campo largo un’occasione di creare l’onda lunga. I sondaggi in arrivo dalla Liguria parlano di sfida aperta, con Orlando che potrebbe prendere un vantaggio se finissero velocemente le polemiche interne alla coalizione. E lì si vota a ottobre. Poi a novembre lo scenario per il centrodestra sarebbe – nel migliore dei casi – quello di un pareggio. O di un doloroso 2-0. Che, andando troppo oltre col calendario, rischierebbe di mettere la coalizione di fronte a al rischio di un 3-0 progressivo. Trasformando il pericolo onda lunga in uno stillicidio di tre mesi. Rischiare un ko al mese da qui a dicembre e minare l’immagine vincente del Governo, oppure accorpare il più possibile le sfide e togliersi il dente?
Dilemma amletico. Da far sciogliere a Salvini.