Bocche cucitissime nelle stanze della politica regionale, ma le indiscrezioni hanno cominciato a circolare con insistenza nel pomeriggio di ieri: l’Umbria potrebbe andare al voto per le Regioni il 17 e 18 novembre. Con un mini-election day da celebrare insieme all’Emilia Romagna. Il decreto di convocazione dei comizi elettorali ancora non c’è. Ma potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Forse già nella mattinata di domani.
Fonti informate sono, infatti, pronte a giurare che in giornata ci sia stata una forte accelerazione sul dossier elezioni. Complice anche l’apertura al centrodestra fatta dal segretario nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, in chiusura della festa di partito a Terni. Bandecchi, raggiunto da Tag24 Umbria, aveva parlato infatti di una riflessione in atto a Roma, nelle segreterie nazionali, sulla possibilità di “inglobare AP” nella coalizione. A patto, però, che Tesei facesse un passo indietro. Magari accettando un incarico governativo nell’ambito di un mini-rimpasto dei sottosegretari, dopo le dimissioni di Sgarbi (mai sostituito) e il caso Sangiuliano.
Donatella Tesei, governatrice uscente e candidata in pectore al secondo mandato del centrodestra, avrebbe deciso di tenere duro. E di cercare di disinnescare la mina-Bandecchi. Prendendo il toro per le corna e scegliendo la prima data utile per chiudere la partita. Una cronoscalata che vede l’Umbria come l’ultima tra le Regioni impegnate nella tornata elettorale d’autunno a decidere la data delle elezioni.
Regionali in Umbria, le indiscrezioni sulle trattative per allargare la coalizione accelerano la decisione sulla data
I tempi tecnici per la firma sul Decreto della Presidente e la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione dell’Umbria, ci sarebbero ampiamente. Il criterio statutario di dover andare al voto dopo il superamento di quattro domeniche successive alla scadenza naturale della legislatura, sarebbe ampiamente soddisfatto. E c’è anche un precedente di tempi particolarmente stretti. Quello del 2015, quando si votò alla fine del mese successivo al decreto presidenziale (9 aprile e pubblicazione sul BUR il 12, con elezioni il 27 ottobre).
Impossibile per lo Statuto, invece, lo slittamento al 2025, come ipotizzato da qualcuno. Quindi il bivio, di fronte a cui si trovano Tesei e i suoi tecnici, ha solo due strade. Anticipare i tempi a novembre per blindare la candidatura, o rischiare di infilarsi in una guerra di logoramento fino a dicembre. Con lo scenario di allargamento della coalizione che riprenderebbe vigore.
Pd Umbria, per Bori e Meloni Tesei è arroccata nei palazzi del potere: “Si ostina a non convocare le elezioni”
Chi mette fretta alla presidente uscente è il PD dell’Umbria, che anche oggi è tornato a chiedere a gran voce la convocazione delle elezioni regionali, sulle quali si susseguono indiscrezioni da settimane. A tornare a sollevare la questione della data sono stati i consiglieri del Partito democratico, Tommaso Bori e Simona Meloni.
“È passata un’altra settimana dall’ultimo nostro invito – affermano -. E oggi assume contorni sempre più indecenti la mancata indizione delle regionali in Umbria. La presidente della Regione, Donatella Tesei, è barricata nei palazzi del potere. Gli umbsono stanchi dell’arroganza di una classe dirigente inadeguata. Come se potesse disporre liberamente delle istituzioni pubbliche che è stata chiamata a rappresentare pro tempore, la presidente Tesei, con questo atteggiamento dilatorio, si illude di poter rafforzare la sua posizione: Dimenticando la poca convinzione degli alleati nel ricandidarla“.
Fallito il tentativo del ministro Piantedosi di arrivare a un election-day e con Liguria ed Emilia Romagna che hanno già da tempo indicato una data, in Umbria si continua da mesi a rimandare la decisione su quando indire le elezioni regionali.
“Per noi – concludono i due conglieri DEM – questo tergiversare non è altro che un segno di debolezza e paura. I cittadini e le cittadine dell’Umbria hanno il diritto di sapere quando potranno esercitare il loro diritto al voto“.