04 Mar, 2025 - 14:30

Referendum 2025 su lavoro e cittadinanza: Landini punta ai non votanti per il quorum

Referendum 2025 su lavoro e cittadinanza: Landini punta ai non votanti per il quorum

Un voto diretto, che permette ai cittadini di incidere immediatamente sulla propria condizione lavorativa e di vita. Con questa premessa il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, lancia da Perugia la campagna a sostegno dei cinque referendum 2025 su lavoro e cittadinanza. L’obiettivo dichiarato è chiaro: mobilitare anche chi, deluso dalla politica, ha smesso di recarsi alle urne.

"In un Paese dove a votare il 50% ormai non va è chiaro che ci rivolgiamo a loro", dichiara Landini, spiegando che il referendum non è un’elezione tradizionale ma un’occasione per i cittadini di esprimersi direttamente e modificare leggi esistenti. "Questo non è un voto politico in cui si delega qualcuno a rappresentarti" - prosegue - "ma è un voto diretto che permette alla persona, che in questo caso dice Sì, di cancellare il giorno dopo le leggi". 

Landini, i temi caldi del referendum 2025: cittadinanza, articolo 18 e tutele sul lavoro

I cinque quesiti referendari toccano temi cruciali per milioni di italiani. Il primo riguarda la cittadinanza: "Se raggiungiamo il quorum, il giorno dopo 2 milioni e mezzo di persone che oggi non hanno la cittadinanza poi l'avranno", spiega il leader sindacale. Un cambiamento che inciderebbe direttamente sulla vita di lavoratori residenti e contribuenti da anni nel nostro Paese. "Sono tutte persone residenti che lavorano e pagano le tasse", ricorda.

Un altro punto cardine è la reintroduzione dell’articolo 18, che garantiva una maggiore tutela contro i licenziamenti per chi lavora in aziende con più di 15 dipendenti. "Tutti quelli che sono stati assunti dopo il 2015 e che quindi questa tutela non l'hanno più, e parliamo di 4 milioni di persone, il giorno dopo l'avranno". 

Landini punta poi il dito contro la precarietà e le condizioni di sicurezza sul lavoro: "Muoiono sul lavoro tre persone al giorno, più di mille persone all'anno e con 500mila infortuni", sottolinea il segretario generale Cgil. "La nostra legge dice che la responsabilità rimane in capo all'azienda che decide di fare gli appalti perché noi sappiamo che la maggioranza degli infortuni e delle morti riguarda lavoratori precari, appalti e subappalti. Se pensiamo poi ai contratti a termine noi diamo anche una botta alla precarietà perché oggi le imprese li possono usare sempre". 

"Un passo avanti per il Paese": il referendum come strumento di libertà

Landini sottolinea soprattutto che l’azione referendaria non si limita a una battaglia sindacale, ma rappresenta un passo avanti per l’intero Paese. "Sono referendum che fanno fare un passo avanti al nostro Paese e indicano la necessità di cambiare quelle leggi balorde e sbagliate che i governi degli ultimi 20 anni hanno realizzato", afferma. "Che hanno reso precaria la vita delle persone, per riaffermare invece una idea di libertà fondata sul lavoro". 

Il segretario della Cgil mette in evidenza come la libertà non possa prescindere dalla stabilità lavorativa: "Una persona non è libera se è precaria, se non arriva a fine mese pur lavorando e se muore sul lavoro". Secondo Landini, quindi, i referendum rappresentano un’occasione concreta, forse l'unica, per invertire la rotta e costruire un modello sociale più equo.

Referendum 2025, per Maurizio Landini c'è la sfida del quorum: bisogna mobilitare gli astenuti

L’ostacolo principale resta il raggiungimento del quorum, senza il quale i referendum non avranno effetto. Per questo motivo la Cgil punta su chi non vota più, su coloro che hanno perso fiducia nelle istituzioni e nella politica. "Noi diciamo quindi che attraverso un voto diretto il cittadino può cambiare e migliorare la propria condizione" - prosegue Landini all'Assemblea Cgil in Umbria -. "E per questo ci rivolgiamo a tutti naturalmente e a partire da quelli che a votare non ci vanno e per questo siamo confidenti di poter raggiungere il quorum".

Con la primavera alle porte e una campagna che entrerà sempre più nel vivo, la sfida lanciata da Landini e dalla Cgil si gioca tutta sulla partecipazione. Se il messaggio raggiungerà chi finora ha voltato le spalle al voto, il risultato potrebbe davvero cambiare il futuro del lavoro in Italia.

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Giorgia Sdei
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