01 Oct, 2025 - 20:16

Reclamo accolto per i colloqui intimi: a Terni la prima decisione dopo la sentenza della Consulta

Reclamo accolto per i colloqui intimi: a Terni la prima decisione dopo la sentenza della Consulta

Il caso di un detenuto ristretto nella sezione ad alta sicurezza della casa circondariale di Terni porta in primo piano la tutela dell’affettività dietro le sbarre. Dopo ripetuti dinieghi della direzione del penitenziario, l’uomo ha ottenuto l’autorizzazione ad incontrare la moglie in una stanza per i colloqui riservati. La decisione è arrivata dall’Ufficio di sorveglianza di Spoleto, che ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Francesco Mattiangeli.

Il reclamo accolto dal magistrato di sorveglianza a Terni

La direzione del carcere aveva più volte rigettato la richiesta del detenuto, motivando il no con il rinvenimento di un telefono cellulare in suo possesso nel 2023 e con i legami familiari della moglie, figlia di un uomo coinvolto in vicende di criminalità organizzata. Secondo l’amministrazione penitenziaria, la possibilità di incontri senza controllo visivo e auditivo avrebbe potuto rappresentare un rischio.

Il magistrato Fabio Gianfilippi, tuttavia, ha ribaltato la decisione, ricordando la condotta positiva del detenuto negli ultimi mesi e i risultati conseguiti, come il diploma di maturità. Nella sua ordinanza ha sottolineato che “se una comunicazione illecita dovesse essere trasmessa all’esterno tramite il familiare, ciò potrebbe accadere già con i colloqui ordinari”. Da qui la scelta di autorizzare gli incontri intimi.

La Corte costituzionale e il diritto all’affettività dei detenuti

La vicenda si inserisce nel solco della sentenza n. 10 del 2024 della Corte costituzionale, che ha riconosciuto ai detenuti il diritto alla vita affettiva e sentimentale, stabilendo che i colloqui intimi devono essere garantiti nei limiti della legge. In particolare, la Consulta ha dichiarato illegittimo il divieto assoluto, ritenendo che ostacolare la sfera personale non fosse compatibile con i principi costituzionali.

Questa pronuncia ha aperto la strada a nuove prassi nelle carceri italiane, imponendo agli istituti di predisporre spazi adeguati per tutelare la dignità delle relazioni familiari.

La stanza dedicata ai colloqui intimi nel carcere ternano

A Terni, la cosiddetta “stanza dell’amore” è stata inaugurata ad aprile 2025 e, secondo quanto riportato dal Corriere dell’Umbria, è stata utilizzata nei primi mesi da alcune coppie di detenuti e compagne. Gli ambienti sono arredati in maniera semplice ma pensata per garantire privacy e accoglienza, con un’attenzione particolare anche ai rapporti tra genitori e figli.

L’apertura della stanza ha rappresentato un passaggio simbolico importante: da un lato ha suscitato il dibattito pubblico, dall’altro ha dato un segnale concreto di adeguamento alle nuove linee guida nazionali.

Norme e controlli previsti per gli incontri riservati

Gli incontri non avvengono senza regole: i detenuti e i loro partner vengono sottoposti a controlli e perquisizioni prima e dopo il colloquio. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha previsto protocolli rigorosi per bilanciare il diritto all’affettività con le esigenze di sicurezza.

Nell’ordinanza di Gianfilippi viene evidenziato come negare i colloqui intimi, pur consentendo quelli ordinari, non aumenti realmente le garanzie di controllo. Da qui la decisione di estendere l’autorizzazione, mantenendo però i necessari strumenti di verifica.

In Umbria la novità delle stanze dell’amore nelle carceri

L’Umbria è stata tra le prime regioni italiane a rendere operativa una stanza per l’affettività, un progetto che affonda le radici proprio nelle indicazioni della Consulta. La scelta del carcere ternano ha segnato un precedente, portando l’Umbria al centro dell’attenzione mediatica nazionale.

Secondo le cronache locali, le richieste da parte dei detenuti non sono mancate, e la gestione logistica degli spazi rappresenta ancora una sfida. Tuttavia, la disponibilità del modulo abitativo risponde a una nuova sensibilità sul tema.

Il dibattito nazionale sui diritti affettivi dei detenuti

Il tema dei colloqui intimi non riguarda soltanto l’Umbria. In diversi istituti penitenziari italiani sono in corso adeguamenti per allestire spazi simili. Organizzazioni per i diritti civili sottolineano come il mantenimento dei legami familiari contribuisca al reinserimento sociale dei detenuti, riducendo le possibilità di recidiva.

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Francesca Secci
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