Ancora un episodio di violenza scuote la tranquillità del centro storico perugino. Questa volta, a finire in manette sono stati due giovani, un diciassettenne e un venticinquenne, arrestati nella notte dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Perugia con l’accusa di rapina aggravata. I fatti sono avvenuti nelle vie immediatamente adiacenti a Piazza Grimana, uno dei punti nevralgici della vita notturna cittadina e, purtroppo, sempre più spesso teatro di episodi di microcriminalità.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, la prima aggressione è avvenuta ai danni di un ventenne che si trovava all’interno della propria automobile nei pressi della piazza. Avvicinato da tre individui con la scusa di chiedere una sigaretta, il giovane è stato improvvisamente accerchiato e aggredito nel tentativo di strappargli l’orologio dal polso. Fortunatamente è riuscito a divincolarsi e a fuggire, dando immediatamente l’allarme al 112.
Nel frattempo, in Via Pinturicchio, è stata registrata una seconda aggressione, questa volta ai danni di un diciannovenne. Stessa dinamica: tre uomini lo hanno accerchiato, aggredito e derubato del portafoglio. Nonostante il trauma, la vittima è riuscita a fornire indicazioni precise sulla direzione presa dagli aggressori, consentendo ai Carabinieri di avviare un inseguimento che ha portato alla cattura di due dei tre responsabili. Entrambi sono stati successivamente riconosciuti dalle vittime. Il minore è stato affidato al centro di Prima Accoglienza di Firenze, mentre il venticinquenne, già noto alle forze dell’ordine, è stato condotto presso la casa circondariale di Capanne.
Sotto il profilo giuridico, la situazione dei due giovani arrestati, in particolare del venticinquenne, è estremamente delicata. Le accuse mosse nei loro confronti sono infatti gravi e comportano conseguenze penali tutt’altro che lievi. La rapina, secondo l’articolo 628 del Codice Penale italiano, è un reato che si configura quando si sottrae qualcosa a una persona mediante violenza o minaccia. Se vi sono aggravanti, come l’azione compiuta da più persone riunite o la violenza fisica esercitata sulla vittima, la pena prevista aumenta sensibilmente.
Nel caso specifico, l’aggressione al diciannovenne ha avuto esito concreto con la sottrazione del portafoglio, e i due sono stati arrestati in flagranza di reato: questo implica un’applicazione immediata delle misure cautelari. L’arresto in flagranza è disciplinato dagli articoli 380 e 381 del Codice di Procedura Penale e consente alle forze dell’ordine di procedere senza mandato in presenza diretta dell’atto criminoso.
Per la rapina consumata, la pena base varia dai 4 ai 10 anni di reclusione, con una multa da 1.000 a 2.500 euro. Se viene riconosciuta l’aggravante dell’azione in concorso (più persone riunite) e della violenza sulle persone, la pena può salire fino a 20 anni, in base a quanto previsto dal secondo comma dell’art. 628.
Per quanto riguarda invece la tentata rapina ai danni del ventenne, non andata a segno ma comunque violenta, il Codice Penale applica l’articolo 56, che disciplina il tentativo di reato. In questo caso, la pena prevista per la rapina viene ridotta da un terzo alla metà. Tuttavia, resta in piedi l’accusa e, in caso di condanna, anche il tentativo può comportare anni di detenzione.
Il fatto che uno degli arrestati sia minorenne comporta l’applicazione di un iter giudiziario differente, sotto la giurisdizione del Tribunale per i Minorenni. Secondo il DPR 448/1988 sul processo penale minorile, il minore gode di una maggiore tutela e il giudice può optare per misure alternative alla detenzione, privilegiando il reinserimento sociale. La gravità del reato e la recidività possono incidere sulle decisioni del magistrato, anche nel caso del diciassettenne.
Il venticinquenne, invece, dovrà rispondere anche della recidiva, essendo già gravato da precedenti penali. Questo aggrava notevolmente la sua posizione, in quanto l’articolo 99 del Codice Penale prevede che la recidiva possa comportare un inasprimento della pena e l’esclusione di eventuali benefici, come l’affidamento ai servizi sociali o la sospensione condizionale della pena.